FranciaDi Maria Chiara Biagioni
All’annuncio del rinvio della legge sulla famiglia, “la Manif pour tous” Francia esulta e parla di vittoria ma – promette – la battaglia continua. Non abbassa la guardia fino a che il governo e il presidente della Repubblica non daranno risposte certe e definitive. Migliaia di persone erano scese in piazza domenica 2 febbraio a Parigi e a Lione per scongiurare il pericolo che dopo l’approvazione della legge sui matrimoni gay, governo e presidente della Repubblica rimettessero mano alla legislazione sulla famiglia con lo scopo di estendere il diritto di procreazione assistita (Pma) alle coppie di donne omosessuali e la pratica della maternità surrogata (Gpa) alle coppie gay. L’annuncio del dietrofront è arrivato all’indomani delle manifestazioni di domenica: il progetto di legge sulla famiglia è stato rinviato a tempo indeterminato. Ufficialmente per un “calendario parlamentare troppo denso”, ma la marcia indietro è stata accolta come una vittoria agli occhi delle associazioni che aderiscono all’ormai conosciuto cartello “la Manif pour Tous”.
Una vittoria ma la battaglia continua. “Il rinvio sine die della legge sulla famiglia – si legge in un comunicato della Manif – è innanzitutto una vittoria dei bambini e delle famiglie. È una vittoria perché dei bambini avrebbero potuto essere privati di padri e di madri da progetti di legge che aprono alle tecniche di Pma per le coppie di donne e legalizzano gli uteri in affitto”. È anche un “riconoscimento della legittimità della mobilitazione di domenica” dopo un periodo in cui le rivendicazioni delle associazioni erano state presentate come “processi d’intenzioni e caricature”. Ma se questa decisione è una vittoria, la battaglia non finisce. “Se il governo spera di calmare la profonda preoccupazione che sentono le famiglie e la società, semplicemente rinviando l’esame di un disegno di legge, si sbaglia”, dice senza mezzi termini Ludovine de la Rochère, presidente della “Manif pour tous”. Si teme, infatti, che venga stravolto il rapporto di filiazione padre-madre-bambino. In particolare, attraverso la possibilità di accesso alla procreazione medicalmente assistita per le coppie di donne omosessuali e della maternità surrogata per le coppie gay. “L’annuncio del governo è un semplice rinvio al 2015. E noi – incalza de la Rochère – chiediamo un abbandono certo e definitivo di questi progetti”. Dal governo, dunque, si attendono assicurazioni perché vengano stoppati i progetti di legge di origine parlamentare su questi temi. “Sappiamo bene che la lobby Lgbt non rimarrà a braccia conserte dopo questo annuncio e cercherà tutti i mezzi per imporre la Pma e la Gpa”. Per questo, assicura de la Rochère, “restiamo vigilanti”.
 
Approvazione al Parlamento europeo del Rapporto Lunacek. Il fronte ora anche per “la Manif pour tous” francese si allarga all’Europa e dalla Francia la battaglia sbarca al Parlamento europeo dove è stata approvata ieri una raccomandazione che chiede alla Commissione europea, agli Stati membri e alle agenzie Ue di “lavorare congiuntamente” per una strategia europea pluriennale “volta a proteggere i diritti fondamentali delle persone Lgbt” Il documento, noto come Rapporto Lunacek, dal nome della relatrice Ulrike Lunacek che è anche co-presidente dell’Intergruppo Lgbt al Parlamento europeo, è stato approvato con 394 voti a favore e 176 contrari. “La Manif pour tous” francese ritiene il documento “un grave attentato ai diritti fondamentali dell’uomo e del bambino. Il rapporto Lunacek va al di là delle competenze dell’Unione europea. Invita gli Stati Membri a riconoscere le leggi più progressiste in materia di matrimonio e adozione delle coppie dello stesso sesso e introduce un’educazione sessuale secondo la teoria del genere fin dalla più tenera età. Sono questione di esclusiva competenza degli Stati membri”. “Da quando – chiede il portavoce della Manif, Jean-Pier Delaume Myard – si riconoscono i diritti fondamentali delle persone in funzione del loro orientamento sessuale? Questo testo è una aberrazione perché riduce le persone omosessuali alla loro sessualità”.

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