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DIOCESI  Pubblichiamo l’editoriale apparso sul settimanale cartaceo e a firma del nostro direttore Pietro Pompei “Caro Eccellenza, mi perdoni questo linguaggio familiare che mi aiuta nel confidarmi

Dopo tanti tira e molla, dopo tanti indovinelli, dopo tante persone in giro con stampato in faccia un punto interrogativo, è giunto il giorno in cui bisogna guardare in faccia la realtà e farsi da parte. È il momento della tristezza specialmente di chi è abituato ad avere l’agenda piena di impegni. Ci si trova disorientato nell’avere tanto tempo a disposizione che in momenti di sovraffollamento era stato anche desiderato. Se c’è una possibilità per superare questi momenti di depressione è quella che ci viene dalla coscienza di aver fatto il massimo perché gli anni trascorsi, come i talenti evangelici, siano stati messi a fruttare per quanto richiesto dalle proprie capacità, Io mi sento gratificato quando incontrando i miei ex-alunni mi fanno festa e leggo nei loro volti una gioia autentica.

Eccellenza in questi diciassette anni in cui ha guidato la nostra diocesi dobbiamo riconoscere di essere tutti migliorati per quell’insegnamento che è venuto da Lei che non si è accontentato di portare avanti il tempo nella monotona quotidianità. Abbiamo fatto esperienze che ci hanno resi capaci di entrare nell’intimo dei problemi, perché, specialmente ai giovani, ci ha messo in mano gli strumenti adatti per poterli risolvere. Da buon maestro ha cercato di semplificare anche le situazioni più contorte quando spesso più che il rigore era necessario la comprensione, la pazienza e il dialogo. È vero talvolta siamo stati ingenerosi e abbiamo visto nella sua persona quell’autorità che, in quanto tale, doveva essere ostacolata per una assurda manifestazione di libertà. Ella ha saputo pazientare e questo è stato un altro modo per portarci a riflettere e a limitare le conseguenze dei nostri errori. Il suo modo di schematizzare ogni comunicazione, ha reso tutto più fruibile e ci ha introdotti in problematiche che altrimenti sarebbe stato difficile entrare.

Eccellenza, lascia la Diocesi migliorata e questo lo si è potuto constatare nella parte dialogica del Sinodo, dove gli interventi sono stati sempre di buon livello e le decisioni prese frutto di discernimento.
Anche se nei riti una certa pomposità aveva il sopravvento, abbiamo sempre apprezzato la sua umiltà e la sua disponibilità, specie nei confronti dei sofferenti nel corpo e nello spirito. Se aggiungo che ci mancherà, potrebbe apparire una frase fatta e insincera, specialmente per quanti pensano che la sincerità sia merce rara nei nostri ambienti; ho fiducia nel tempo che è galantuomo, come scriveva Manzoni, e quando funzionerà nel suo valore di a priori kantiano allora la realtà e di conseguenza la verità appariranno nella loro interezza.

Caro Eccellenza, grazie veramente di cuore anche per la benevolenza, ma ancor più la stima sempre dimostrata nei confronti del nostro settimanale.
Il Verbo che si è fatto carne continui ad illuminarla perché la sua nuova vita sia piena di spiritualità, come ci auguriamo per la nostra. E grazie ancora di tutto.

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