Papa Piazza

Da Zenit di Luca Marcolvio

L’Udienza Generale di mercoledì 23 ottobre è stata una delle più affollate dell’attuale pontificato, con oltre 100mila fedeli a piazza San Pietro, completamente gremita, e nelle strade adiacenti. Dopo essere giunto a bordo della jeep scoperta, papa Francesco ha salutato i pellegrini più anziani e ha baciato e benedetto numerosi bambini.

Oggetto della catechesi odierna è stata Maria come immagine e modello della Chiesa, come suggerito dalla Lumen Gentium: “Come già insegnava Sant’Ambrogio, la Madre di Dio è figura della Chiesa nell’ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo” (LG 63).

Ma chi era davvero la Madre di Gesù e in che modo essa rappresenta un modello di fede? La Vergine Maria, ha spiegato il Papa, era “una ragazza ebrea, che aspettava con tutto il cuore la redenzione del suo popolo”, pur senza conoscere il “disegno d’amore di Dio” che l’avrebbe resa Madre del Redentore.

“La fede di Maria – ha proseguito il Santo Padre – è il compimento della fede d’Israele, in lei è proprio concentrato tutto il cammino, tutta la strada di quel popolo che aspettava la redenzione, e in questo senso è il modello della fede della Chiesa, che ha come centro Cristo, incarnazione dell’amore infinito di Dio”.

Maria vive la propria fede “nella semplicità delle mille occupazioni e preoccupazioni quotidiane di ogni mamma, come provvedere il cibo, il vestito, la cura della casa” ma sempre in un “rapporto singolare” e in “un dialogo profondo tra lei e Dio, tra lei e il suo Figlio”.

Di suo Figlio, Maria è “prima e perfetta discepola” e medita “ogni cosa nel suo cuore alla luce dello Spirito Santo, per comprendere e mettere in pratica tutta la volontà di Dio”.

Nei momenti di “difficoltà”, “prova” e “buio”, ha affermato il Pontefice, è importante guardare a Maria “come modello di fiducia in Dio, che vuole sempre e soltanto il nostro bene” e farsi illuminare dalla sua fede.

Maria è anche un “modello di carità” e lo dimostra con la sua visita alla cugina Elisabetta, cui porta non solo un “aiuto materiale” ma soprattutto “Gesù, che già viveva nel suo grembo”, recando in casa della parente la “gioia piena”.

Donandoci Gesù nascituro, Maria “ci porta il suo amore, la sua pace, la sua gioia”, dando così significato alla missione della Chiesa: essa non è un “negozio”, una “agenzia umanitaria”, né una “ONG” ma il mezzo per “portare a tutti Cristo e il suo Vangelo”, la “carità di Gesù”, l’“amore di Gesù”. Se così non fosse “sarebbe una Chiesa morta”, ha osservato il Papa.

“Qual è l’amore che portiamo agli altri? – ha quindi domandato Francesco -. È l’amore di Gesù, che condivide, che perdona, che accompagna, oppure è un amore annacquato, come si allunga il vino che sembra acqua? È un amore forte, o debole tanto che segue le simpatie, che cerca il contraccambio, un amore interessato?”.

Quello di Gesù, ovviamente, non potrà mai essere un “amore interessato” ma soltanto “gratuito” ed è a questo tipo di amore che dobbiamo ispirarci anche nelle nostre vite di comunità o di parrocchia, dove se non ci si tratta come “fratelli e sorelle”, si finisce per giudicarsi a vicenda, parlare male degli altri e limitarsi a “curare il proprio orticello”.

Un ultimo aspetto analizzato dal Papa è quello di Maria “modello di unione con Cristo”. Ogni azione della vita di Maria, che visse non diversamente dalle altre donne del suo popolo, pregando, lavorando e andando in sinagoga, “era compiuta sempre in unione perfetta con Gesù” e questa unione culmina sul Calvario, dove “Maria si unisce al Figlio nel martirio del cuore e nell’offerta della vita al Padre per la salvezza dell’umanità”.

Questa unione di Maria con suo Figlio, fino alla morte e oltre la morte, spinge ad un’ulteriore domanda: “ci ricordiamo di Gesù solo quando qualcosa non va e abbiamo bisogno, o il nostro è un rapporto costante, un’amicizia profonda, anche quando si tratta di seguirlo sulla via della croce?”.

A conclusione della catechesi, papa Francesco ha affermato: “Chiediamo al Signore che ci doni la sua grazia, la sua forza, affinché nella nostra vita e nella vita di ogni comunità ecclesiale si rifletta il modello di Maria, Madre della Chiesa”.

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