Papa HollandeDi Maria Chiara Biagioni

Trentacinque minuti di faccia a faccia tra il presidente della Repubblica francese François Hollande e Papa Francesco. Un incontro molto atteso, sicuramente non facile, segnato alla vigilia da una serie di motivi di frizione e di malessere vissuto in alcuni ambienti cattolici di Francia nei confronti appunto della politica intrapresa da Hollande. Un incontro che, a detta di giornalisti ed esperti di politica internazionale, si è rivelato alla fine abbastanza tiepido, senza clamori e sorprese. Il comunicato rilasciato dalla Santa Sede ha come sempre toni abbastanza composti. Più convinti, invece, i commenti alla conferenza stampa romana del presidente Hollande, che aveva sicuramente puntato molto sull’incontro con Papa Francesco per ridare vigore a una presidenza resa particolarmente fragile da un periodo familiare turbolento che lo ha portato per giorni sulle prime pagine della cronaca internazionale.

Lunga è la lista delle “convergenze” che legano la Santa Sede alla Francia. Ma i temi convergenti appunto citati da François Hollande alla conferenza stampa romana sono tutti legati allo scenario internazionale: il Centrafrica con la visita a Parigi dell’arcivescovo e l’imam di Banguì; la Siria e l’appello per l’immediato cessate-il-fuoco e il via libera agli aiuti umanitari. E ancora il Medio Oriente e la “preoccupazione” per i cristiani che vivono in quella regione e hanno tutto il diritto – ha detto il presidente francese – a rimanerci. Nel corso dei colloqui Hollande ha voluto assicurare al Santo Padre che “la Francia difende la libertà religiosa”. È a questo punto che il presidente ha fatto riferimento agli “atti anti-religiosi” che hanno purtroppo preso di mira anche le chiese e le comunità cattoliche di Francia. “La laicità della Repubblica francese – ha detto il presidente – garantisce il rispetto di tutte le convinzioni e permette di vivere insieme con le stesse regole e gli stessi principi che valgono per tutti i cittadini”. Solo un accenno poi ai dibattiti più critici, quelli sul matrimonio, l’aborto, il fine-vita. Pur senza mai citarli verbalmente, il presidente ha assicurato che “il dibattito è possibile”, “su tutti i temi, anche quelli più delicati e seri”. Aggiungendo “in pieno rispetto dei nostri principi laici”.

Una petizione al Papa. In realtà sono proprio i temi del matrimonio, dell’aborto e dell’eutanasia ad essere al centro di una petizione che alla vigilia dell’incontro a Roma tra Papa Francesco e il presidente francese aveva già raccolto oltre 100mila firme. Nel testo, i firmatari manifestano direttamente al Santo Padre il loro “malessere” verso la politica intrapresa dal governo francese. Una petizione che i vescovi francesi non hanno voluto commentare. Sebbene però sui singoli argomenti, la Chiesa di Francia ha più volte preso la parola in questi ultimi giorni con documenti, comunicati e prese di posizione.

Il tono dell’incontro. “Caldo, freddo o tiepido? – si chiede su Le Figaro Jean-Marie Guénois -. L’incontro tra il Papa e François Hollande non ha provocato, né da una parte né dall’altra, alcun entusiasmo particolare”. Se non fosse per la partecipazione alla delegazione francese di padre Georges Vandenbeusch, rapito in Nigeria, che ha ricevuto da Papa Francesco un’accoglienza calorosa e commossa. Ci sono temi di convergenza, posizioni inconciliabili e temi in discussione possibili. Bisogna – scrivono su Le Monde Stéphanie Le Bars e David Revault d’Allonnes – evitare sicuramente l’inconciliabilità. “Da parte francese – aggiungono – si ambiva chiaramente a dimostrare, con questa prima visita presidenziale al Vaticano, che le tensioni persistenti tra una parte degli ambienti cattolici e il governo, sono in via di pacificazione”. E dopo la brutta storia del “mariage pour tous” bisogna “girare pagina, anche se le settimane a venire, potranno di nuovo offrire occasione di tensione sul fine-vita e la legge sulla famiglia”. “Le rendez-vous diplomatique”, titola invece La Croix l’editoriale della direttrice Dominique Quinio. “Per le autorità cattoliche – osserva Quinio – si trattava di far capire al presidente francese e al suo entourage che la posizione dei cattolici sulle questioni dell’aborto e del fine-vita non sono posizioni ‘religiose’, ma antropologiche”. Ed aggiunge: “La lotta per la dignità umana che conduce il Paese a denunciare i traffici degli esseri umani, l’indifferenza verso i migranti, lo scandalo delle povertà, si poggia sulle stesse convinzioni della difesa della vita, dal suo inizio alla sua fine”.

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