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Papa Francesco incontra tutti i presidenti e assistenti parrocchiali, il 3 maggio insieme ai delegati all’assemblea elettiva nazionale, a conclusione della XV Assemblea. Una ventina di responsabili associativi e assistenti parrocchiali dell’AC diocesana parteciperanno sabato mattina, in sala Nervi all’incontro con papa Francesco. Partiranno nel cuore della notte insieme ai responsabili della diocesi di Ascoli per essere presenti con circa 7000 responsabili tra presidenti e assistenti parrocchiali da tutte le associazioni italiane.

A papa Francesco l’Ac si racconta e ribadisce l’impegno a mettersi in questa Chiesa in uscita, e a continuare a lavorare su un profondo cambiamento di mentalità per l’AC che non può aspettare che le persone vengano verso l’associazione, la chiesa, ma ribadisce Miano “dobbiamo noi andare verso le persone e moltiplicare le iniziative di bene che sappiano immetterci nelle relazioni di bene” questi racconti di vita verranno presentati al papa. “Sono tanti i racconti che si potrebbero narrare e che dobbiamo far conoscere perché sono quelle che danno il taglio della vita: le esperienze con gli immigrati, di impegno per il proprio paese.”

Questa iniziativa, quindi che si trova nel mezzo tra la canonizzazione di papa Giovanni XXIII e papa Giovanni Paolo II il 27 aprile e prima dell’incontro-festa della scuola organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana il 10 maggio, esprime l’essere profondo dell’Azione cattolica, che da sempre è legata alle comunità cristiane, alle parrocchie e ai territori. Così l’Ac risponde all’accorato invito del Papa a vivere per “una Chiesa in uscita”, che incontri le persone come sono e dove stanno, nelle parrocchie, nei territori, nei luoghi di vita, nelle periferie. E questo lo si può fare soprattutto tramite le associazioni locali di Azione Cattolica, perché come ha sottolineato Franco Miano nel lungo  e appassionato discorso all’assemblea “c’è un grande bisogno di ritrovare le ragioni profonde della vita”. E per questo “vogliamo essere sempre di più un’Azione cattolica che sa “uscire”, a partire dalla semplicità delle sue esperienze, degli impegni quotidianamente portati avanti in uno stile di corresponsabilità che diviene solidarietà tra le famiglie, educazione all’impegno culturale politico e sindacale, esercizio di condivisione e di sobrietà”. In un tempo frammentato quello dell’AC è uno sforzo di un impegno educativo serio che deve ricondurre dalla parte al tutto, dal frammento all’insieme. Testimoniando attraverso l’impegno educativo, che è tutt’uno con l’annuncio del Vangelo, sempre più che la fede non è distante dalla vita, ma – al contrario – la trasforma radicalmente anche nella sua quotidianità.

E’ proprio papa Francesco che nella Evangelii gaudium indica che la stessa evangelizzazione, non consiste in un insieme di iniziative da attuare, ma è un’esperienza di relazione, che può nascere soltanto nel contesto di vite che si incontrano. Per essere evangelizzatori autentici occorre sviluppare il gusto spirituale di rimanere vicini alla vita della gente, fino al punto di scoprire che ciò diventa fonte di una gioia superiore. La missione è una passione per Gesù ma, al tempo stesso, è una passione per il suo popolo. (EG 268).

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