Da Zenit di Antonio Gaspari

“La pienezza cui tende ogni vita umana non è in contraddizione con una condizione di malattia e di sofferenza”. E’ questo il cuore del Messaggio di Papa Francesco ai partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, convocata a Roma in occasione del ventennale della sua istituzione per opera di Giovanni Paolo II.

“La mancanza di salute e la disabilità non sono mai una buona ragione per escludere o, peggio, per eliminare una persona”, scrive il Pontefice. E sottolinea che “la più grave privazione che le persone anziane subiscono non è l’indebolimento dell’organismo e la disabilità che ne può conseguire, ma l’abbandono, l’esclusione, la privazione di amore”.

Il Vescovo di Roma spiega poi che nelle nostre società si riscontra e addirittura viene promosso “il dominio tirannico” di una logica economica e della cultura dello scarto che “esclude e a volte uccide”. Non si tratta solo del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: il fatto, cioè che – come già denunciava nella Evangelium Gaudium – nel contesto attuale “gli esclusi non sono solo ‘sfruttati, ma rifiutati, considerati come ‘avanzi’”.

Il crollo demografico, con una piramide che vede crescere il numero degli anziani rispetto a quello dei giovani, rivela, secondo il Papa, “l’esclusione della persona anziana, specie se malata, con disabilità”. A questo proposito il Pontefice ha precisato che “alla base delle discriminazioni e delle esclusioni vi è una questione antropologica” ed ha quindi domandato: “Quanto vale l’uomo e su che cosa si basa questo suo valore?”.

“La salute è certamente un valore importante”, afferma il Santo Padre, “ma non determina il valore della persona”; inoltre la salute “non è di per sé garanzia di felicità”, dal momento che ci si può sentire realizzati anche una salute precaria. Una persona anziana può soffrire molto più per l’abbandono e “la privazione di amore” che per una malattia.

Come risposta a questa mancanza d’amore, il Papa indica la famiglia che – scrive – “è maestra di accoglienza e solidarietà”. E’ infatti “in seno alla famiglia che l’educazione attinge in maniera sostanziale alle relazioni di solidarietà”. E “nella famiglia – rimarca – si può imparare che la perdita della salute non è una ragione per discriminare alcune vite umane”. Da questo punto di vista, la famiglia è effettivamente una ‘cellula fondamentale della società’, perché “insegna a non cadere nell’individualismo e ad equilibrare l’io con il noi”.

Il Papa conclude infine il suo Messaggio ribadendo che “una società è veramente accogliente nei confronti della vita”, quando insegna “che la chiamata alla realizzazione umana non esclude la sofferenza, anzi, insegna a vedere nella persona malata e sofferente un dono per l’intera comunità, una presenza che chiama alla solidarietà e alla responsabilità”. “È questo – esorta Francesco – il Vangelo della vita che, attraverso la vostra competenza scientifica e professionale e sostenuti dalla Grazia, siete chiamati a diffondere”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *