Deserto

Da Zenit, Redazione

ROMA – Sono state liberate le 13 suore ortodosse rapite il 2 dicembre 2013 a Maaloula, in Siria. Già in mattinata si era acceso un barlume di speranza grazie ad alcune voci sulla liberazione imminente delle religiose per via di un tweet della tv araba al-Arabiyya. La notizia, però, non aveva inizialmente trovato conferma. Seppur gli attivisti antigovernativi della regione di Qalamun, attraverso il loro portavoce Amer Qalamouni, avevano comunque annunciato: “I negoziati sono ancora in corso. Le suore potrebbero essere liberate oggi stesso o tra qualche giorno”.

L’annuncio della liberazione e di un accordo raggiunto con i ribelli è stato diffuso ancora dalla emittente Al Arabya, e confermato anche dall’emittente libanese al Mayadeen. Sembrerebbe che ora le suore siano in viaggio verso Damasco.

Le 13 religiose erano state sequestrate all’inizio di dicembre scorso dai combattenti islamisti della Jabhat al-Nusra, nel convento di Mar Tecla, insieme ad altre tre ragazze loro ospiti. Un filmato diffuso poi il 6 dicembre da al-Jazeera, aveva confermato che le donne erano detenute a Yabrud, un villaggio nella zona nord-est di Damasco, vicina al confine col Libano, in mano ai ribelli. Nel video le suore apparivano in buona salute, con indosso i loro abiti religiosi (senza il tradizionale crocifisso), e negavano di essere state rapite, ma solo messe al sicuro.

Dopo mesi di silenzio, si erano perse le speranze di un loro ritrovamento. Poi erano stati diffusi altri filmati in cui i rapitori chiedevano, in cambio della liberazione delle suore, la libertà per tutte le donne prigioniere della Siria e di tutti i prigionieri politici. Le richieste sono via via aumentate fino a chiedere provvedimenti alimentari per le città sotto il dominio dei ribelli e l’allontanamento dell’esercito dai luoghi religiosi cristiani.

Due giorni fa, infine, la notizia che il gruppo di negoziatori che si occupava della liberazione delle religiose aveva perso i contatti con i ribelli che, con ogni probabilità, hanno trasferito le monache in un nuovo nascondiglio. Secondo alcuni media del Libano, le 13 donne potrebbero trovarsi anche ad Arsal, un villaggio libanese controllato dai combattenti contrari al regime siriano di Bashar al-Assad.

Negli ultimi mesi sono stati diversi i tentativi di negoziazione con i rapitori, inclusi quelli della diplomazia qatariota e del patriarca maronita libanese Bechara Rai. Questa mattina, inoltre – riferisce la Radio Vaticana – è giunto a Beirut il capo dell’intelligence di Doha, Saad al-Kbayssi, e sembrerebbe che la visita sia legata proprio alla vicenda delle suore di Maaloula. (S.C.)

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *