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PROVINCIA – Parlare dei testimoni per fare memoria.
Parlare delle vittime delle mafie come compito da custodire, perchè la mafia a molti può sembrare un qualcosa che non ci riguarda, lontana da noi geograficamente, ma le parole forti e appassionate di don Tonio dell’Olio hanno ricordato che così non è.
Don Tonio responsabile di Libera internazionale si occupa delle diverse mafie e conosce il mondo sudamericano. Anche nelle Marche ad esempio ci sono una ventina di beni confiscati alla mafia e riconvertiti in attività sociali, anche nella nostra città, veniva ricordata la recente intimidazione nella zona di Pesaro verso un terreno confiscato, da dove sono state portate via ben 40 piante di ulivo.
L’invito che è arrivato dall’incontro promosso da Libera e da molte altre associazioni del Territorio a Pagliare, è stato quello di individuare la mafia che è dentro di noi, non quella dell’immaginario con la coppola, ma di quegli atteggiamenti mafiosi che riscontriamo un po’ tutti: quando non si sa parlare di giustizia, si chiude un occhio tollerando forme di non legalità che portano un apparente ricchezza, si agisce con forme di ricatto, si chiedono favori…

Toccante la testimonianza degli zii di Attilio Romanò ucciso dalla mafia proprio il 23 gennaio di nove anni fa, che hanno fortemente ribadito con la voce spezzata che solo l’unione può combattere la mafia, che si appropria di tutto proprio la dove c’è il degrado e l’incapacità di difendere insieme la comunità in cui si vive. Attilio come don Pino, don Diana e tutte le altre vittime delle mafie, vittime senza distinzioni che fanno appello alla memoria come dovere di impegno. Significativo che il comune di Ascoli Piceno abbia deciso di intitolare una sala cittadina proprio alle “vittime delle mafie”. Forte è stato il richiamo di don Tonio alla memoria del nome per tutte le vittime, ci sono vittime ricordate come ad esempio la scorta di…. perciò senza nome. È un compito quello di custodire la memoria per il valore per cui ognuna di queste persone ha dato la vita. Dall’esperienza viva e concreta di incontro con i familiari delle vittime don Tonio ha ricordato come spesso questi dicano che i loro familiari si siano trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato, ma non è così  non erano loro ad essere nel posto sbagliato perchè erano nel loro luogo di lavoro, facendo il loro servizio, ma sono gli “altri” ad essere nel posto sbagliato. Così come bisogna combattere la criminalizzazione delle vittime che insinua il dubbio sul perché siano state uccise, o che se le siano cercata la morte avendo scelto di comportarsi a favore della legalità. Tutti atteggiamenti da cambiare. Tante vittime di provenienze diverse, scelte diverse, ma tutte hanno camminato nella stessa direzione, per una cittadinanza responsabile. La memoria non ha colore. Ci ricorda che tutti, sono chiamati a fare bene il proprio dovere, nell’impegno nelle proprie associazioni, perche antimafia si fa insieme, non è esclusivo delle forze dell’ordine. Don Tonio ha quindi sottolineato il coraggio di don Pino Puglisi e don Peppe Diana, che hanno trovato nella fede, il coraggio cioè della Parola, del vangelo, e delle parole, accanto al coraggio dei segni e dei gesti con i quali traducevano le parole e che le illuminavano. Parole con le quali hanno indicato il male dei loro quartieri, segni e parole nel contesto politico , sociale, geografico, nel quale hanno testimoniato anche il coraggio della vita, di una vita appassionata vissuta con uno sguardo capace di guardare negli occhi e parlare. Don Tonio ha testimoniato con i suoi tanti incontri, da don Tonino Bello a papa Francesco, che ha conosciuto quando era cardinale a Buenos Aires mostrando di conoscere bene il male della tangente come mentalità mafiosa presente ovunque. Un richiamo forte anche alla Chiesa che non ha saputo parlare di giustizia e dire con forza che ad esempio non pagare le tasse è peccato. E con questo richiamo a guardare la mafia dentro di noi per costruire insieme un paese più libero e giusto, ci impegniamo.

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