madiaMa che brutta la foto del ministro Marianna Madia apparsa sul settimanale “Chi”! Brutta e non ci sono altre parole per definirla. Brutta per le donne. Perché quella foto e il titolo che l’accompagna – “Ci sa fare col gelato” – non possono che essere entrambe opera di uomini. Uomini che purtroppo tendono a fraintendere i più normali gesti delle donne come ammiccamento sessuale e lo trovano addirittura divertente. E se qualcuno oggi dubitava dell’esistenza antica e gretta di questo fraintendimento, la foto della Madia riporta all’attualità una battaglia per la dignità che da anni portano avanti le donne e che evidentemente non è ancora finita.
È brutta la foto di “Chi” per i giornalisti. Per quelli che fanno il loro mestiere con serietà, accuratezza e approfondimento. Per quelli che sono impegnati in questo momento in terre difficili e per quelli che nessuno conosce ma stanno dietro alle notizie vere della gente. E lavorano senza clamori e scatti pubblicati sulle pagine patinate dei gossip.
È brutta la foto della Madia anche per il popolo del Web. Luogo senza controllo dove dietro un anonimato vile e meschino impazzano foto e immagini che spesso feriscono. Ma questa volta no, il popolo di Twitter e Facebook è uscito allo scoperto e si è schierato contro il direttore di “Chi” e contro quella scelta scellerata di pubblicare la foto della ministro Madia. Eccola l’Italia bella che i lettori amano vedere sui giornali. Quella che si oppone alla volgarità e agli stereotipi di basso profilo. La reazione del popolo web lascia quindi una grande lezione di giornalismo: inutile fare i furbetti per vendere qualche copia di giornale in più. Ai lettori quelle foto non piacciono. Sono roba per vecchi.

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