Papa Francesco

Da Zenit di Luca Marcolivio

Anche tra cristiani è inevitabile che insorgano conflitti o disaccordi: ciò che li distingue è il modo in cui affrontano tali problematiche. Lo ha detto papa Francesco affacciandosi a mezzogiorno alla finestra del suo studio al Palazzo Apostolico Vaticano per la recita del Regina Coeli.

Traendo spunto dalla Prima Lettura odierna (Ap 6,1-7), il Santo Padre ha ricordato come “l’unità della prima comunità cristiana era stata favorita dall’appartenenza ad un’unica etnia e cultura, quella giudaica”.

Ciononostante, la Chiesa “per volere di Gesù”, è stata concepita per accogliere “tutti i popoli” e, quando arriva il momento di aprirsi all’ “ambito culturale greco”, insorgono le “prime difficoltà”.

“Serpeggia il malcontento – ha proseguito il Papa – ci sono lamentele, corrono voci di favoritismi e disparità di trattamento. Questo succede anche nelle nostre parrocchie! L’aiuto della comunità alle persone disagiate – vedove, orfani e poveri in genere -, sembra privilegiare i cristiani di estrazione ebraica rispetto agli altri”.

Tuttavia, poiché i problemi “non si risolvono facendo finta che non esistono”, gli Apostoli scelgono di convocare una “riunione allargata anche ai discepoli” per discutere insieme la questione ed arrivano ad una “suddivisione dei compiti” che viene poi “accolta da tutti”: gli Apostoli si dedicheranno “alla preghiera e al ministero della parola”, mentre i diaconi “provvederanno al servizio delle mense per i poveri”.

I diaconi, scelti in numero di sette, vengono cooptati non perché“esperti in affari, ma in quanto uomini onesti e di buona reputazione, pieni di Spirito Santo e di sapienza”, ricevendo l’imposizione delle mani da parte degli apostoli.

“E così da quel malcontento – ha detto il Pontefice – da quella lamentela, da quelle voci di favoritismo e disparità di trattamento, si arriva ad una soluzione. Confrontandoci, discutendo e pregando, così si risolvono i conflitti nella Chiesa”, ha detto il Pontefice, affermando “la certezza che le chiacchiere, le invidie, le gelosie non potranno mai portarci alla concordia, all’armonia o alla pace”.

Anche nel caso della prima comunità, “è stato lo Spirito Santo a coronare questa intesa e questo ci fa capire che quando noi lasciamo allo Spirito Santo la guida, Egli ci porta all’armonia, alla unità e al rispetto dei diversi doni e talenti”, ha detto il Santo Padre, ribadendo la sua esortazione:.” Avete capito bene? Niente chiacchiere, niente invidie, niente gelosie!”.

Papa Francesco ha poi invocato l’intercessione della Vergine Maria, perché “ci aiuti ad essere docili allo Spirito Santo, perché sappiamo stimarci a vicenda e convergere sempre più profondamente nella fede e nella carità, tenendo il cuore aperto alle necessità dei fratelli”.

Dopo la recita della preghiera mariana, il Santo Padre ha espresso la “propria personale vicinanza” alle vittime delle “gravi inondazioni” che hanno colpito “ampie zone dei Balcani, soprattutto in Serbia e Bosnia”, chiedendo di pregare per loro.

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