AngelusDa Zenit di Luca Marcolivio

Le guerre del passato e quelle di oggi, sono state al centro della riflessione di papa Francesco al termine dell’Angelus di oggi. Il Santo Padre ha ricordato il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, che “causò milioni di vittime e immense distruzioni”.

Definito da papa Benedetto XV una “inutile strage”, il primo conflitto mondiale “sfociò, dopo quattro lunghi anni, in una pace risultata più fragile – ha commentato il Papa -. Domani sarà una giornata di lutto nel ricordo di questo dramma”.

Il Pontefice ha quindi auspicato che “non si ripetano gli sbagli del passato, ma si tengano presenti le lezioni della storia, facendo sempre prevalere le ragioni della pace mediante un dialogo paziente e coraggioso”.

Il pensiero di Francesco è poi andato “a tre aree di crisi: quella mediorientale, quella irakena e quella ucraina”, per le quali ha chiesto di unirsi alla sua preghiera “perché il Signore conceda alle popolazioni e alle Autorità di quelle zone la saggezza e la forza necessarie per portare avanti con determinazione il cammino della pace, affrontando ogni diatriba con la tenacia del dialogo e del negoziato e con la forza della riconciliazione”.

Al centro di ogni decisione, ha aggiunto, non vanno posti gli “interessi particolari”, ma “il bene comune e il rispetto di ogni persona. Ricordiamo che tutto si perde con la guerra e nulla si perde con la pace”.

Per due volte papa Francesco ha ripetuto: “Mai la guerra”. E ha denunciato il dramma dei “bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna, di un futuro: bambini morti, bambini feriti, bambini mutilati, bambini orfani, bambini che hanno come giocattoli residui bellici, bambini che non sanno sorridere”.

L’appello del Santo Padre si è concluso con un’ulteriore vigorosa esortazione ai potenti della terra: “Fermatevi, per favore! Ve lo chiedo con tutto il cuore. È l’ora di fermarsi! Fermatevi, per favore!”.

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