Piazza San PietroDa Zenit di Luca Marcolivio

Gesù, Maria e Giuseppe: una famiglia in cui tutti si possono rispecchiare, specialmente le famiglie sofferenti, alle prese con le difficoltà del quotidiano o, addirittura perseguitate, costrette all’esilio o alla fuga.

Durante l’Angelus di questa mattina, papa Francesco, con riferimento all’odierna festa della Sacra Famiglia di Nazareth, ha ricordato come Dio abbia voluto “nascere in una famiglia umana”, e abbia voluto avere “una madre e un padre, come noi”.

Il Vangelo di oggi “ci presenta la santa Famiglia sulla via dolorosa dell’esilio, in cerca di rifugio in Egitto”, con Giuseppe, Maria e Gesù che “sperimentano la condizione drammatica dei profughi, segnata da paura, incertezza, disagi”, ha sottolineato il Papa.

Al giorno d’oggi, quasi quotidianamente, “la televisione e i giornali danno notizie di profughi che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi, alla ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie”.

Nelle terre d’approdo, tuttavia, ha proseguito il Pontefice, “anche quando trovano lavoro, non sempre i profughi e gli immigrati incontrano accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di cui sono portatori” ed affrontano difficoltà a volte apparentemente “insuperabili”, vedendo tradite le loro “legittime aspettative”.

Fissando dunque lo sguardo sulla Santa Famiglia di Nazareth “nel momento in cui è costretta a farsi profuga”, papa Francesco ha esortato i fedeli a riflettere sul “dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, che sono vittime della tratta delle persone e del lavoro schiavo”.

Ci sono tuttavia, ha osservato, degli “esiliati nascosti” che vivono all’interno delle famiglie stesse: “gli anziani, per esempio, che a volte vengono trattati come presenze ingombranti”. Eppure “un segno per sapere come va una famiglia è vedere come si trattano in essa i bambini e gli anziani”.

“Gesù ha voluto appartenere ad una famiglia che ha sperimentato queste difficoltà, perché nessuno si senta escluso dalla vicinanza amorosa di Dio”, ha sottolineato il Santo Padre.

La fuga in Egitto, a causa delle minacce di Erode, è la dimostrazione che “Dio è là dove l’uomo è in pericolo, là dove l’uomo soffre, là dove scappa, dove sperimenta il rifiuto e l’abbandono” ma Dio è anche “dove l’uomo sogna, spera di tornare in patria nella libertà, progetta e sceglie per la vita e la dignità sua e dei suoi familiari”.

Inoltre, la Famiglia di Nazareth, si conferma un esempio per le famiglie di oggi, aiutandole a “diventare sempre più comunità di amore e di riconciliazione, in cui si sperimenta la tenerezza, l’aiuto vicendevole, il perdono reciproco”, ha aggiunto papa Francesco.

Come già fece in altre occasioni, tra cui il Pellegrinaggio delle famiglie a San Pietro, il Pontefice ha citato “le tre parole-chiave per vivere in pace e gioia in famiglia: permesso, grazie, scusa”; e ha invitato i fedeli a ripeterle in coro, ricordando che chi mette in pratica tali principi porta “pace e gioia” nella propria famiglia.

Le famiglie, ha proseguito Francesco, devono anche “prendere coscienza dell’importanza che hanno nella Chiesa e nella società”. In particolare l’annuncio del Vangelo passa attraverso di esse, “per poi raggiungere i diversi ambiti della vita quotidiana”.

Prima della recita della preghiera mariana, il Papa ha invocato Maria Santissima e San Giuseppe, chiedendo loro “di illuminare, di confortare, di guidare ogni famiglia del mondo, perché possa compiere con dignità e serenità la missione che Dio le ha affidato”.

Dopo l’Angelus, prima dei saluti finali e del congedo, il Santo Padre ha ricordato che il tema del prossimo Sinodo dei Vescovi sarà proprio quello della famiglia ed ha affidato a Gesù, Maria e Giuseppe tali intenzioni.

Papa Francesco ha infine pronunciato la seguente Preghiera alla Santa Famiglia:

Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.

Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole del Vangelo
e piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.

Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.

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