Foto Simone Incicco, articolo Susanna Faviani

GROTTAMMARE – Domenica 28 settembre si è concluso il “Settenario” di preghiera dedicato alla Madonna Addolorata a Grottammare e la novità di quest’anno è stata che vi hanno partecipato non solo la confraternita dell’Addolorata locale, ma anche le confraternite del Suffragio di Cupra Marittima, di San Giorgio di Cossignano e del Santissimo Sacramento di Monteprandone. Si è trattato, in pratica, di una collaborazione che è di fatto già attiva da qualche tempo, perchè numerosi sono stati gli incontri tra confraternite, i raduni, ciò per cementare lo spirito di gruppo, soprattutto l’unità. La tentazione di questi gruppi, infatti, può – a volte – essere quella di richiudersi su se’ stessi, pertanto, sapendolo, i rappresentanti delle confraternite, stanno facendo di tutto per smentire questa tendenza e per collaborare in univocità e soprattutto in stretta collaborazione con le parrocchie e anche in modo interparrocchiale perchè tutti si fa parte di un’unica Diocesi.

Forse il seme di tutto ciò iniziò nel lontano Giubileo del 2000, quando il Beato Giovanni Paolo II volle radunare a San Pietro tutti i gruppi, proprio per confermare l’appartenenza ad una unica Chiesa, quella di San Pietro. Ad ogni buon conto, tralasciando le riflessioni e le considerazioni, un ringraziamento doveroso va a Don Paolo Civardi, eccellente predicatore, attento filologo, che ha sviscerato il Vangelo e delineato la figura di Maria, in particolare come Madre Addolorata, durante il doloroso calvario di Gesù. A concelebrare la Messa c’era il patron di tutta l’iniziativa, ossia Don Giorgio Carini, il parroco-architetto di San Giovanni Battista al paese alto di Grottammare e organizzatore del raduno e della processione, assieme a Don Paolo Civardi, predicatore del Settenario e a Mons. Giovanni Flammini, parroco di San Pio V, sempre attento e rispettoso dei patroni cittadini. Il risultato di questo incontro è stata una processione eccezionale, piena di colori, dal rosso, al celeste, al nero e al bianco e la gente nelle vie è apparsa stupita e ammirata di tanta partecipazione.

Il tutto si è concluso in fraternità, presso il cinquecentesco chiostro in Sant’Agostino, dove le confraternite si sono radunate per un doveroso riposo e per un fraterno e frugale incontro conviviale, grazie all’ospitalità ed alla generosità di Don Giorgio. Senz’altro ai saluti finali ci si è sentiti felici perchè le distanze e i campanilismi finalmente sono stati fugati e una nuova apertura, un nuovo respiro di nuovo ha pervaso i bellissimi ambienti finemente ristrutturati della taverna che fa parte del grande complesso ex-agostiniano, grazie all’attenzione del parroco Don Carini.

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