ScuolaSCUOLA – “Bene la proposta di legge Roccella sulla libertà di educazione nelle scuole e sulla condivisione del progetto educativo tra scuola e famiglia. Ora intervenga il ministro Giannini”. Questo il parere espresso in una nota dall’Age (Associazione italiana genitori). “Accogliamo con favore la proposta di legge a prima firma Eugenia Roccella, presentata a Montecitorio – dichiara Fabrizio Azzolini, presidente nazionale Age -.
Tre semplici articoli per ribadire ciò che sembrerebbe scontato, se i fatti non dimostrassero il contrario.
In primo luogo che lo Stato nelle sue funzioni in campo educativo e dell’insegnamento deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere all’educazione secondo le proprie convinzioni religiose e filosofiche.
Lo sancisce l’art. 30 della Costituzione italiana e convenzioni internazionali.
Lo ribadisce anche la Raccomandazione europea all’Italia da cui discende la ‘Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere’”.
Eppure, “i progetti formativi e didattici per docenti e studenti che ne sono derivati hanno completamente dimenticato o, peggio, hanno volutamente negato questo diritto, mettendo in atto una rieducazione dei nostri ragazzi alla teoria del gender senza il consenso dei genitori e senza neppure informarli”.

“Il rispetto per ogni persona e il contrasto a ogni forma di violenza morale e materiale – sottolinea Azzolini – appare solo il contorno di tutti i progetti nelle scuole. Di qui l’urgenza di fissare per legge, come stabilisce la norma proposta, le disposizioni a cui le scuole devono attenersi per realizzare le attività integrative, facoltative e progettuali curricolari o extracurricolari per gli alunni su temi eticamente sensibili. E il compito del ministero dell’Istruzione di vigilare sul rispetto di queste procedure”. “L’Age continuerà a vigilare – ribadisce Azzolini -. Rinnoviamo il nostro appello a docenti e presidi perché insieme a noi siano sentinelle nelle scuole e rilanciamo la proposta di un giorno al mese di assenza programmata dei nostri figli da scuola come forma di protesta, informazione, sensibilizzazione”. L’Age chiede al Governo Renzi “chiarezza e risposte soddisfacenti sulla strategia Unar e sui corsi antiomofobia a scuola. Non ne abbiamo avute neppure oggi nella risposta alla nuova interpellanza di 45 parlamentari sul ruolo dell’Unar. Chiediamo che intervenga in tempi brevi il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini prendendo una posizione chiara e netta sulla questione.
Ci auguriamo di averle direttamente nella riunione del Fonags, il Forum nazionale delle associazioni familiari presso il Miur, convocata per mercoledì 9 aprile, dopo due rinvii”.

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