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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolta ieri sera, 19 novembre, una seduta del Consiglio Comunale. Tanti e interessanti i punti all’ordine del giorno che hanno chiamato la Giunta a pronunciarsi sule varie questioni. Prima che il dibattito politico avesse inizio il presidente del Calvaresi ha voluto dare la parola ai rappresentanti della Roland. La nota azienda di strumenti elettronici, fiore all’occhiello dell’industria rivierasca, sta attraversando un periodo alquanto delicato con la proprietà che appare intenzionata a chiudere i battenti degli stabilimentio e lasciare di conseguenza molte famiglie “a piedi”. «Qualora la multinazionale giapponese – ha dichiarato Luigi Pignoloni rappresentante dei sindacati di Roland Europe – non dovesse recedere da suoi propositi (messa in liquidazione e chiusura dell’azienda ndr.), le istituzioni territoriali e nazionali devono supportate da subito i lavoratori della Roland nell’elaborazione di un nuovo piano industriale, nella ricerca di partner italiani o stranieri e/o nel reperimento di risorse pubbliche che consentano a noi o altri di rilevare l’azienda e dare continuità all’attività». A lasciare con l’amaro in bocca i rappresentanti di tutti i partiti che a margine dell’intervento non hanno espresso alcunché sull’argomento.
Il punto più atteso è stato dibattuto per ultimo: l’aumento dell’aliquota dell’IMU. Il Consiglio Comunale ha deliberato, infatti, che tale tassa sull’abitazione principale passi da 0,4% allo 0,6%. Questo per far fronte a una mancata erogazione da parte del Governo centrale di fondi che erano stati promessi, tagliati per colpa della spending review. «Portando l’aliquota IMU al 6 per mille – ha spiegato l’assessore alle finanze Urbinati – contiamo di vederci restituire tutte le risorse che lo Stato ci ha tolto nella parte corrente. E’ un’operazione necessaria e ci auguriamo che lo Stato non decida di restituire solo in relazione all’aliquota base». Ad occjio una manovra per aggirare i tagli ma eloquente è stata la domanda di Gambini: «E se il Governo decidesse di farla pagare la seconda rata, come ci comporteremo davanti ai nostri concittadini?». Una saggia questione che troverà risposta solo qualora ciò dovesse verificarsi.

In precedenza il dibattito politico aveva preso il via con la richiesta, approvata, della cessione delle quote del Comune in Picenambiente s.r.l, la società nata dalla scissione parziale di Picenambiente spa per la gestione della discarica in località “Alto Bretta” e di cui il Comune detiene la stessa quota che ha in Picenambiente spa e la modifica dello statuto. Gli unici ad avere da “ridire” sono stati Riego Gambini del Movimento 5 Stelle e Andrea Assenti ma la maggioranza si è trovata d’accordo.

L’assise è proseguita con il dibattito in merito alla modifica del contratto di tesoreria. L’assessore alle finanze Fabio Urbinati ha spiegato che la delibera permette una rinegoziazione vantaggiosa per il Comune di alcune condizioni contrattuali con Banca dell’Adriatico, tesoriere dell’Ente, e che sarà valida fino alla fine del 2014 (quando cesserà il regime di tesoreria unica).

Altra questione spinosa riguardava la richiesta da parte della ditta SIPA di poter cambiare la destinazione d’uso, da direzionale a civile abitazione, dei piani 2° e 3° del nuovo stabile che sorgerà in piazza Kolbe e che dovrà ospitare la nuova sede dei Vigili Urbani. La richiesta nasce, a detta della ditta, per venire incontro ai costi di spostamento di un cavo dell’ENEL che passa proprio sotto la nuova costruzione. Questa richiesta ha fatto storcere il naso ai più che hanno visto da parte della SIPA un voler cambiare le carte in tavola per ricavare maggiori profitti. A fugare i dubbi l’intervento dell’assessore Canducci ha spiegato che la ditta SIPA avrebbe potuto chiedere la destinazione residenziale già in sede di presentazione di progetto a novembre 2011, visto che quella su cui insiste l’immobile è una zona di completamento. E ha sottolineato altri i vantaggi per l’Ente: «a fronte di una riduzione di costi nell’effettuare quest’opera, SIPA cede al Comune ulteriori 100 metri quadrati che la Polizia Municipale ha ritenuto necessari per realizzare spogliatori, bagni e servizi, sposta la cabina verso ovest a sue spese, pur non realizzando più il parcheggio interrato, rifà il tappetino d’asfalto sul parcheggio esterno e nel caso in cui, nel calcolo degli oneri di urbanizzazione (80 mila euro sono già stati pagati) dovesse esserci un credito a vantaggio della ditta, quest’ultima si impegna a rinunciarvi».

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