spose bambinePur essendo illegale, nella parte occidentale del Nepal è ancora viva, popolare e molto estesa la pratica di rapire bambine e adolescenti per darle in sposa a giovani uomini. Deriva dalla tradizione culturale e religiosa induista – il rito si celebra durante il Kojagrat Purnima, il giorno di luna piena che cade durante il Diwali, la “festa delle luci”, quando, durante la notte, i maschi competono tra loro per “aggiudicarsi” la più bella – che dà la possibilità all’uomo di sequestrare la ragazza che gli piace e portarla con sé a casa. A quel punto, la ragazza non ha chance a disposizione: non può che accettare il matrimonio forzato. I rapimenti delle ragazze non vengono mai denunciati, per paura di ritorsioni e non sono pochi i casi di uomini anziani che mandano i ragazzi a compiere i rapimenti, per poi prendere in moglie le ragazze. Molte bambine cadono vittime di questa pratica e anche per questa ragione molte persone e gruppi nepalesi – personalità del buddismo, del cristianesimo, dell’islam e anche dell’induismo – si battono per abolirla.
Il Nepal ha firmato la risoluzione Onu contro le spose-bambine. Ad eccezione proprio del Nepal – dove evidentemente la pressione esercitata negli ultimi tempi ha avuto i suoi positivi effetti – tutti i Paesi dell’Asia meridionale si sono rifiutati di firmare lo scorso 13 ottobre la risoluzione discussa dal Consiglio dell’Onu per i diritti umani, la prima in assoluto a occuparsi del fenomeno delle “spose bambine” – pratica disumana estesissima in tutto il mondo, dove se ne stimano almeno 70 milioni -, per introdurre l’abolizione del matrimonio di bambini come obiettivo dell’Agenda internazionale di sviluppo post-2015. La risoluzione, che è stata firmata e sostenuta solo da 107 Paesi, descriveva la pratica come dannosa per donne e bambine a livello “economico, legale, di salute e sociale”.
I dati dell’Asia meridionale. Secondo i dati del “Centre for Reproductive Rights”, in Asia meridionale il 46% delle donne tra i 20 e i 24 anni dichiarano di essersi sposate prima dei 18 anni. Nella regione, quindi, ci sono oltre 24 milioni di mogli sposate prima della maggiore età; se il trend continuasse così, nel 2030 se ne conterebbero 130 milioni. Secondo i dati di Plan – l’organizzazione che da 75 anni si occupa di questo fenomeno – in media il 30% delle adolescenti tra i 15 e i 19 anni in Asia meridionale sono sposate, contro il 5% dei ragazzi della stessa età: in Bangladesh, la percentuale è del 64%; in India del 47%, in Nepal del 41%.
Le cause e i rischi. Oltre alle tradizioni, sui matrimoni precoci incidono la povertà e l’insufficiente rete scolastica. L’istruzione ha un costo tale per cui i genitori preferiscono investire nel maschio e se la bambina non va a scuola, per i genitori è più facile darla in sposa. Gli effetti più gravi del matrimonio precoce sono costituiti dall’incidenza di morte durante la gravidanza e il parto; dall’alta probabilità di perdere il figlio prima che raggiunga i 5 anni e di contrarre l’Hiv; la violenza o l’abuso.
Il “kamalari”. In Nepal, in particolare, il fenomeno delle spose bambine è anche favorito dalla pratica del “kamalari”, il sistema di schiavitù che colpisce le ragazzine povere. Sebbene tale orribile pratica sia proibita dalla legislazione del Nepal, finora la legge al riguardo è sempre stata inefficace e solo lo scorso 19 luglio il governo ne ha annunciato ufficialmente l’abolizione.

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