WP_20131222_004

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il pranzo di Natale è un momento importante e significativo per le famiglie: ci si riunisce, si scambiano i regali, si mangia le cose tipiche della tradizione, si gioca a tombola… è festa. Ma la festa si può vivere ricordandosi di chi non ha con chi condividere il pranzo di Natale, di chi fa fatica nella vita, dei poveri. Il pranzo di Natale nella Chiesa della SS. Annunziata, a Porto d’Ascoli, il 25 dicembre è molto di più che offrire il pranzo a chi anche nel giorno di Natale è solo o non ha dove e cosa mangiare, è condividere la festa come una grande famiglia nella casa di tutti che è la Chiesa. Una festa da vivere insieme nella convivialità senza mai dimenticare l’accoglienza e la semplicità, perché è si un giorno speciale, è Natale, ma non deve dimenticare tutti gli altri giorni. Sono stati consegnati numerosi inviti per informare e chiamare al pranzo di Natale con l’aiuto della Caritas, dei giovani e di tutti coloro che semplicemente hanno consegnato l’invito a persone incontrate per strada in questi giorni.

Da parecchi anni ormai la Chiesa della Ss. Annunziata, dopo la messa delle 11.15, verso le 12.30,  si trasforma in una grande sala da pranzo, e anche domani, giorno di Natale, la tavola preparata durante l’avvento di quest’anno si allarga a riempire tutta la chiesa per accogliere più di 200 persone. I preparativi hanno coinvolto e coinvolgono molte persone della comunità e non solo, i bambini della scuola preparano come tutti gli anni i segnaposto, chi vuole porta la mattina di Natale un timballo già cotto e pronto, giovani e adulti in poco tempo preparano la Chiesa allestendo i tavoli al posto dei banchi, altri cucinano, servono, intrattengono, giocano come in tutte le case.

Nel sussidio dell’avvento con il quale ogni parrocchia della diocesi si è preparata al Natale, c’è anche la testimonianza di Aurora e Anna che raccontano della decisione e della partecipazione alla realizzazione del pranzo di Natale:

“I preparativi per il pranzo di Natale 2013 sono iniziati. La macchina si è messa in moto. Il lavoro è grande per persone limitate come noi, ma il motore che ci muove è immenso: l’Amore del Padre per noi e per gli ultimi. Mi torna in mente quando alcuni anni fa l’idea ci accarezzava e timorosi iniziammo a mettere giù l’idea. Siamo partiti con piccoli numeri, ma con grande sforzo d’amore. Le titubanze erano molte: trovare l’occorrente, organizzare… e personalmente mi sembrava impossibile lasciare il classico pranzo di Natale in famiglia. I primi anni partecipavo come potevo alla preparazione ma parallelamente anche a quella casalinga e rimanevo con i miei alla festa di casa. Poi con grande sorpresa siamo riusciti a collocarci tra le due famiglie, preparativi insieme a casa, poi tutti e quattro al pranzo di Natale della grande famiglia in parrocchia. Rivedo Mario, mio marito, il mattino di Natale che amava alzarsi presto, prendere il caffè e dire: “Vado a preparare le pentole!”.

I miei figli hanno accettano sereni di venire con noi e così tutta la famiglia con grembiuli, mestoli e timballo va in parrocchia, dopo aver abbracciato e fatto gli auguri ai nostri cari a casa. Lì tra pentole fumanti, timballi profumati, cesti di frutta, olio scoppiettante il Signore ci sorregge e ci illumina con la pioggia o con il sole. Ci sorride nei visi di coloro che accorrono per dare una mano: portare un timballo, spostare i banchi, servire, lavare… Ma il sorriso più dolce, lo sguardo più amorevole sono i volti dei tanti fratelli che arrivano per vivere un giorno di serenità e di condivisione tra le braccia della Chiesa. Una chiesa trasformata in un baleno in un altare immenso, lungo e largo quanto le navate. Non è facile esprimere quello che si prova, è talmente grande, il solo pensiero fa traboccare il cuore di gratitudine per il dono che il Signore ci fa. È più grande ciò che si riceve che quello che si dà. Non si sente la fatica, si corre quasi leggeri fin quanto tutto torna a posto, in ordine. A sera stanchi, soddisfatti, straripanti di gioia si dimenticano gli inciampi, la fatica e si torna nella nostra casa. Non è un Natale lontano da casa, ma un Grande Natale in una Famiglia allargata nella casa del Padre. Per questo Pranzo di Natale Mario ci guarda dal cielo, insieme con mamma e i nostri cari, e sarà lui che chiamerà qualcuno ad andare a preparare le pentole e a metterle in ordine al suo posto… Chiedi e ti sarà dato. Questo è il pranzo di Natale per noi tutti.”  (Aurora)

“Ho avvertito un abbraccio particolare, quando mi è stato chiesto di parlare del pranzo di Natale in chiesa. È da tempo che sentivo, quella voce che mi spingeva a cercare oltre, non volevo più soffocarla. Ero stanca di un Natale fatto di corse affrettate per la scelta di un menù, scambi di regali circondati dai propri parenti.

Mentre Gesù piccolo e povero, forse non si stanca delle vetrine, delle luci e delle mangiate esagerate, e continua a nascere tra noi, è bello scoprire che è meglio dare che ricevere. Quando ho saputo del pranzo in chiesa mi chiesi come farò? Riuscirò a coinvolgere mio marito e i miei figli? Dio mi ha permesso di far sì che prendesse forma questo desiderio: poter servire e amare gli altri in maniera gratuita. Ho scoperto che più si ama più si serve, più si dona agli altri più si e grandi.” (Anna)

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *