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Ascoli Piceno il nuovo parcheggio verrà intitolato a Padre Emidio Germani

ASCOLI PICENO – Ascoli si appresta a ricordare uno dei suoi figli più illustri: Padre Emidio Germani, poliedrica figura di religioso, studioso, pubblicista e uomo di governo nella gerar­chia dell’Ordine cappuccino, in particolare della Provincia francescana marchi­giana.
Venerdì 18 aprile, alle ore 12.00, presente il sindaco Guido Castelli, nel corso di una cerimonia ufficiale, si procederà ad intitolare il nuovo parcheggio, ex cortile della scuola di via dei Cappuccini, a Padre Emidio Germani.

Nel 2015 ricorrerà il cinquantesimo  della morte di questo grande uomo di azione apostolica che per 42 anni fece udire la sua voce nei princi­pali pulpiti d’Italia co­­me oratore e conferenziere.

Rettore del santuario di Loreto per 9 anni consecutivi (1934-1943), Visitatore gene­rale delle Mis­sioni del nord Brasile (1922/23) e Visitatore apostolico di alcuni mona­steri femmi­nili, Padre Emidio ha legato il suo nome a tantissime iniziative nella città di Ascoli quali il  IV centenario della nascita di san Serafino (1940) da lui gestito e in quella occasione, dopo un appello del più noto allievo del Mussini, il prof. Aldo Castelli, che dalle colonne di un quotidiano locale, suggeriva alla cittadinanza di ricordare  l’artista reggiano, si passò velocemente ai fatti tanto che alla fine del mese di agosto del 1940 fu titolato Piaz­zale A. Mussini la piazzetta antistante la chiesa dei cappuccini decorata da fr. Paolo nel primo Novecento e la strada lungo-Tronto che dal lavatoio di Solestà punta verso il civico cimitero e verso Mozzano, divenne via San Serafino da Montegranaro.

A Padre Emidio si deve an­che il me­rito, nell’immediato dopoguerra, della fon­dazione del Cenacolo Francescano che in Sole­stà rac­co­­glie­va la migliore gio­ventù ascolana nel cui cuore rifiorì la speranza della riconciliazione degli animi feriti a seguito della seconda guerra mondiale, in prospettiva di un futuro in cui avesse abitato stabilmente pace e giustizia.

Di Padre Emidio si ricorda anche il ruolo, importante, che ebbe nel far dichiarare Ascoli “città ospedaliera”. A lui, infatti, fu dato l’incarico di portare a Roma un breve pro-memoria per il Marescialllo Kesselring e una lettera per l’on. Venceslao Amici, il quale, intimo amico di Padre Pancrazio Pfeiffer di nazionalità tedesca e superiore Generale dei Salvatoriani, poteva meglio di ogni altro trovare la via per far giungere il pro-memoria direttamente nelle mani del Maresciallo”.

Dal Ma­resciallo tedesco si sarebbe voluto ottenere la pro­­cla­­ma­zione di “Ascoli Città Ospita­lie­ra”, scon­giurando così la ventilata e concreta minaccia di una incursione aerea.

I pro-memoria consegnati a p. Emidio giunsero a Roma nel mese di gennaio del 1944 e, “subito, senza perdere un minuto”, furono consegnati ai destinatari. Non si ebbero risposte immediate, ma ai primi di giugno giunse un segnale decisamente incoraggiante: il Comando germanico fece rico­ve­rare in Ascoli quattro mila feriti e ammalati. Il 28 luglio 1944 mons. Ambrogio Squintani vesco­vo di Ascoli fu in udieza privata da Papa Pio XII. Il Pontefice co­mu­nicò al pre­sule la sospirata preser­vazione della città, albo signanda lapillo, come ebbe ad espri­mersi lo stesso Papa Pacelli; anche se, secondo l’ot­ti­mo p. Pancrazio Pleiffer…, “poteva andare di­ver­sa­mente”.

I mosaici nella cripta della cattedrale ascolana portati a termine dal prof. Pietro Gaudenzi nel 1954 e restaurati nel novembre del 2012, mettono ben in evidenza i personaggi che, “in un modo o in un al­tro, implorarono dal Santo Padre, Pio XII, il suo altissimo in­tervento, o si adoperarono per far dichia­­­rare Ascoli Città ospitaliera” (nel grande mosaico Padre  Emi­dio è a destra di Papa Pacelli).