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Roma: San Tommaso Becket a Sant’Alessio all’Aventino

Sant'Alessio all'aventino

Nella foto, la facciata della Basilica di Sant’Alessio e San Bonifacio all’Aventino a Roma

Di Giancarlo Cocco

ROMA – Sono trascorsi quasi due anni e mezzo da quando, nella Basilica dei SS. Alessio e Bonifacio all’Aventino a Roma, nella nicchia laterale dell’altare, sono state scoperte tre cassettine di legno con alcune scritte in latino, contenenti reliquie di santi del primo cristianesimo: Eutilio, Lazzaro, Prudenzio, Marcellino, Felice, Candido, Caterina. Ma il mistero rimane. Chi ha lasciato le reliquie nella Basilica? E perché?

Forse qualcuno che ne è venuto in possesso tramite una religiosa che le teneva in consegna? Oppure, ipotizza Padre Alberto, superiore della Comunità dei Somaschi, attuali custodi della Basilica, “si tratta di qualcuno che le ha rubate e, pentito, le ha poi portate qui per restituire alla chiesa qualcosa di sacro, anziché disperderlo”.

Le reliquie erano contenute in una busta del pane abbandonata nella cappella di San Girolamo Emiliani e si è pensato che qualche turista l’avesse dimenticata. La busta è stata ritrovata da un operaio, il quale ha avvertito subito il rettore di Sant’Alessio, padre Bruno.

La Basilica dei Santi Alessio e Bonifacio sull’Aventino fu costruita tra il III ed il IV secolo, sulle fondamenta della casa del padre di Alessio, Eufimiano. Il complesso fu restaurato nel 1216 da Onorio III, che costruì il bellissimo campanile romanico a cinque ordini con una serie di doppie bifore. Altra meraviglia conservata nella basilica è una colona, tradizionalmente ritenuta quella dove San Sebastiano subì il martirio

Ma un altro illustre personaggio ha trovato sepoltura in questa Basilica, e non molti ne sono a conoscenza. E’ San Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, le cui spoglie sono conservate in una cripta. Nato a Londra nel 1118 da un ricco mercante, Tommaso fu avviato fin dall’infanzia alla carriera ecclesiastica. Venne ordinato diacono e nominato prevosto di Beverley ed arcidiacono della Cattedrale.

Nominato cancelliere da Enrico II re d’Inghilterra, divenne persona di fiducia e custode del sigillo reale. Proprio l’amicizia con il re gli valse la nomina nel 1162 ad arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra. Questo nuovo ufficio determinò il mutamento dell’atteggiamento di Becket verso il re, in quanto da quel momento egli difese soltanto gli interessi del clero e dei fedeli, avversando i progetti politici del sovrano.

Il re, che era stato suo amico, divenne il più acerrimo nemico, tentò d’imprigionarlo e Tommaso dovette rifugiarsi dapprima in Francia, poi a Roma e anche a Montedinove, ove è presente un Santuario a lui dedicato.

Ci rivela Padre Bruno: Becket venne a roma per trattare la sua posizione pericolosa con il Papa e fu ospitato presso il monastero dei SS. Bonifacio e Alessio come asilo di sicurezza. Era ramingo e perseguitato, e venne a difendere la sua causa contro la potenza del re d’Inghilterra”. Nel 1170 a Fretevel, in Normandia, si giunse ad una sorta di riconciliazione tra il primate ed il re. Becket il primo dicembre di quell’anno fece ritorno in Inghilterra. Il giorno di Natale, nella chiesa di Canterbury, denunciò tutti i suoi nemici, specialmente quelli che avevano profittato della sua assenza. Fu la sua condanna a morte, perché qualche giorno dopo quattro cavalieri, istigati da Enrico II, lo assassinarono nella cattedrale di Canterbury. Era il 29 dicembre 1170. Prima di spirare disse: “Accetto la morte in nome di Gesù e della Chiesa”. 

L’emozione suscitata dall’evento fece si che Becket ben presto divenisse il simbolo della resistenza cattolica contro l’assolutismo politico. Alessandro II, a furor di popolo, lo canonizzò nel febbraio del 1173, a soli due anni dalla morte. Un antico documento custodito nella biblioteca della basilica ci dice che la cripta a Tommaso Bechet fu consacrata il 21 marzo del 1218 dal vescovo di Albano Laziale Pelagio Calvani, nel primo centenario della nascita dell’arcivescovo.

Nel 1862 ci fu una ricognizione delle reliquie ad opera dei religiosi somaschi, che nel frattempo si erano insediati a Sant’Alessio dopo l’affidamento all’Ordine da parte di Pio IX. Il 7 luglio dello stesso anno, alcune reliquie di San Tommaso di Canterbury furono consegnate al Vescovo di Edimburgo per la venerazione dei fedeli. In occasione del Grande Giubileo Somasco, che si svolgerà all’Aventino dal 4 al 9 maggio, presso la Basilica, con mostre ed eventi, sarà possibile visitare anche la cripta, già ora meta di tanti pellegrini provenienti non solo dall’Inghilterra ma anche dall’Est Europa.