famigliaDi Daniele Rocchi
“Da soli si va veloci, insieme si va più lontano”: recita un proverbio africano Daniela Monni, direttrice della Caritas dell’arcidiocesi di Perugia, per raccontare l’impegno della sua Caritas per fare fronte alle crescenti richieste di aiuto che arrivano ai centri di ascolto delle 130 parrocchie dell’arcidiocesi. Di professione imprenditrice, ben conosce il dramma che si cela nella perdita di lavoro. Nella Perugia illuminata e tirata a lucido per le feste di Natale la solidarietà non va in vacanza. “I bisogni di tanta gente in tempi come questi vengono sentiti con maggiore gravità e senso di solitudine. Per questo – spiega Monni – le nostre opere di accoglienza continueranno a prestare servizio anche durante le festività. Quello che ci ha colpito maggiormente sono le letterine di Natale scritte dai bambini ospiti nei nostri centri. I doni più richiesti non sono giocattoli ma un lavoro per i genitori. Chi viene nei nostri Centri di ascolto chiede lavoro non soldi”. E non sono solo migranti a farlo. Dal 2008 “anche tante famiglie italiane. Nuclei che un tempo vivevano più che dignitosamente oggi non riescono, a causa della perdita del lavoro, a far fronte a scadenze come affitti, mutui e bollette”.
“Da soli si va veloci, insieme si va più lontano” vuole significare anche uno stile di servizio che punta sulla sinergia per migliorare l’accoglienza nelle opere segno diocesane: “una mensa dove passano circa 35 persone al giorno mandate dai Servizi sociali comunali oltre che dai nostri Centri di ascolto, un dormitorio maschile di 15 posti, una casa di accoglienza per mamme con bimbi gestita dalle Suore Vincenziane, un centro di ospitalità, le Querce di Mamre, per persone con temporanea difficoltà, poi ci sono comunità di associazioni come ‘La Cordata’ che ospita giovani con disagio sociale, l’emporio solidale sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Presto – aggiunge la direttrice – attiveremo la raccolta di cibo in deperimento nei grandi supermercati per ovviare alla mancanza, dal 31 dicembre prossimo, degli aiuti alimentari della Agea, (Agenzia per le erogazioni in agricoltura)”. Ma la crisi ha anche risvolti positivi, e non è un paradosso: “in questi momenti di difficoltà assistiamo ad un emergere della solidarietà e della carità all’interno delle famiglie e delle chiese locali. C’erano parrocchie dove la Caritas non era presente mentre ora è un fiorire di Caritas in tutto il territorio. Attualmente sono oltre duemila volontari attivi nelle chiese e Caritas parrocchiali dell’arcidiocesi che cercano di rispondere ai bisogni delle migliaia di persone che vengono nei centri di ascolto ogni anno”. Un circolo virtuoso che si alimenta di sinergie con tante associazioni, come Acli, Giuristi cattolici, Medici cattolici e con le Istituzioni. “Stiamo predisponendo – spiega Monni – un protocollo, attivo da inizio 2014, con il Comune per unire gli sforzi e offrire un servizio in cui le risorse non si disperdano in tanti rivoli. Solo collaborando si ottengono risultati. Non cancelleremo la povertà ma avremo aumentato la vicinanza alle persone”.
Un Villaggio della carità. “Investire sulla solidarietà è la sola via che può strapparci alla crisi” dichiara la direttrice della Caritas ed è in questa prospettiva che va letto il nascente Villaggio della Carità “Sorella Provvidenza” che verrà inaugurato alla fine di gennaio. Realizzata in un immobile dato in comodato d’uso per 20 anni dalla provincia dei Cappuccini alla Caritas di Perugia, la struttura, composta da 6 appartamenti da 160 metri quadri l’uno, è nella parrocchia di san Barnaba, e ospiterà i servizi di aiuto e assistenza già attivi in diverse zone della città. Accoglierà minori, famiglie in difficoltà abitative, disoccupati, padri separati, ex detenuti in cerca di lavoro. Giancarlo Pecetti, referente Caritas del progetto è sicuro: “Il Villaggio darà ulteriore impulso ai servizi di accoglienza dell’arcidiocesi. Le persone bisognose potranno trovarvi un Centro di ascolto, un presidio medico gestito dall’associazione medici cattolici, sportelli legali e patronati promossi dai giuristi cattolici e dalle Acli e altri servizi forniti da associazioni come quella dei volontari perugini che prestano opera nelle carceri e negli ospedali. Il desiderio è dare ulteriore segno concreto di vicinanza a tutti. Crescono i bisogni ma deve crescere anche la risposta. Non possiamo lasciarli soli”. Un parere condiviso anche da monsignor Paolo Giulietti, vicario generale dell’arcidiocesi di Perugia per il quale si tratta “di fare un uso intelligente degli aiuti. Sostenere con essi anche la speranza di ripartire, di ricostruirsi una vita e non perpetuare agonie. Fare rete è una strategia e non solo una necessità. Concertare gli interventi, ottimizzare le risorse per dare risposte puntuali e anche pastoralmente efficaci. La crisi ci ha fatto scoprire che il bisogno è accanto a noi, nel nostro palazzo, nel nostro ambiente di lavoro, tra i nostri amici. Questa consapevolezza deve stimolare l’animazione della carità”.

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