Il Mlac, Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, ha vissuto il suo campo nazionale nella città di Policoro, scelta significativa quella di trovarsi nella città dove è nata l’idea del progetto della Chiesa per i giovani e il lavoro. I segretari diocesani, membri delle equipe diocesane e aderenti si sono interrogati su quale debba essere il ruolo della comunità cristiana nei confronti delle periferie del lavoro. I luoghi e le situazioni in cui viene lesa la dignità dei lavoratori rappresentano gli ambiti privilegiati di evangelizzazione del Movimento che vuole con coraggio prendersene cura rendendole i punti di forza dell’Azione Cattolica e della Chiesa tutta. Nell’essere associazione e nello sperimentare una vera solidarietà tra coloro che si riconoscono fratelli in Cristo, si sono delineate le possibili strade prospettate dal Presidente nazionale Matteo Truffelli e da Mons. Agostino Superbo che citando Don Tonino Bello ha ricordato che l’impegno di tutta la comunità è quello di  “mantenere alti gli orizzonti, procedendo a piccoli passi”. Strade che passano per l’ascolto delle realtà dei territori, scoprendone le grandi potenzialità e le periferie che li accomunano, e l’attenzione ai giovani, tutto ciò chiede al Mlac un impegno significativo per essere movimento di sfondamento nel mondo del lavoro, ripotenziando anche il suo ruolo nella filiera del Progetto Policoro.

Il compito del Mlac si pone come antenna per captare la realtà del mondo del lavoro in cui essere presente portando quell’ essere associazione, che come sottolineato da Matteo Truffelli, presidente nazionale di Ac,  è antidoto alle periferie esistenziali. L’uscita verso le persone, è stata sperimentata nel campo stesso nella piazza della città di Policoro, attraverso l’animazione territoriale, il campo è stato poi occasione con momenti di festa e incontro,  per cementare le relazioni e l’essere associazione. Così da superare il rischio dell’ottundimento delle coscienze il cui livello si abbassa nell’assuefazione di questa realtà di crisi che frantuma il Bene Comune, è necessario formare insieme una nuova mentalità, come evidenziato da mons Mansueto Bianchi, Assistente generale dell’AC, che chiede ai laici un discernimento vigile, segnato dalla Dottrina Sociale della Chiesa per rifondare un’economia amica dell’uomo, che guarda al lavoro come dignità dell’uomo e si fa carico che esso sia offerto a tutti, aperta al futuro,  attenta al creato e ai poveri, un’economia amica della felicità.

Nel compito di corresponsabilità e di antenna, concretamente il campo è stato occasione per analizzare le strategie ed i programmi europei per l’inserimento lavorativo dei giovani, evidenziandone le potenzialità e debolezze come ad esempio Garanzia Giovani, ambiti che chiedono presenza e conoscenza di tali possibilità perché siano efficaci, e riscoprendo il forte valore della formazione con gli interventi di Gino Magno e Flavio Venturi.

I momenti di preghiera e di spiritualità vissuti nel campo e nello scenario straordinario e suggestivo di Matera, sono stati il cuore pulsante per fondare l’impegno di tutto il Mlac, che con coraggio si fa presente nel mondo del lavoro. Il Mlac si è ritrovato insieme quindi per impegnarsi ad essere il volto dell’AC capace di portare le periferie del lavoro al centro della Chiesa e della società, a piccoli passi ma con grandi orizzonti si impegna ad aiutare la comunità cristiana a trovare percorsi di solidarietà concreta e ad acquisire la consapevolezza che con il proprio lavoro si può responsabilmente collaborare a costruire il Regno di Dio, con l’auspiscio di una seria progettualità di formazione dal Magistero Sociale. “Una formazione che ricordi ai giovani e ai meno giovani, che fidarsi di Dio è possibile, e che il Mlac è chiamato in questo tempo a essere profeta” sottolinea Simona Loperte, Segreteria Nazionale Mlac.

Auspici e impegni per essere presenti nelle periferie del lavoro, che ci interpellano con urgenza e forza nella loro richiesta di dignità, che la sensibilità degli aderenti al Mlac della nostra diocesi intendono raccogliere. Al campo hanno partecipato ben tre persone della nostra diocesi, Monica, che è anche membro dell’equipe nazionale, Gabriele e Gianbattista, insieme alla responsabile regionale delle Marche Antonella, pronti a mettersi in movimento come antenne e come sfondamento, ricchi delle riflessioni, di esperienze concrete di vita, delle prospettive associative e della consapevolezza dei possibili strumenti europei.

 

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