2014-03-05 19.14.13

Di Giancarla Perotti

Ieri nell’Aula Magna dell’ISSR Mater Gratiae il Prof. Paolo Ricca ha presentato “Le Resolutiones: il commento di Lutero alle 95 Tesi di Wittenberg” un testo da lui curato. Il Prof. Ricca è fra le voci più autorevoli dell’evangelismo italiano odierno per la chiarezza delle esposizioni e la profondità del pensiero.

Professore emerito presso la Facoltà di Teologia Valdese ma ancora oggi insegna come ospite al pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma.

Ricca ha evidenziato con molta chiarezza alcuni punti del commento delle 95 tesi di Lutero.
Si è soffermato su delle 41 proposizioni di Lutero che Roma giudicò eretiche, sul libero arbitrio e sul valore delle indulgenze.

Molto bello è stato il clima del dialogo alla fine della relazione tra i docenti presenti, gli alunni e il prof. Ricca, è stato un dibattito denso di interrogativi e riflessioni da ambedue le parti caratterizzato da un grande rispetto reciproco.

Le Resolutiones (ovvero spiegazioni) furono scritte dal monaco agostiniano dopo le 95 tesi del 31 ottobre 1517 con l’intendo di illustrare il giusto significato delle tesi stesse e due furono le ragioni che indussero Martin Lutero a dedicarsi a questo non piccolo impegno:
1. la consapevolezza che le Tesi da lui enunciate venivano spesso fraintese o male interpretate;
2. la speranza disattesa che la loro pubblicazione avrebbe potuto innescare un efficace dibattito in merito alle questioni a lui tanto care della natura della penitenza e del valore delle indulgenze.
“Sono passati quasi 500 anni – ha detto il prof. Ricca – da quando, nell’agosto del 1518, le Resolutiones videro la luce. Non poche delle 41 proposizioni di Lutero che Roma giudicò eretiche e in base alle quali lo scomunicò, erano tratte proprio da questo scritto. Le sue Spiegazioni non sono servite a evitare la scomunica, anzi sembra che abbiano contribuito a determinarla.
Oggi tante cose sono cambiate e le Chiese, grazie al movimento ecumenico nel quale tutte, anche se in misura diversa, sono coinvolte, stanno imparando, sia pure a fatica, a “spiegarsi” una con l’altra, come allora cercò di fare Lutero.
L’esito di queste “spiegazioni” non è ancora chiaro, ma possiamo sperare che, se non altro, non ci saranno nuove scomuniche.
Possiamo anzi sperare qualcosa di più.

Nel 2017 ricorrerà il 500° anniversario della Riforma protestante.
Potrebbe essere l’occasione per un messaggio congiunto delle Chiese, col quale si dichiarano definitivamente decadute le vecchie scomuniche e ci si impegna insieme, pubblicamente, a muovere i primi passi verso la terza grande riforma della cristianità: quella ecumenica.”

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