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A.B.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il 9 novembre a San Benedetto del Tronto, ci sarà uno stimolante evento ovvero una “passeggiata esperienziali”. Voluta dall’ordine degli architetti , per comprendere sino in fondo il senso di una vera “progettazione universale”che renda effettiva l’accessibilità a tutti, vedrà i progettisti “toccare con mano” le difficoltà che una cattiva progettazione può comportare ai cittadini. Gli architetti“indossando” alcuni ausili che limiteranno le loro abilità passeggeremmo per un itinerario che si snoderà fra le vie Gramsci, Moretti, Crispi Mazzini Risorgimento Calatafimi .

Questa passeggiata servirà
1. Contribuire alla diffusione della cultura dell’accessibilità come requisito imprescindibile al perseguimento della qualità del progetto;
2. Promuovere l’approccio della Progettazione Universale per migliorare la qualità della vita dei cittadini tutti.

Affinché la programmazione e la progettazione di interventi e trasformazioni che interessano la città e gli edifici siano espressione delle reali esigenze e dei desiderata dei suoi fruitori, abitanti, turisti e city user, nel pieno rispetto dei diritti di condivisione e partecipazione per tutti.”

È da lodare la perspicacia di chi ha intuito che la cultura dell’accessibilità, il conoscere le esigenze dell’altro quando in parte o in tutto sono diverse dalle nostre, non è un lavoro semplice, che non può essere solo un fatto di sensibilità individuale del singolo architetto e che -di conseguenza- sperimentare le difficoltà aiuta a meglio comprendere il problema per tradurlo in soluzioni.

La passeggiata è rivolta ovviamente anche ai tecnici e agli amministratori pubblici, che devono essere autori di un’adeguata programmazione e pianificazione. Oggi infatti i cittadini che incontrano difficoltà nella gestione autonoma della vita quotidiana a causa limitazioni alla mobilità, alla vista e all’udito, sono molti più di quelli che siamo soliti immaginare.

Nell’ambito di questa iniziativa verranno verificati tre percorsi.
Il primo è rivolto a sperimentare le “Barriere architettoniche: ostacoli fisici e non”precisano gli architetti”.
Quando parliamo di barriere architettoniche la prima cosa che ci viene in mente sono gli ostacoli fisici che impediscono la fruibilità dell’ambiente costruito alle persone con disabilità motoria, nello specifico persone in sedia a ruote. Purtroppo questa associazione è divenuta nell’immaginario collettivo l’unica rappresentazione dell’ostacolo alla fruizione che spesso si riduce all’identificazione della barriera con la scala o uno spazio troppo stretto per il passaggio della carrozzina. Di fatto, le persone che utilizzano questo ausilio subiscono una forte limitazione alla propria autonomia dovuta alla cattiva progettazione ma non sono le sole ad essere discriminate da soluzioni progettuali che di risolto hanno ben poco. Lungo questo primo itinerario la sperimentazione sarà rivolta alle mamme con i passeggini e le persone in sedia a ruote, immaginando anche limitazioni diverse dovute, ad esempio, a condizioni di particolare affaticamento o dalla limitata funzionalità motoria, che richieda particolari ausili o meno.”

Il secondo percorso è rivolto alla percezione di “. Barriere sensoriali: percepire lo spazio” Spiegano gli organizzatori “Un ostacolo fisico può rappresentare un problema non da poco anche per chi non ha alcuna limitazione fisica. Ad esempio può costituire un pericolo per chi non può vederlo o percepirlo. In molti casi l’ostacolo è rappresentato dall’assenza di elementi che ci permettono di orientarci nello spazio, specie quando non ci è possibile farlo attraverso la vista. Con l’ausilio di occhiali oscurati e lenti che distorcono l’immagine reale ci muoveremo dunque all’interno della città esplorando con il corpo ciò che abitualmente viene letto dai nostri occhi.”

Il terzo percorso sarà dedicato alle “ Barriere di comunicazione: la città parlante” in quanto “ La sordità è una disabilità invisibile. In un mondo come questo dove la comunicazione gioca un ruolo da protagonista, le persone sorde sono spesso emarginate, tagliate fuori da tutto e da tutte le informazioni sonore, non possono partecipare o afferrare attivamente tutto ciò che NON sia visibile ai loro occhi. Attraverso tale momento esperienziale, si vuole mettere in evidenza le problematiche che le persone sorde incontrano nell’ambiente urbano, in totale assenza di feedback uditivo. Barriere architettoniche e di comunicazione che si manifestano sia nella carenza di informazioni visive che di sicurezza, contribuendo a creare molteplici disagi e rischi.” Ad ogni partecipante sarà data in dotazione una cuffia antirumore con la quale si muoverà durante il percorso, imparando a percepire l’ambiente ascoltandolo esclusivamente con gli occhi, nel più assoluto silenzio.

Restano escluse alcune inabilità quali l’autismo Restano escluse dalla sperimentazione le disabilità psico-cognitive, quali ad esempio autismo e Alzheimer, vista l’impossibilità di esperire tali condizioni attraverso le dotazioni di ausili e tuttavia i rappresentanti delle Associazioni di categoria relazioneranno sulle difficoltà delle persone affette da queste patologi Restano altresì esclusi alcuni luoghi ad esempio non viene sperimentata l’accessibilità all’arenile durante la stagione invernale per i disabili motori… ma questo è un invito a parlarne al percorso di aggiornamento professionale dedicato al tema dell’accessibilità, che l’Ordine degli Architetti ascolano ha in programma per il 2014.

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