Sentinelle in PiediDi Francesco Rossi
È finita tra tensioni, contestazioni e insulti la “veglia” promossa domenica scorsa in diverse piazze italiane da “Sentinelle in piedi” per opporsi alla legge sull’omofobia. Scopo della manifestazione, che consiste nello stare in piedi, a due metri di distanza l’uno dall’altro, leggendo un libro in silenzio, è vegliare – dichiarano i promotori – “per la libertà di espressione, per poter essere liberi di affermare che il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, che un bambino ha il diritto ad avere la sua mamma e il suo papà e che loro hanno il diritto di educare liberamente i loro figli”. Aosta, Torino, Rovereto, Genova, Bologna, Pisa, Napoli, Milano, Napoli, Brescia, Cremona, Lecce e Trieste alcune delle piazze teatro delle contestazioni.
Insulti, aggressioni, lanci di uova. “La nostra è una rete apartitica e aconfessionale: con noi vegliano donne, uomini, bambini, anziani, operai, avvocati, insegnanti, impiegati, cattolici, musulmani, ortodossi: persone di qualunque orientamento sessuale, perché la libertà di espressione non ha religione o appartenenza politica”, spiegano le “Sentinelle”. Ma la manifestazione ha visto contrapposti in più piazze simpatizzanti del movimento e contromanifestanti. E se a Bergamo è stato identificato un giovane vestito alla guisa del “grande dittatore” di Chaplin, Bologna ha registrato scontri tra militanti di Forza nuova che si erano mescolati ai manifestanti ed esponenti di associazioni Lgbt. “Ci sono state cariche della polizia contro i contromanifestanti e alcuni militanti di Forza nuova”, racconta la rivista “Tempi”, mentre “le Sentinelle hanno cercato di terminare la manifestazione, pur in un clima difficile, bersagliati da bestemmie e insulti di ogni tipo”. Urla e spintoni anche a piazza Carignano, a Torino, accompagnati dallo slogan “Torino non è omofoba”, scandito da contromanifestanti dei centri sociali. A Rovereto, riferisce Pro Vita, “una ventina di sedicenti anarchici hanno aggredito i manifestanti” e, “in particolare, un sacerdote – non proprio giovanissimo – amico e sostenitore di Pro Vita, don Matteo Graziola, è stato fatto oggetto di lancio di uova, è stato percosso, gli sono stati sottratti e distrutti effetti personali”, mentre “uno dei portavoce delle Sentinelle ha subito contusioni al volto”. Insulti, spintoni, lanci di uova hanno caratterizzato le contestazioni verso la manifestazione a Napoli, come pure a Milano e Trieste, e in tante altre piazze.
Le reazioni. “Tornano i violenti attacchi squadristi degli anni Settanta”, denuncia Riccardo Cascioli, direttore del giornale online “Nuova Bussola Quotidiana”, che dedica ampio spazio alla manifestazione, chiedendo alle autorità civili di tutelare “il diritto costituzionale a esprimere la propria opinione”. Ed Eugenia Roccella (Ncd) ha annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare su “un attacco vergognoso, oltretutto pianificato e organizzato, visto che si è svolto con le stesse modalità in tutta Italia”. “Non è tollerabile impedire agli altri di esprimere le proprie opinioni aggredendo fisicamente le persone con idee diverse”, rimarca il questore di Bologna, Vincenzo Stingone, ricordando che “anche due poliziotti sono rimasti feriti, uno colpito al volto con una cinghia”. E, sempre a Bologna, pure il sindaco Virginio Merola ha ribadito che “ognuno ha diritto di esprimere le proprie opinioni, ma nessuno ha diritto di farlo con la forza, le violenze e le aggressioni”, e che “Forza nuova o qualunque realtà neonazista non ha cittadinanza in questa città”. Parla infine di “vicenda triste ma largamente anticipata”, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, monsignor Luigi Negri, per il quale i “margini di libertà sono evidentemente in progressiva riduzione nel nostro Paese”. Frattanto, terminate le manifestazioni nelle piazze, la contrapposizione si è ora spostata sui social network, dove non si risparmiano critiche e insulti contro le “Sentinelle in piedi”.

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