Don Gianluca Rosati

Di Don Gian Luca Rosati

RIPATRANSONE – Seduto vicino al portone d’ingresso, mi lascio trasportare da ciò che ascolto ed è come se tutto diventasse man mano più leggero, sostenibile, sereno. La musica e il canto aiutano a portare il peso delle cose e sono capaci di comunicare a chi ascolta sentimenti di gioia, entusiasmo, amore, compassione, dolore, tristezza, allegria, festa,…

Le corali propongono il loro repertorio e a me tornano in mente le parole che ho usato per invitare i parrocchiani a partecipare all’evento: «… cogliamo questa occasione per ascoltare un po’ di buona musica», ho detto loro al termine della messa.

Buona musica… Mentre ascolto i canti, seguo queste due parole e cammino tra mille pensieri; alla fine mi ritrovo di fronte alla musica oggi diffusa tra i giovani. Musica rabbiosa, violenta, rumorosa, musica sempre più spesso di PROTESTA.

Com’è diversa la musica delle corali: sembra veicolare la possibilità di percorrere strade nuove! È musica che ispira fiducia nell’oggi e speranza per il domani.

Torno tra i miei pensieri alla ricerca di una parola con cui definire la buona musica.

D’un tratto vedo la parola che stavo cercando: PROPOSTA!
La buona musica è una musica di PROPOSTA!

ProTEsta e proPOsta. Bastano due lettere per trasformare tutto!

Quello che sulle prime poteva sembrare appropriato per un gioco enigmistico (del tipo: 53 ORIZZONTALE – cambiano una protesta in una proposta), mi rivelò una via da imboccare per cambiare il mio stile di vita.

Infatti, aiutato dalla velocità dei moderni mezzi informatici, mi sto abituando ad avere tutto a portata di clic: con un clic so dov’è stato sconfitto Gioacchino Murat; con un altro clic, senza alcuna fatica, posso aprire e chiudere relazioni con gente che si trova dall’altra parte della terra; con un clic posso condividere tutte le mie esperienze con migliaia di persone che nemmeno conosco; con un clic trovo un tema già svolto da utilizzare durante il compito in classe di domani; con un clic traduco la versione dal greco all’italiano in pochissimo tempo e senza spaginare il dizionario; con un clic,…

E così, progressivamente, mi sto disabituando ad approfondire, studiare, verificare con precisione, sto perdendo il gusto di lavorare sulle cose, la disponibilità al sacrificio, il senso dell’allenamento e del potenziamento dei talenti; sto vivendo con fastidio i cambiamenti e gli imprevisti che mi fanno crescere, ma mi chiedono di modificare tradizioni, strutture, schemi rassicuranti.

A lungo andare il mondo con la sua pubblicità martellante riuscirà anche a convincermi che nella vita è inutile ogni forma di impegno, ogni scelta definitiva, ogni sacrificio:
Se fai fatica a leggere e scrivere, lascia perdere: tanto non imparerai mai!
Se non ti viene spontaneo fare proposte, è meglio che ti specializzi nell’arte della protesta: ti offro un bel palco e una folla che aspetta il tuo comizio pieno di luoghi comuni, accuse, parole forti e perfino parolacce!
Se non sei capace di restaurare, è meglio che segui la tua inclinazione naturale a rottamare ogni cosa; in fondo tutti sanno che è il metodo vincente!
A reti unificate il mondo trasmette questo monotono programma…

Ma io preferisco ascoltare la voce del maestro Manzi che riuscì a coinvolgere in uno straordinario progetto educativo persone di ogni età e condizione sociale, insegnando a tutti che «Non è mai troppo tardi!».

Non è mai troppo tardi per imparare, per impegnarsi a vincere il male con il bene, per trasformare una buia protesta in una luminosa proposta!

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1 commento

  • Anna Laura
    01/11/2014 alle 06:46

    Grazie per avermi dato un motivo di riflessione in questa giornata di esaltazione delle "beatitudini"

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