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Riportiamo l’articolo da Zenit, informandovi che l’autore del Libro “Accanto a Giovanni Paolo II” sarà presente in Diocesi venerdì 12 Aprile alle ore 21.15 presso la Chiesa di Sant’Agostino di Grottammare. Siete tutti invitati.

Prima di dichiarare una persona santa o beata, la Chiesa adotta un metodo di verifica molto rigido e scrupoloso. Pertanto, non vi è figura presente nel vasto e glorioso scibile dei santi e dei beati la cui causa di beatificazione o di canonizzazione non sia stata accompagnata da un evidente “segno dal Cielo”.

Nel caso della beatificazione Giovanni Paolo II, del miracolo per intercessione ne è testimone diretta una suora francese, Marie Simon Pierre Normand. Guarita in modo scientificamente “inspiegabile” dal morbo di Parkinson, la commissione teologia ne ha inoltre accertato il nesso di causalità tra l’invocazione dell’intercessione del Beato (le preghiere delle suore) e la guarigione come manifestazione della Grazia Divina.

Di questa storia ne ha parlato Włodzimierz Rędzioch nel suo libro Accanto a Giovanni Paolo II (ed. Ares), in cui è raccolta un’intervista a suor Marie Simon Pierre Normand.

La religiosa spiega che nel corso della sua vita da religiosa (la professione perpetua la fa nel 1993), ha avuto modo di approfondire la figura di papa Giovanni Paolo II, la sua vocazione ad “andare per il mondo per incontrare le persone”. Soprattutto, è rimasta colpita dall’Esortazione Apostolica post-sinodale sulla Vita Consacrata del 1996, che, aggiunge, “per noi è una vera luce per approfondire la nostra vita consacrata”.

Poi, nel 2001, a suor Marie Simon Pierre è diagnosticato il morbo di Parkinson, la stessa malattia di Giovanni Paolo II. “Mi rendevo conto che il Papa poteva capire quello che stavo vivendo io”.

Quattro anni più tardi, il 2 aprile 2005, l’annuncio della morte del Santo Padre. Quella sera, spiega la suora, “tutta la nostra comunità si è riunita per seguire insieme la diretta televisiva della veglia di preghiera in piazza San Pietro”. “Con le mie consorelle – prosegue – abbiamo appreso in diretta la notizia della morte di Giovanni Paolo II. In quel momento per me tutto è cambiato: è stato un crollo, avevo perso un amico, una persona cara che mi capiva e mi dava la forza e l’energia per andare avanti. Nei giorni che seguirono – fino all’8 aprile, il giorno del suo funerale – ho sentito un grande vuoto ma allo stesso tempo ero sicura che fosse sempre presente”.

Il 13 maggio successivo, giorno in cui Benedetto XVI annuncia la dispensa speciale per iniziare la causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, le consorelle di suor Marie Simon Pierre iniziano a pregare Giovanni Paolo II perché interceda per la sua guarigione. “Dopo un momento di silenzio e commozione ho accettato questa preghiera solamente per poter continuare a servire la vita e la missione presso le famiglie – spiega la religiosa -. Per me era molto importante sentirmi sostenuta dalle preghiere di tutte le Piccole Sorelle”. È dal giorno in cui la sua intera comunità dà vita a una novena continua di preghiera che suor Marie Simon Pierre ascolta incessantemente dentro di sé un versetto del Vangelo di San Giovanni: “Se credi, vedrai la gloria di Dio”.

Il 2 giugno 2005, a due mesi esatti dalla morte di Giovanni Paolo II, suor Marie Simon Pierre è esausta, ma resiste e prosegue nella preghiera insieme alle sue consorelle. La mattina successiva, racconta, “mi sono alzata di scatto senza dolore e sono scesa all’oratorio della Casa della Comunità per pregare davanti al Santissimo Sacramento. Mi avvolse una grande pace, una sensazione di benessere. Poi, sempre davanti al Santissimo Sacramento, meditavo i misteri della luce del rosario introdotti da Giovanni Paolo II: rimasi in preghiera fino alle 6,00. Poi ho raggiunto la comunità nella cappella per la preghiera seguita dalle Lodi e l’Eucaristia. Ho fatto circa 50 metri e mi sono resa conto che, mentre camminavo, il mio braccio sinistro che prima, a causa della malattia, era immobile, aveva iniziato ad oscillare. Inoltre, sentivo una grande leggerezza nel mio corpo, una flessibilità che non sperimentavo da lungo tempo”.

Finita la messa, suor Marie Simon Pierre sente di essere guarita, sensazione che trova conferma nello stupore del medico che la visita il successivo 7 giugno. “Gli è stato difficile capire le mie buone condizioni – spiega – tenendo conto anche del fatto che non facevo nessuna cura da 5 giorni. Tutte le nostre comunità informate del fatto il 7 giugno hanno cominciato a rendere grazie a Dio. Tutti, compreso i miei familiari, avrebbero mantenuto il silenzio su quello che è successo per due anni”.

La religiosa parla così della sua guarigione: “Il fatto che il Signore mi ha concesso di vivere quella notte per l’intercessione di Giovanni Paolo II è un grande mistero, difficile da spiegare a parole, perché è così grande, è così forte. Mi piace anche dire che si tratta di una seconda nascita, di una nuova vita. Niente è più come prima. La mia vita interiore è stata sconvolta diventando più profonda. Sono più attratta dall’Eucaristia e dall’adorazione eucaristica e il rosario non lo lascio mai”.

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