croaziaCon il 65% di “sì”, i croati hanno stabilito mediante il referendum svoltosi ieri che la Costituzione dovrà essere emendata e prevedere la dizione secondo cui il matrimonio è l’unione fra un uomo e una donna.
Nonostante il modesto afflusso alle urne (sono attesi i risultati definitivi), valutato intorno al 35%, il movimento “In nome della Famiglia”, sostenuto da un ampio schieramento di associazioni cattoliche, è riuscito ad ottenere il risultato auspicato, nonostante le manifestazioni organizzate a Zagabria dai sostenitori dei diritti gay alla vigilia del voto. Lo stesso governo e numerosi personaggi pubblici di spicco erano scesi in campo contro il referendum, invitando a votare no. I dati però non lasciano spazio a dubbi e, come ha confermato un portavoce del governo, “la Costituzione verrà cambiata di conseguenza nei prossimi giorni”. Il presidente Ivo Josipovic, commentando i risultati, si è detto “deluso ma non sorpreso” dall’esito del referendum. Nessuna sorpresa, invece, dai promotori de “In nome della Famiglia” che già lo scorso maggio avevano raccolto quasi 750mila firme a sostegno della loro campagna a difesa del matrimonio, nata a seguito delle vicende francesi. “Crediamo che il matrimonio, i figli e la famiglia siano questioni così importanti che tutta la società deve decidere su di essi” sosteneva, infatti, Zeljka Markic, leader dell‘iniziativa.

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