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Il Papa si confessa ogni 15 giorni, e noi? Un testo per confessarsi bene

Foto di Gruppo Sacerdoti

Di Padre Gabriele di Nicolò

DIOCESI – L’avvento è un tempo prezioso dove ci è ricordato anche ed ancora una volta la possibilità del dono della riconciliazione.
Dedicati qualche minuto per prepararti bene a questo importante Sacramento.

Anzitutto si deve riconoscere che tra tutti i sacramenti, quello della Confessione (così siamo abituati a chiamarlo, ma meglio sarebbe usare il termine “Riconciliazione” o “Penitenza”) è il più in crisi oggi.

Ciò perché è cambiato il modo di porsi di fronte al peccato; è cambiato il modo di concepire la fede, oggi è vista prevalentemente come un fatto privato in cui la Chiesa non è tenuta ad entrare.

E poi l’uomo che, con la sua intelligenza, tanta strada ha fatto negli ultimi tempi, è giunto spesso a convincersi di essere lui stesso il solo costruttore della storia, l’unico a poter decidere ciò che è bene e ciò che è male, fino a ritenere illogico dover rendere conto a Dio, o, peggio ancora, a un ministro di Dio, del proprio comportamento, delle proprie scelte.

È difficile scrollarsi di dosso quella patina di pigrizia e di orgoglio che spesso fa rimanere a lungo lontano da Dio l’uomo fragile e peccatore, che intanto tenta di convincere la propria coscienza ripetendosi: “Perché confessare i propri peccati ad un uomo, quando posso farlo direttamente con il Signore?”. Suona bene, è vero, ma nella maggior parte dei casi è un’illusione. Chi parla così non conosce il pericolo dell’autoinganno. Chi fa così celebra il trionfo dell’autoillusione.

Eppure il nostro papa Francesco ci ripete spesso che Dio è misericordioso, ama tutti e vuole accogliere tutti senza escludere nessuno, e questa misericordia si sperimenta nella Chiesa, che è madre.

Allora ci pare opportuno dare alcune indicazioni su come celebrare e vivere il Sacramento della Riconciliazione (o Confessione) in modo che ci sia veramente di aiuto e produca in noi dei frutti che possiamo sperimentare realmente.

1. ANZITUTTO OCCORRE PREPARARE LA CELEBRAZIONE.
Come per tutti gli altri sacramenti, anche la celebrazione della Riconciliazione richiede un contesto di preghiera, di lode a Dio, di contemplazione. Troppo spesso viene ridotta a delle cose da dire e da fare, senza una preparazione spirituale nella preghiera, con il rischio di confessarsi molto male, perché tutta l’attenzione e posta sul nostro IO (e i suoi peccati) e non su DIO (e sulla sua misericordia). Questo ci blocca nella vergogna e nel disagio!

Perciò iniziamo la PREPARAZIONE ALLA CONFESSIONE con un momento personale di preghiera, rivolgendo a Dio il nostro bisogno di essere amati da Lui, lodandolo perché Lui è misericordia infinita e gratuita (non abbiamo fretta di iniziare subito a fare l’indagine dei nostri peccati!).

Questo primo momento richiede una preghiera di lode e di benedizione a Dio (si può saggiamente usare un salmo o una preghiera personale).

Questo primo momento è chiamato nella tradizione biblica della Chiesa “CONFESSIO LAUDIS”; per prima cosa confesso, proclamo la bontà di Dio per me.

Occorre prepararsi con l’atteggiamento interiore: è un momento di preghiera, di incontro con Dio. Dopo aver proclamato la bontà del Signore, professiamo che questa bontà oggi è per noi. Credo che Dio ama me, perdona me, con tutte le mie miserie e infedeltà. Proclamo l’amore di Dio per me.

Occorre avere l’umiltà di chi sa di essere un “dis-graziato” che sarà “graziato”.

Per questo con fiducia a Dio si apre il cuore, senza vergogna e a Lui si confessa il nostro peccato e il nostro dolore per esserci separati da Lui.

Chiamiamo questa professione di fede “CONFESSIO FIDEI”: Signore, in questo sacramento celebro la tua fedeltà per me!

A questo punto, confronto la mia vita con il Signore Gesù. E’ il momento che tradizionalmente viene detto ESAME DI COSCIENZA: leggo la mia vita ALLA LUCE DEL VANGELO!

(Com’è la mia vita rispetto a quella di Gesù, che è il mio punto di riferimento, l’unico modello? Vivo secondo la mia dignità di figlio di Dio? E individuo le mie distanze da Lui).

Verifico ciò che normalmente vivo, nei miei atteggiamenti più profondi … se vivo con la coscienza di essere figlio di Dio!

Mi chiedo se nella normalità del mio agire vivo in relazione a Dio, con fiducia e carità, o vivo come se Dio non esistesse …

Il problema non è tanto cosa faccio, ma con che cuore, con che intenzione. Magari non ci capiterà di fare peccati gravi, magari eviteremo di fare il male, ma la questione è se sto facendo il bene, tutto il bene che Dio mi offre?

La verifica di vita la chiamiamo “CONFESSIO VITAE”, cioè dico davanti a Dio com’è la mia vita.

Dopo aver lodato Dio, dopo avergli chiesto il perdono, dopo aver verificato la mia vita alla luce del Vangelo, occorre esprimere il SINCERO PENTIMENTO E SERIO PROPOSITO DI CAMBIARE VITA, come mia risposta al perdono che gratuitamente Dio mi offre e come segno della mia adesione a Lui. Il proposito deve essere un gesto reale con cui la mia vita si impegna a rinnovarsi nella fedeltà a Dio.

Sarebbe fruttuoso che ogni penitente individuasse la penitenza­/proposito che ritiene opportuna per il proprio cammino spirituale e la verifichi in confessione, con il sacerdote.

Come si può notare:
a. LA QUALITA’ DELLA CELEBRAZIONE DELLA CONFESSIONE dipende moltissimo da come è stata vissuta la preparazione.
Se non ci si prepara bene, con calma e disponibilità, se non si prega… è difficile credere che stiamo celebrando la misericordia di Dio per noi.

b. Se spesso si fa fatica a confessarsi è perché manca totalmente questa pazienza nel preparare il sacramento e si salta subito ad una veloce verifica della nostra vita, individuando non ciò che è peccato, ma ciò che ci crea disagio; e con difficoltà si comprende il significato e tutta la bellezza della celebrazione.

c. E’ possibile celebrare esternamente il sacramento, ma senza la preghiera e la fiducia in Dio. Per questo spesso affiora la disaffezione, la vergogna, il senso di scrupolo e del precetto, la paura di essere giudicati, il peso per un sacramento che non ci da’ gioia. Per questo poi nella vita facciamo fatica a perdonare e a dare misericordia!

2. COME CELEBRARE IL SACRAMENTO
– Accostarsi con atteggiamento di fede, iniziando a lodare e ringraziare per i doni che ho ricevuto … “vorrei ringraziarti Signore per questo … (confessio laudis).
– chiedo perdono per i doni che non ho saputo accogliere e per gli atteggiamenti di rifiuto che volontariamente ho assunto verso il Signore e i miei fratelli (confessio vitae)
– chiedo al Signore che mi aiuti nel mio cammino di fede e individuo un proposito-penitenza per rimediare e rafforzare in me la vita spirituale: la penitenza, che scelgo o mi viene proposta dal sacerdote, è segno del mio impegno di conversione e di riparazione del male compiuto (confessio fidei).
– ascolto con fede a e attenzione le indicazioni del sacerdote come orientamenti per il mio cammino di fede (consiglio spirituale)
– chiedo perdono al Signore con una preghiera penitenziale (es. Atto di dolore)
– ricevo dal sacerdote l’ASSOLUZIONE DEI PECCATI: è il momento centrale della celebrazione sacramentale, in cui Lo Spirito Santo, mi rinnova nel perdono di Dio.

MI VIENE RESTITUITA GRATUITAMENTE LA MIA DIGNITA’ DI FIGLIO DI DIO, sono ancora creatura nuova, capace di fare il bene e di vivere secondo il cuore di Dio.

– dopo la confessione, mi fermo brevemente per ringraziare il Signore per la sua bontà infinita che mi ha donato.

3. ALCUNI SUGGERIMENTI PER LA CELEBRAZIONE
– Trovare un momento dedicato alla celebrazione della mia confessione. Un momento che mi permetta di fare le cose bene, senza fretta, con un reale spirito di preghiera. Celebrata così, la confessione è fruttuosa.
– Creare nel nostro cammino spirituale un RITMO PENITENZIALE, valorizzando il dono di essere in comunione con Dio (e quindi posso serenamente fare la comunione, se la mia vita è normalmente fedele a Lui).
Quando mi accorgo di gravi distanze da LUI, prima di accostarmi alla comunione, al più presto, celebro il sacramento della riconciliazione (non è bene rimandare, temporeggiare!).
– Con onestà evitare i pretesti:
“faccio sempre gli stessi peccati” (infatti la piccola goccia che cade sempre sulla stesso punto della roccia crea della voragini)… “Non miglioro mai” (proprio per questo ho bisogno di Dio!).
La confessione non è il nostro sforzo di migliorare, ma si va a ricevere, come persone povere e bisognose, la grazia del Signore. Abbiamo bisogno del suo amore!
– E’ bene durante la Messa evitare di celebrare il sacramento della confessione per evitare di partecipare bene e interamente ad una cosa, ma non all’altra, oppure di non vivere bene nessuna delle due.

CONFESSIONE È CONVERSIONE
LA COSA PIU’ IMPORTANTE nel Sacramento della riconciliazione è che Cristo abbia un ruolo di primo piano nel sacramento, PERCHE’ il Sacramento non è solo un atto umano, ma è un atto divino. PERCHE’ il Sacramento è essenzialmente azione dì Cristo.
LA COSA PIU’ IMPORTANTE nel Sacramento della riconciliazione NON sono i nostri peccati, NON è neppure il nostro pentimento, NON è l’accusa, NON è il confessore che accoglie l’accusa, MA L’INCONTRARSI CON CRISTO.
RICEVERE BENE IL SACRAMENTO significa:
·incontrarsi veramente con Cristo,
· essere toccati dalla sua potenza guaritrice,
· tornare al Padre accompagnati da Cristo,
· essere riconciliati al Padre per mezzo di Cristo,
· essere ricreati dalla vitalità dello Spirito Santo.

LA NOSTRA RESPONSABILITA’ nel sacramento è racchiusa tutta in una parola:
CONVERSIONE.
PERCHE’:
· è solo questo che opera la rottura col male,
· è solo questo che esprime la buona volontà dell’uomo,
· è solo questo che Gesù chiede all’uomo,
· è solo questo infatti lo scopo supremo,
dell’incarnazione, passione e morte di Cristo questo il dono più straordinario di Dio all’uomo.

CONVERSIONE:
Quando Cristo si presenta al mondo riassume così il suo messaggio: “il tempo è compiuto il regno di Dio è vicino convertitevi! e credete al Vangelo” (MC. 1,15).
E’ questo che Gesù ribadisce nella sua vita pubblica: “non sono venuto per chiamare i giusti ma i peccatori” (MT. 9,13 ).
E’ questo che Gesù sottolinea quando trasmette la sua missione ai dodici:
“Pace a voi! come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi: ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete non saranno rimessi” (GV.20,21)

CONVERSIONE: DA DOVE COMINCIARE?
* DISORDINI:
– dove c’è un disordine mettere ordine con la forza di Cristo.

* PIAGHE:
– dove il disordine ha fatto piaga curare la piaga, con la forza di Cristo.

* RESPONSABILITÀ TRADITE:
– dove c’è una responsabilità tradita, ripararla con la forza di Cristo.

TENIAMO PRESENTE:
NON: “mi pento e lui mi perdona”, MA: “lui mi ama e mi perdona sempre, perciò mi pento”.
E’ sempre Cristo che deve essere al centro del Sacramento.
L’amore di Cristo che rivela e attua il perdono di Dio: questo è il Sacramento.
Proviamo a “leggere” il Sacramento in una di queste pagine: Lc. 7,36-50; LC.15,11-32;
Mt.18;21-35; Lc.19, 1-10; Gv. 8, 1-11.

CONVERSIONE: SEI SEGNI DI UNA CONVERSIONE AUTENTICA.
– CONCRETEZZA: una conversione aerea non è una conversione, deve partire da cose molto reali e concrete.
– COSTANZA: senza il segno della costanza la conversione non è seria.
– RADICALITA’: una conversione che gioca con i compromessi non può chiamarsi conversione.
– AMORE: la conversione deve essere una risposta di amore a Dio deve scaturire dall’amore non dal timore.
– CON LA FORZA DI CRISTO: la conversione deve poggiare sulla forza che viene da Cristo, non sulla nostra forza soltanto.
– VOLONTA’ DI RIPARAZIONE: se la conversione è seria il bisogno di riparare al male fatto è impellente.

IN CONCRETO CHE COSA FARE?
– TOGLI LE MASCHERE:
scendi nell’intimo della tua coscienza, entra in contatto con la tua realtà di peccato, senza scoraggiarti, pregando, implorando luce. Solo pregando molto potrai essere schietto e non perderai la pace.

– PRECISA A TE STESSO IL TUO MALE.
Non perderti nei dettagli ma va diritto a ciò che in te è disordine e piaga. Va’ diritto alle tue responsabilità manca te, Va’ alle cose più gravi e lascia da parte le mancanze secondarie.

– INTERROGA CRISTO sulla tua riparazione: senza riparazione non c’è volontà seria di lotta e di distacco dal male

– PREVENIRE E’ IMPORTANTE.
E’ importante come riparare: interroga nella preghiera Cristo sui mezzi più idonei per te per staccarti dal male e per essere costante nella lotta.

– GETTA TI AI PIEDI DI CRISTO facendo al sacerdote una confessione schietta e umile come la faresti a Cristo.

– POI APRI IL CUORE ALLA GRATITUDINE E ALLA GIOIA:
dopo il perdono di Dio custodisci con cura la gioia della tua purificazione .Donati alla preghiera e alla carità con molto Impegno.

– DA’ MOLTO SPAZIO prima – durante e dopo il Sacramento alla lettura della Parola di Dio. Leggi e rileggi la passione del Signore.

SCEGLI UNA PAROLA DI VITA che sigilli il ricordo della riconciliazione avvenuta.

INGENUITA’ DA EVITARE
Non attendere effetti miracolistici dal Sacramento.
Normalmente una guarigione spirituale è molto differente da una guarigione fisica;
la guarigione spirituale è una forza che Cristo infonde nella tua vita, forza che non ti esime mai dalla collaborazione.
Non credere che ricevuto il Sacramento con fede la lotta sia finita.
La conversione non è un atto automatico.
Normalmente solo se preghi con metodo e costanza e in modo proporzionato ai tuoi problemi la tua conversione avrà la garanzia di serietà.
Non credere che la liberazione di Cristo dal male ti renderà immune dai riflessi del male. Normalmente solo se saprai organizzare una valida difesa alla tua debolezza attraverso un programma di vita pratico, intelligente e concreto, la tua conversione starà in piedi e progredirà.
Non credere che la conversione sia un fatto chiuso, limitato nel tempo.
Normalmente la conversione è solo l’inizio di un cammino nella fedeltà a Dio.
Chi non è deciso a crescere nella sua conversione è destinato a regredire.
Non dire che fatto il Sacramento con diligenza è tutto fatto.
No. Questo è magia. Non è tutto fatto ma comincia tutto. Comincia tutto ma con possibilità nuove, con mezzi nuovi più potenti di lotta. Devi capire che il Sacramento è una realtà di fede che ti tocca realmente e ti cambia realmente. L’opera del Sacramento non la vedrai subito ma scatterà al momento giusto, forse in modo stranissimo: dopo un incontro, un libro, una testimonianza, un’ispirazione, una gioia, una pena … tutti mezzi con cui lo Spirito al momento giusto lavorerà in te per svegliarti, per ricordarti gli impegni, per stimolarti.
Non attenderti un incontro sensibile con Cristo nel Sacramento.
E’ un incontro reale ma nella fede, è normale che tu non senta niente. Qualche volta però è anche sensibile questo incontro: allora ringrazia Cristo di cuore, ma non attendere che sia toccata la tua sensibilità.
L’incontro di fede con Cristo toccherà la tua volontà: lo sperimenterai al momento giusto se hai fatto tutta la tua parte nel ricevere il Sacramento.
Prima di confessare i tuoi peccati, confessa un’altra cosa più importante.
Confessa l’amore di Dio per te! Mettiti con tenerezza di fronte al Padre e dà sfogo alla riconoscenza: confessa la bontà di Dio per te, mettiti di fronte al suo amore con molta profondità: se non ti accorgi del suo amore di dove farai partire il tuo pentimento.
Confessa la tua fede nella potenza guaritrice di Cristo. Esprimi a Cristo la tua fede. Grida la tua fede a Cristo come il cieco di Gerico, come il lebbroso.
Confessa la tua speranza nello Spirito Santo.
Dichiara allo Spirito che speri in lui, che ti fidi di lui, che ti abbandoni in lui, che non avrai paura del dopo confessione.
Se credi, accompagna la confessione dell’ amore del Padre col salmo 102 (Benedici il Signore anima mia), la confessione della potenza del Figlio col salmo 129 (Dal profondo a te grido), la confessione della speranza nello Spirito col salmo 50 (Pietà di me o Dio).

Buona Confessione!