aicconDi Benedetto Riga

Un modello di Welfare alternativo. Un’indagine di Aiccon, Associazione italiana per la promozione della cultura della cooperazione e del non profit, presentata nei giorni scorsi, in apertura della due giorni della 14ma edizione delle Giornate di Bertinoro per l’economia civile, mette in rilievo come per operatori del Terzo settore, esponenti della pubblica amministrazione e imprenditori, sia necessario costruire un modello economico innovativo. Per le 200 persone intervistate, questo modello dovrebbe consentire di superare il dualismo Stato e mercato, grazie al coinvolgimento di un terzo soggetto rappresentato da chi opera nell’economia sociale: cooperative, organizzazioni non profit e cittadini.

Il rapporto economia sociale-pubblica amministrazione. Per il 77% degli intervistati, un ruolo primario nel campo dell’erogazione dei servizi di welfare, deve essere giocato dal connubio economia sociale e pubblica amministrazione. Si vuole così porre in evidenza come, grazie a un lavoro costante tra le imprese del Terzo Settore e lo Stato, si possano creare opportunità migliori per il sistema di welfare, in grado di rendere i cittadini non più semplici utenti dei servizi ma persone attive nei processi di co-produzione.

Non solo Stato, anche imprese for profit. Il 47% degli intervistati ha risposto alla domanda: “Quali sono gli elementi essenziali per il superamento dei dualismi (economico, sociale, civile, territoriale) che caratterizzano il nostro Paese oggi?”, mettendo in evidenza anche il rapporto che può intercorrere con le imprese che operano all’interno del mercato (le imprese for profit). L’indagine, in buona sostanza, descrive un nuovo modello di economia, con al centro il ruolo delle organizzazioni no profit e delle cooperative, che relazionano le loro attività con le imprese for profit e con il pubblico che fa da supervisore.

A grandi passi verso la riforma del Terzo settore. La discussione che si è svolta a Bertinoro, è servita anche per fare il punto sull’iter della legge di riforma del Terzo settore. “L’intento del Governo – ha affermato tra l’altro Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – è semplice ma allo stesso tempo difficile da raggiungere. Semplice perché si vuole mettere mano in termini organici alla riforma affinché effettivamente ci si ispiri all’ultimo comma dell’art. 118 (principio di sussidiarietà). In accordo con il ministro Poletti, chiederò di poter mettere al lavoro piccole task force che possano preparare le bozze dei decreti legislativi che saranno necessari per dare concreta attuazione operativa alla riforma”. Sul tema del servizio civile universale – punto qualificante della riforma insieme a quello della misurazione degli “impatti sociali positivi” che le imprese sociali sono chiamate a generare – Bobba ha dichiarato che “sarà in grado, entro il 2017, di coinvolgere oltre 100mila giovani. Un grande vivaio di vocazioni al servizio alla comunità oltre che opportunità di avvicinamento a un percorso professionale”.

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