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Omelia trascritta da Simone Incicco con l’aiuto di Alessandro Ribeca

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Aperto il centenario per la morte di San Pio X presso la parrocchia di San Pio X di San Benedetto del Tronto con parroco Don Vincenzo Catani.

Il Vescovo Carlo all’inizio della celebrazione ci ha invitato a “prendere spunto da San Pio X perché il Patrono ha un valore particolare per i fedeli sia perché intercede attraverso il Padre per la parrocchia e sia perché il cammino di fede è sostenuto dall’importante grazia della sua intercessione.”

Durante l’omelia il Vescovo Carlo si è rivolto ai fedeli con le seguenti parole: “Sappiamo che questa è la prima domenica di quaresima, siamo entrati in quel cammino che intende prepararci alla Pasqua attraverso quella serie di letture che le domeniche ci presentano.
La quaresima è un invito alla conversione, un invito a riscoprire che cosa vuol dire vivere in comunione con il Signore.
La prima difficoltà che dobbiamo superare, ci viene detto oggi, è quella del male che insidia sempre la nostra vita umana.
Possiamo, senza drammatizzare, pensare che la nostra vita è insediata dalla possibilità del male e che il male la rovini, la frantumi o la distrugga completamente.

Ma che cosa è questo?
Le letture ci devono far comprendere come affrontare questa realtà del male, questa possibilità.
La prima lettura ci presenta Adamo ed Eva e ci dice che ciò che ha creato Dio era la volontà di bene ed era tutto bello e tutto buono.
In un certo momento viene inserito il dubbio dal serpente che è il principio del male, un dubbio in Eva e poi in Adamo “Guarda che quello che Dio dice non lo dice perché ti vuole bene ma perché vuole tenerti in una condizione di inferiorità rispetto a lui. Invece tu puoi diventare uguale a Dio se non addirittura superiore. Fai l’opposto e troverai la tua fortuna e la tua felicità”.

Quello che ci viene detto è esattamente questo: che il male ci viene sempre presentato sotto una faccia di bene.
Così come le tentazioni di Gesù che sono presentate sotto un aspetto di bene facendo dimenticare tutto il resto.

È qui l’insidiosità del male nella nostra vita: sotto questo aspetto di bene, sotto questa lusinga della felicità, di diventare come Dio che è riservata ad Eva “non seguirò più la parola di Dio, seguirò questo desiderio!”
L’inganno è proprio qui, nel pensare di raggiungere la realizzazione della nostra vita scavalcando la Parola di Dio, scavalcando Dio, pensando che quello che Dio ci dice non è per il nostro bene ma perché vuole mantenere se stesso, la sua superiorità e il suo potere.

Cosa provano Adamo ed Eva? Provano amarezza.
È sempre così, la tentazione all’inizio si  presenta come attraente e come una grande promessa e invece è solo amarezza.
La comunione è rotta non soltanto con Dio ma anche tra di loro. Il frutto del male è sempre la divisone.

Come fare se il male si presenta sotto l’apparenza del bene? Come fare a vincere la tentazione e quale è il cammino della nostra conversione?
Gesù nel Vangelo lo dice chiaramente, sta scritto.
La Parola di Dio ci viene incontro proprio nell’aiutarci nel momento in cui siamo deboli nel momento in cui la tentazione ci umilia.

A che cosa ci appelliamo nel momento della debolezza?
Alla forza della parola di Dio che ci preserva e ci aiuta.
Ecco la conversione: tornare ad ascoltare la parola di Dio come fondamento della nostra vita.

Stiamo iniziando insieme questo centenario della morte di San Pio X.
Mi piace ricordare come la figura di San Pio X sia significativa in questo cammino di conversione perché ci richiama all’impegno educativo e senza l’educazione non possiamo conoscere Dio né troviamo la forza di resistere alla tentazione.
Che cosa ha fatto? Ha fatto il famoso “Catechismo di Pio X”, conosciuto da tutti coloro della mia età e su il quale abbiamo imparato il catechismo.

Il catechismo non è soltanto imparare qualcosa è imparare a seguire la parola di Gesù per diventare forti e non perdere i tesori che Dio ci dona e che Dio ci ha dato.
La comunità cristiana che vuole seguire Dio non può non preoccuparsi di educare a conoscere ed amare il Signore e questo fin da piccoli.

Il catechismo di San Pio non è soltanto per i bambini che devono comprendere ad amare il Signore ma anche per noi adulti che non abbiamo finito di conoscere il Signore, perché se è stato tentato perfino Gesù, anche tutti noi lo siamo e quindi abbiamo bisogno di conoscere quella verità che ci viene da Dio.

Un’altra cosa ha fatto San Pio X! Si è preoccupato che i sacramenti e in particolare l’Eucarestia diventassero la forza non solo dei bambini ma del cammino di conversione verso Dio per tutti.

Ecco l’altro aspetto: se uno non mangia diventa debole, se uno non mangia non ha la forza di camminare. Quale cibo dobbiamo mangiare quale cibo dobbiamo prendere se vogliamo essere forti ed arrivare con forza alla Pasqua?
I sacramenti certamente con tutte le disposizioni adeguate perché non basta ricevere l’eucarestia se non è accompagnata dalla conversione interiore, dal seguire fino in fondo il Signore.

Gesù dice qui: “Non di solo pane” non solo il materialismo.
Dobbiamo creare un buon futuro per i nostri figli, ma non basta quello materiale, se non diamo loro una buona spiritualità se non diamo loro una spinta ulteriore per essere forti nella vita, la tentazione, il male, poi la vince.

Ragazzi voi volete una vita bella? Fate bene. Desideratela intensamente.
Ricordate: non ogni strada porta alla vita bella!
Alcune strade sembrano belle e poi ci si trova con le mani vuote se non anche peggio.
La parola di Dio da ascoltare e da vivere è la strada sicura verso quella felicità che voi desiderate, imparate a fare come Gesù “non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.”
Ecco tenetelo presente. Facciamo così tutti e non solo saremo la vera comunità di Gesù ma quella beatitudine che Gesù ha promesso sarà la beatitudine che noi potremmo sperimentare e vivere.

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