SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si celebra al giornata della Memoria in tanti modi. Fare memoria è, per i credenti in particolare, rendere attuale, non è semplicemente non dimenticare, ancora più del ricordare, che significa portare al cuore. Il fare memoria biblico è performativo, è rendere presente nell’oggi.”Noi ebrei – scriveva Martin Buber nel 1938 – siamo una comunità basata sul ricordo. Il comune ricordo ci ha tenuti uniti e ci ha permesso di sopravvivere…”. La memoria che viene celebrata nella giornata del 27 gennaio è rendere attuale, non il dolore, ma l’impegno perchè non si ripetano mai atrocità cosi grandi, perchè non venga meno l’impegno comune a costruire insieme la comunità civile a cui apparteniamo. Fare memoria del passato è conoscerlo, per non ripetere gli stessi errori. 

Fra i tanti modi di ricordare le atrocità e la spietatezza della persecuzione a milioni di ebrei, nella Chiesa della SS. Annunziata a Porto d’Ascoli, alcuni giovani hanno fatto un allestimento artistico. Una serie di scatti fatti nel campo di concentramento a Auschwitz di Adriano Cellini, che li ha messi a disposizione, sono stati disposti nel fondo della navata con un mucchio di scarpe e del filo spinato. Tra le scarpe non si possono non notare delle scarpette da bambino che richiamano alla memoria la poesia “Un paio di scarpette rosse” che in molti avran studiato a scuola. “Là dove si elimina Dio c’è la disumanizzazione, cosi come è avvenuto con il Nazismo o il comunismo che hanno prodotto i Gulag, i campi di concentramento” ha detto il parroco don Gianni.

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