Adamo Giovanni Paolo II

DIOCESI – Abbiamo intervistato Adamo di Giacinti nuovo presidente dell’Azione Cattolica Diocesana.

Cosa sognavi di fare da bambino?
Di certo non il presidente di Azione Cattolica, anzi ero un bambino normalissimo con i desideri normali da bambino ma di una timidezza assoluta per cui avevo paura anche della mia stessa ombra, figuriamoci ricoprire ruoli pubblici o rispondere ad una intervista.

Come sei entrato in Azione Cattolica?
Sono entrato nell’ ACR da ragazzo 34 anni fa e da allora l’AC mi ha sempre accompagnato nella mia strada. Ho avuto la fortuna di incontrare come mio primo educatore un giovane che mi ha insegnato ad amare questa associazione e la Chiesa. Enrico Carminucci è rimasto un esempio per chi lo ha conosciuto ed incontrato anche per come ha vissuto la sua malattia che lo ha portato ad una precoce scomparsa.  Ancora oggi nella parrocchia S.Pio V lo ricordiamo ogni anno nel giorno della sua morte con varie iniziative e con un memorial di calcetto tra il settore giovani e quello adulti di AC. I “vecchietti ” per il momento hanno sempre avuto la meglio.

Qualche aneddoto in AC?
Sono tanti e diversi ma mi piace ricordarne due in particolare, significativi per la mia vita. Il primo riguarda mia moglie Lara: eravamo due educatori ACR e il giorno che abbiamo deciso di iniziare il nostro cammino insieme, 21 anni fa, è coinciso con la data di nascita di Enrico scomparso due anni prima e per noi è stato segno di una protezione e benedizione per la nostra unione.
Come poi dimenticare quando insieme a tutta l’equipe e a don Dino Pirri, allora assistente diocesano dell’ACR, contro lo scetticismo di molti, riuscimmo ad andare in 1000 all’incontro con il papa Giovanni Paolo II e per me ritrovarmi di fronte a lui insieme al nostro Vescovo Gervasio fu un’emozione grandissima.

Ci raccontaci la tua nomina come è avvenuta?
La mia è stata una nomina molto anomala perchè mi sono ritrovato nella terna presentata al Vescovo senza saperlo, o meglio mi hanno avvisato a cose ormai fatte per cui in un primo momento mi sono risentito di ciò perché gli impegni con la mia famiglia e con il mio lavoro non potevano permettermi di pensare a qualcosa in più, ma poi mi hanno spiegato il motivo della mia scelta ed ho iniziato a sentire intorno a me un grande affetto e une grande stima che piano piano hanno scalfito la mia reticenza, ma solo l’azione del Signore che mi ha mostrato ciò che voleva da me mi ha convinto ad accettare

Di cosa ha bisogno la nostra AC diocesana?
Questo lo vedremo insieme a tutti i componenti del consiglio e ai nostri assistenti con la guida del nostro Vescovo.
Di certo dovremo ricercare quella Gioia del Vangelo che riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù come Papa Francesco ci ha chiesto con la sua Evangelii Gaudium.

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