Di Andrea Casavecchia
Vedere un papà che cambia il pannolino o incontrarlo nello spogliatoio di una piscina, mentre veste sua figlia ancora disorienta in alcuni casi; sarebbe stato scandaloso per i nostri nonni, e avrebbe stupito anche la “rivoluzionaria” generazione dei sessantottini.
È un’immagine a cui ci abitueremo, diventerà naturale. I dati Istat ci dicono che l’85,4% degli uomini dichiara che in Italia crescere i figli sia equamente distribuito, e dato ancora più significativo l’87% delle donne sostiene che i padri siano più collaborativi e partecipi rispetto alle generazioni precedenti.
La relazione di coppia cambia perché vive all’interno di una società che cambia. Uomini e donne cercano di riposizionarsi dentro un rapporto, che non si può ripetere nelle forme vissute nel passato. Tutto ruota sull’assunzione di responsabilità nel quotidiano. Ed è sulla genitorialità che si concretizza la vera rivoluzione.
Sono almeno tre elementi che portano a ripensare la vita in comune. Innanzitutto c’è la ricerca di pari opportunità che ha visto assumere un ruolo sempre più importante delle donne nei processi decisionali e cerca di ispirarsi a una condivisione democratica delle scelte. Questo ha determinato un cambiamento epocale: l’indebolimento dell’autorità maschile che non è più giustificata a priori. Le scelte allora diventano comuni anche se alcuni ricercatori vedono una deresponsabilizzazione degli uomini che finiscono per disinteressarsi di quelle ordinarie e si concentrano solo sulle eccezionali.
Poi ci sono i cambiamenti nei ritmi familiari. L’aspirazione personale a lavorare, combinata a scelte strategiche di modificare i sistemi di welfare europei, indirizza a formare nuclei familiari a doppio reddito. Questo non implica solamente una moltiplicazione delle fonti di sostentamento per il budget familiare, ma influisce anche sulla distribuzione dei tempi di vita familiari, incidendo sia sui ritmi quotidiani, sia sulle festività: quando fare la spesa, quando dedicarsi alle faccende domestiche, quando curare le reti parentali e amicali. Per ora però la questione si risolve, quasi sempre, su un sovraccarico di lavoro femminile.
Infine c’è la ripartizione dei compiti di cura dentro la coppia, che ridisegna i ruoli dei genitori, perché soprattutto i padri ridisegnano il loro ruolo, cercano una propria identità e un rapporto originale con i figli. Questo è un cambiamento importante perché qui si riscontra l’evoluzione più grande negli equilibri familiari appare soprattutto qui, dove avanza una nuova assunzione di responsabilità degli uomini che non vogliono più delegare l’educazione. La genitorialità diventa luogo di senso non solo per ricavare uno spazio maschile e originale nella coppia, ma anche per sperimentare e imparare una gestione condivisa delle scelte.
Essere papà e mamma è l’avamposto per sperimentare gli equilibri di una nuova relazione che poi si potranno riversare sulle altre dimensioni, le responsabilità delle scelte e le dei carichi domestici.

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