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Presentato a Roma l’Atlante storico della Carità

IMG_4175ROMA – Si è svolta martedì 30 settembre alle ore 17.30 presso la Sala Maggiore dell’Istituto Patristico Augustinianum la presentazione del volume “Atlante storico della carità”, opera di Juan María Laboa. Il libro è edito dalla Libreria Editrice Vaticana In collaborazione con la Jaca Book. L’incontro è stato moderato dal direttore della Lev don Giuseppe Costa.

Sante Bagnoli, editore della Jaca Book, ha sottolineato come il volume possa essere considerato allo stesso tempo un frutto e un seme: frutto perché è il risultato di un lungo interesse dell’autore verso il tema della carità, seme perché si tratta di un’opera quasi unica nel suo genere e che si spera possa costituire un modello per la successiva storiografia cattolica.

Secondo Bagnoli, vedere la storia della carità è entrare nella antropologia cristiana. Non si tratta solo di una lettura di esperienze: avvicinandoci ai santi che si sono dedicati ai più bisognosi, veniamo a conoscere un pensiero, una visione non meno importanti di quelle teologiche.

L’editore della Jaca Book ha poi evidenziato come il presente volume, a differenza di uno precedente dell’autore sullo stesso tema, sia ampiamente corredato da immagini, rendendolo anche più economico: le spese per la traduzione di un coffee book sono infatti minori rispetto a quelle per un libro di solo testo. Si può avere dunque in mano un volume pregevole ad un costo contenuto.

Ha preso poi la parola Sua Eccellenza Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento e Presidente della Commisione Episcopale della Cei per le migrazioni e già Presidente della Caritas Italiana fino al 2008.

Il prelato, prendendo spunto dal passo giovanneo nel quale si afferma che solo chi ama conosce Dio, ha messo in luce come il libro ripercorra la storia di chi si è messo alla sequela di quel Dio che che nel Nuovo Testamento si rivela come Carità. Come suggerito dal titolo, il volume descrive la storia e la geografia della carità, mostrando che, nonostante tutti i peccati le contraddizioni, c’è un filo rosso che tiene unita la bimillenaria storia della Chiesa: la carità.

Secondo il Monsignore, ci sono molte vie per arrivare alla dimostrazione di Dio, come quelle celebri di San Tommaso. Tuttavia l’amore costituisce un’epifania chiara ed indiscutibile di Dio. La carità non ci indica Dio, ma ce lo fa vedere all’opera. Essa non è solo fatta di gesti, di affetti, ma è vita divina. Ogni gesto di carità che mettiamo in atto è sacramentale e ci mostra Dio.

L’Arcivescovo ha infine concluso il suo intervento notando che il libro nasconde una domanda di fondo: “Chi fa la storia?”. I veri protagonisti della storia – ha osservato – sono i poveri e coloro che li amano. La logica del vangelo risulta così capovolta rispetto a quella del mondo: coloro che sono marginali per gli uomini sono al centro per Dio e in fin dei conti, come ricordava Chiara Lubic, la dottrina sociale della chiesa è nata il giorno in cui Maria ha cantato il Magnificat.

È stata poi la volta dell’intervento dell’onorevole Mario Marazziti, Portavoce della Comunità Sant’Egidio. Secondo l’onorevole, la carità è stata sotto attacco negli anni ’60 e ’70 ed è stata screditata come assistenzialismo. Per molti anni, a causa del linguaggio aggressivo di certa politica, ci si è dovuti scusare per non sembrare buonisti. Al contrario oggi, grazie al contributo di Papa Francesco, il tema della carità è di nuovo tornato centrale, come dimostra anche il volume presentato che non è un libro sdolcinato, che non nasconde le difficoltà della storia, ma che vuole ricordare la peculiarità del cristianesimo.

Infine ha preso la parola l’autore Juan María Laboa, che per 40 anni ha insegnato Storia della Chiesa all’università. L’illustre docente sentiva la mancanza di un volume di Storia della Chiesa incentrato sulla vita della grazia della gente. Poteva infatti spiegare molto bene la vita istituzionale della Chiesa, le vicende più importanti ad essa legata, ma cosa avrebbe saputo raccontare della vita cristiana? Questo libro costituisce la risposta a questa domanda e mette al centro il tema della carità perché parte dalla consapevolezza che tutti siamo feriti e abbiamo bisogno dell’amore di Dio. La Chiesa dunque è presentata non tanto come una scuola di dottrina, ma come luogo dove si manifesta la carità.