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MACERATA – Conoscere la Cina e le sue peculiarità per avere una giusta percezione che aiuti la permeazione economica nel paese. Da questo aspetto sono partiti i lavori del terzo forum Italia Cina dal titolo “Alleanze strategiche in Cina”, organizzato dall’Università di Macerata, grazie al contributo dell’Istituto Confucio diretto da Giorgio Trentin, per la parte italiana, e da Yan Chunyou per la parte cinese e del China Center diretto da Francesca Spigarelli. <>. Sulla stessa lunghezza d’onda anche i due direttori dell’Istituto Confucio. <>. Spesso ci si basa su preconcetti sbagliati. <>.

La Cina è cambiata molto negli ultimi anni. È cambiato l’orientamento strategico del paese verso le economie occidentali. Il governo centrale, come ha spiegato bene Laura Formichella dell’Università Tor Vergata, ha stabilito le linee guida che vedono la creazione di distretti e aree specializzate per ogni prodotto. Si sta cercando di sviluppare aree industriali diverse dalle attuali cercando di implementare cicli eco sostenibili. Terreno fertile per le aziende italiane che però non hanno dalla loro un’attenta programmazione dello stato centrale. Imprese come l’Invitalia, cercano di sopperire a queste mancanze perché l’Italia, comunque, come sostiene Elisabetta Muscolo, rimane un ottimo partner per la Cina con molte aziende che trovano sbocchi nel tessuto economico asiatico. A cambiare anche il modello dell’investimento soprattutto del capitale da mettere in campo per internazionalizzare in Cina. <>.

La Cina, quindi, ha deciso di aprirsi agli investimenti stranieri. Tre sono i settori su cui si punta per il futuro: ambiente, welfare e urbanizzazione. <>. Ma prima di imbarcarsi nell’avventura cinese c’è da informarsi molto bene per non naufragare nella vastità del tessuto economico. Il paese asiatico non ha alcuna intenzione di occidentalizzarsi in toto, ha solo voglia di rendere la sua economia globale. Si tratta di due culture diametralmente opposte, come ha sottolineato Barbara Pojaghi docente di psicologia Sociale, che entrano in contatto e che hanno bisogno di interfacciarsi per integrarsi.

Tra le differenze sostanziali di cui tener conto il diritto che, a differenza dell’Italia, non è sovrano ma deve sottostare alla politica in primis e a delle “perturbazioni” che lo influenzano. <>. Anche per ciò che concerne i contratti e le varie clausole non si può non conoscere il modo con cui i cinesi usano stipularli. In Cina esistono norme di carattere imperativo, ha precisato Enrico Toti dell’Università Roma Tre, e non sono vagliate le dovute attenzioni a clausole secondarie che poi diventano importantissime in un successivo momento. Ecco perché elemento fondamentale è conoscere la lingua alla perfezione per evitare il più possibile le ambiguità.

Ma l’economia cinese non è per tutti. <>. Cosa che invece utilizzano le grandi aziende asiatiche per entrare nel tessuto economico europeo. Di notevole interesse, in questo senso, la testimonianza di Delfino Corti che ha portato l’esperienza della Cifa, azienda europea, assorbita da Zoomilion group partner cinese.

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