imageROMA – Giovedì 12 dicembre alle ore 16.30 presso Palazzo Massimo alle Terme è stato presentato il volume “Primi cristiani. Le storie, i monumenti, le figure” di Fabrizio Bisconti, edito dalla Libreria Editrice Vaticana. L’autore, oltre ad essere docente ordinario di archeologia e iconografia presso l’Università Roma Tre, è sovrintendente archeologico delle catacombe.

L’incontro si è aperto con l’intervento del direttore della LEV don Giuseppe Costa che ha sottolineato come la casa editrice non si occupi soltanto di pubblicare ciò che riguarda il magistero papale, ma spazi anche su tutto ciò che il cristianesimo ha generato, anche in termini culturali.

Ha preso poi la parola il professor Paolo Liverani, docente di Topografia dell’Italia Antica presso l’Università di Firenze, che ha illustrato i contenuti del libro. Il volume raccoglie alcuni saggi che Bisconti ha scritto nell’arco degli ultimi cinque anni per l’Osservatore Romano e che hanno per oggetto le varie espressioni artistiche dei primi secoli dell’era cristiana.

Il professor Liverani ha evidenziato come tutti i testi dell’autore si muovano su un doppio binario: da una parte l’interesse per l’iconografia, dall’altro l’attenzione al dato letterario e alle fonti scritte del cristianesimo primitivo.

A livello geografico, le opere trattate appartengono ad una vasta area che abbraccia Roma, Napoli, Siracusa, Milano e Cimitile.

Il docente ha paragonato la lettura di un’opera d’arte alla visione che si può avere del colonnato del Bernini in piazza San Pietro: se ci si pone su uno dei due fuochi della piazza, è possibile vedere una sola colonna, ma se ci si sposta, anche di poco, è possibile vedere anche le colonne che sono dietro. Allo stesso modo, quando si guarda un’immagine, si deve tentare di scorgere cosa c’è dietro, bisogna vedere cosa ha portato l’autore a concepirla in quel modo, è necessario contestualizzarla. Da un simile modo di approcciarsi all’immagine scaturirà un incredibile bagaglio di informazioni.

A titolo d’esempio, e per mostrare come l’autore si è mosso nella sua opera, sono state mostrate alcune opere d’arte prese in considerazione nel volume, come la cappella di Sant’Aquilino nella basilica di San Lorenzo a Milano, primo esempio di mosaico a sfondo dorato (nei mosaici più antichi lo sfondo è solitamente blu). La basilica nella quale la cappella è inserita testimonia il passaggio dal paganesimo al cristianesimo, essendo stata costruita col materiale proveniente da un antico ed imponente anfiteatro.

L’immagine poi veicola contenuti più propriamente teologici, come ad esempio può risultare confrontando le rappresentazioni degli eroi pagani con quelle dei santi cristiani. Mentre i primi stanno a metà strada fra l’umano e il divino, ma maggiormente assorbiti da quest’ultima dimensione, nel caso della raffigurazione dei santi, essi sono concepiti come mediatori che conducono e accompagnano lo spettatore all’immagine di Cristo, come possiamo ammirare in molti mosaici antichi.

È infine intervenuto l’autore ringraziando tutte le persone che nel corso di due anni lo hanno coadiuvato nella realizzazione dell’opera che ha definito una “cassetta degli attrezzi” per gli studenti universitari.

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