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Di A. B.

DIOCESI – Attenti alla truffa!
In questi giorni diverse persone della nostra zona sono state vittime di una truffa on line: in un solo giorno di dicembre la Polizia di San Benedetto ha ricevuto più di trenta denunce. La truffa inizia quando, nella propria casella , arriva un messaggio «urgente» firmato da un conoscente. Ecco la tipica mail che si può ricevere e che deve insospettire:

“Ciao.
Spero ciò ti arrivi in tempo utile. Sono stato a Durham (o un altro paese) (Uk) e durante il mio soggiorno i miei documenti sono stati rubati insieme al mio passaporto internazionale e la mia carta di credito che si trovava nella mia borsa. L’ambasciata è disposta ad aiutarmi permettendomi di prendere il volo per il ritorno senza il passaporto perciò me ne hanno consegnato uno di breve durata; soltanto che devo pagarmi il biglietto e le spese inerenti il soggiorno in hotel. Con mio grande dispiacere ho scoperto di non poter accedere al mio conto per prelevare il fabbisogno monetario di cui necessito poiché non dispongo della carta di credito; per ovviare a tale problema, la mia banca ha bisogno di tempo per elaborare tutti i dati che mi servono per ripristinare il tutto. In tutto ciò ho pensato di ricorrere al tuo aiuto per far sì che io possa quanto meno tornare in patria: pensavo di chiederti un modico prestito che ovviamente ti restituirò non appena sarò tornato. Devo assolutamente essere a bordo del prossimo volo. Se puoi mandarmi i soldi, via Western Union sarebbe ottimo poiché è il modo più veloce che ho per ricevere la somma. Necessito della somma di 950 Euro per coprire le mie spese. Per favore, se potessi mandarmi i soldi mediante Western Union sito nella località più vicina a te, sarebbe molto più conveniente per me; credo che in 20 minuti verranno spediti e ricevuti da me. Sono spiacente per ogni inconvenienza tale disguido possa crearti. Posso mandarti i dettagli su come trasferire la somma. Spero di ricevere a breve la tua risposta.

Un saluto”
Un altro tipo di mail-truffa informa che, per aprire il testamento del padre, occorrono 1000 euro e che , al momento,non si hanno , ma ,se verranno spediti, verranno subito rimborsati grazie all’eredità. Oppure, ancora più intimidatorio, viene installato un sito porno che non si riesce a eliminare: l’hacker chiede soldi per disinstallarlo e consiglia di non andare da un tecnico in quanto , quest’ultimo, è obbligato a sporgere denuncia alla Polizia Postale.Gli hacker autori di queste truffe, riescono ad accedere ad alcune caselle di posta elettronica e a rubare le liste dei contatti, ecco perché i nomi ci possono sembrare tanto familiari. Dopo aver rubato la lista ,inviano una mail a tutti i contatti per chiedere dei soldi, raccontando le storielle di cui sopra.. In media , una persona per ogni mailing list invia dei soldi al’hacker, credendo di inviarli ad un amico in difficoltà. In più l’intero portale viene portato in lingua araba e la lista dei contatti cancellata. Così chi viene attaccato perde tutti gli indirizzi della rubrica e tutte le mail conservate.Tutte le mail inviate sono impostate con un inoltro ad un indirizzo esterno e lo stesso indirizzo è impostato come destinatario (se si prova a rispondere a una mail in uscita dall’ indirizzo attaccato). Anche un anno fa vi sono state segnalazioni simili, ma il fenomeno non è stato stroncato. In più, è molto semplice essere ingannati, dato che i nominativi di chi invia il messaggio sono spesso quelli di persone a noi conosciute e a cui non si potrebbe rifiutare un favore.

Come ci si difende in questi casi? Non bisogna agire d’impulso, prima di tutto occorre contattare gli amici o le famiglie e accertarsi che si trovino effettivamente all’estero e in difficoltà, altrimenti si rischia di non rivedere più i soldi e di questi tempi non è certo auspicabile. Va poi migliorata la sicurezza informatica. La truffa online è stata ormai denunciata tantissime volte alla Polizia Postale che consiglia – per ovviare all’inconveniente – di cambiare frequentemente le password del proprio account di posta elettronica. In genere gli hacker, una volta preso possesso della mail, modificano le impostazioni dell’account cercando di deviare la corrispondenza in arrivo verso una o più mail del tutto simili a quella del legittimo proprietario (in modo da indurre in errore i terzi, vere vittime potenziali della truffa). In alcuni casi si impossessano direttamente della casella postale nella quale appaiono una schermata bianca e spesso delle scritte in lingua araba. Una spiacevole situazione, che causa la perdita della corrispondenza e dei contatti (che possono

comunque essere recuperati con particolari procedure) e cancella ovviamente anche i dati contenuti negli smartphone e nei tablet collegati a quell’account mail.

Occorre, altresì, tener presente che chi riceve la mail, non è esente da rischi. Infatti gli hacker cercheranno di entrare entro la sua posta elettronica, con il conseguente azzeramento di tutto quello che contiene e invio del messaggio di richiesta soldi ai propri amici. La Polizia Postale invita, chi riceve queste mail, a cambiare password ogni mese, in quanto in un mese, non si riesce a trovare la combinazione di cifre e lettere che compongono una password. Inoltre, il sistema antivirus deve essere aggiornato in maniera costante.

Purtroppo si tratta soltanto di una delle migliaia e migliaia di truffe online, i cittadini sono a dir poco vulnerabili e ugualmente lo sono i dipendenti che si vedono recapitare una mail da quella che credono essere la loro azienda, ma si spera che questi avvertimenti siano il più possibile utili.

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