ACQUAVIVA PICENA – Dopo l’annuncio della chiusura dello stabilimento Roland di Acquaviva, dato ai dipendenti il 6 novembre, le speranze dei lavoratori sono state mantenute vive dalla notizia che ci sarebbe già un liquidatore di cui ancora non si conosce il nome, quindi gli operai hanno voluto dimostrare la loro voglia di voler continuare a lavorare, ritrovandosi, oggi, allo stabilimento per riprendere la produzione.
Del resto la chiusura dello stabilimento non ha senso, come fa presente Romina Rossi della Fim e CISL di Ascoli Piceno:”Crediamo fermamente che sia una decisione unilaterale imposta da parte del Gruppo Roland Corporation, ci rifiutiamo di accettare questa comunicazione che oggi verrà data uffucialmente alle organizzazioni sindacali che di fatto, al momento, hanno solo le informazioni raccolte dai lavoratori. Siamo convinti che sia inaccettabile che un’azienda che probabilmente chiuderà con il bilancio 2013 in attivo di 1.000.000 di euro, chiuda. Non ci sono i presupposti perché questa decisione venga imposta dal Gruppo”.

Riguardo alla notizia della chiusura per debiti del Gruppo Roland Corporation Giappone la Rossi afferma:”Questo è uno dei tanti stabilimenti che fanno capo alla Roland Corporation, è l’unico in Europa, ed è l’unico che dopo anni di difficoltà, che sono iniziate agli albori della crisi, nel 2008, ne è uscito a fatica; oggi si iniziavano a vedere i primi risultati positivi e oggi hanno comunicato di chiudere”.

Roberto Gaetani, Responsabile Marketing dello stabilimento, in maniera molto concreta ha spiegato perché la Roland di Acquaviva non può chiudere:” Oggi mi sarei dovuto trovare in Giappone per presentare i nuovi progetti che qui, nello stabilimento di Acquaviva, abbiamo realizzato per la produzione.
La Roland Corporation lavora con molte idee che noi proponiamo. L’ufficio progettazione lavora in stretto contatto con la produzione per la realizzazione dei progetti, per qualsiasi problema è sempre pronto ad intervenire per trovare una soluzione e avere un prodotto di qualità, e questa preziosa collaborazione verrebbe a mancare nel caso in cui la produzione venisse spostata da un’altra parte, la realizzazione dei progetti va seguita da chi li ha ideati.
Per capire meglio quello che voglio dire, è come quando mangi una pizza all’estero o prendi un caffé espresso, per esempio, in un bar di New York, anche se fatto con una macchina da caffé italiana, non è la stessa cosa. Tutto questo senza considerare che il bilancio aziendale 2013 chiuderà in attivo”.

Insomma, gli operai e gli impiegati della Roland hanno ancora molto da dare alla Roland Corporation, tanti progetti, tante idee da realizzare e tanta passione che li spinge a voler andare avanti, come dimostrano nel loro comunicato stampa:” Dobbiamo far capire a tutti che si sta chiudendo un’azienda sana, con un bilancio positivo, che rappresenta l’eccellenza nel nostro campo: i nostri prodotti vengono apprezzati e venduti a tutti i musicisti del mondo ma questo sito verrà chiuso anche se dovrà produrre fino alla fine di marzo per evadere gli ordini urgenti e per dare tempo alla corporation di riorganizzare la produzione in altri stabilimenti che produrranno strumenti pensati qui, progettati qui con suoni creati qui, sviluppati ed industrializzati qui, dove esiste una tradizione strumentistica ed una cultura musicale unica al mondo.
Modelli in commercio oggi non avranno futuro perché fuori dalla nostra regione non esistono le condizioni per poter continuare ad essere sviluppati. Per tutti questi motivi abbiamo scelto questa forma di protesta, perché ci opponiamo con forza a questa scelta distruttiva e perché vogliamo affermare con altrettanta forza che la nostra professionalità non è in liquidazione”.

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