Di Umberto Siro
L’Agenzia Fides ha diffuso negli scorsi giorni le informazioni raccolte da due istituti, il Faith dell’He Bei e il Faith Institute for Cultural Studies, che dal 2007 redigono le statistiche dei nuovi battezzati in Cina, superando le difficoltà di comunicazione e la situazione particolare di alcune diocesi e parrocchie. Nella notte e nel giorno di Pasqua, sono stati amministrati 20.004 battesimi. Il 70% ad adulti, che oltre al battesimo hanno ricevuto anche cresima ed eucaristia. La provincia dell’Hebei, roccaforte del cattolicesimo cinese, è di nuovo al primo posto per numero di battezzati: Xing Tai con i suoi 1.481 battesimi è al primo posto, segue la diocesi di Handan con circa 1.000 nuovi cattolici e quelle di Cang Zhou e di Heng Shui. Nella zona costiera del sudest, la diocesi di Wen Zhou della Provincia di Zhe Jiang ha avuto 641 battezzati. Nella zona rurale, la diocesi di Changzhi della provincia dello Shanxi ha accolto 125 nuovi cattolici adulti. Nella zona montuosa e sperduta dell’ovest, Gui Zhou ha avuto 237 battezzati, quasi cento in più dell’anno scorso (erano stati 148), la diocesi di Lan Zhou ne ha avuti 108. Il battesimo viene amministrato nelle comunità, oltre che a Pasqua, anche a Natale, a Pentecoste o nelle feste mariane.
Demolizione di chiese e croci cristiane. Mentre in Cina cresce il numero dei cattolici – secondo alcuni studiosi, come Yang Yanggang, professore di sociologia alla Purdue University, nello stato dell’Indiana, negli Stati Uniti, entro il 2025 la Cina sarà il Paese con più cristiani al mondo, con circa 165 milioni di fedeli – riprende la campagna di distruzione delle chiese. L’ha riferito Asia News rispetto a quel che è accaduto di recente nella regione del Zhejiang. Prima è stata distrutta la chiesa protestante di Sanjiang, poi il santuario cattolico di Longgang, dove il padiglione centrale, occupato dalle statue del Cristo, della Madonna e di san Giuseppe, è stato murato per nascondere alla vista i segni religiosi. Le autorità hanno affermato che quelle costruzioni sono “illegali”. Si tratta di una vera e propria campagna – chiamata “Tre revisioni e una demolizione”, per recuperare terreni da utilizzare per lo sviluppo edilizio – che ha come bersaglio i luoghi cristiani.
La religione viene considerata una minaccia alla sicurezza nazionale. Riferisce Asia News che secondo quanto hanno detto i fedeli cristiani, gli avvisi di distruzione sono iniziati a circolare dopo che Xia Baolong, segretario del Partito del Zhejiang, all’inizio di quest’anno, “ha compiuto un’ispezione e ha notato a Baiquan una chiesa con una croce che svettava in modo ‘troppo evidente’ e offensivo alla vista. Vedendo poi in altre città una selva di croci nello skyline, ha dato ordine di “rettificare” quella visione. Da allora, demolire le croci, distruggere statue e radere al suolo chiese è divenuto l’impegno più cospicuo del Partito”. Le indicazioni del Partito sono di spostare le croci dalle guglie alle pareti più basse degli edifici, o ancora meglio, all’interno della chiese. La campagna di demolizioni delle croci e delle chiese, in realtà, fa parte di disegno più grande, che intende contrastare l’influenza delle comunità cristiane. Lo scorso 6 maggio, l’Università delle relazioni internazionali e dell’Accademia delle scienze sociali ha pubblicato un “Libro blu”, che individua nelle religioni una delle più grandi minacce alla sicurezza nazionale del Paese.

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