fonderia vecoMARTINSICURO – Gli operai della fonderia Veco di Martinsicuro sabato mattina hanno manifestato di fronte al municipio della cittadina contro l’ordinanza comunale, che obbliga l’azienda a rivedere il proprio piano acustico in base alle disposizioni comunali in materia di inquinamento acustico.

Presenti le segreterie di Fiom, Cgil, Cisl e Fim, che hanno chiesto a gran voce la soluzione ad una vertenza storica tra amministrazione e azienda, invitando il primo cittadino a rivedere il provvedimento emanato da una vecchia delibera consiliare del 2007.

In base all’ordinanza n.185 del 13 settembre 2013 emessa dal Sindaco Camaioni, la Veco è obbligata a ridurre i decibel consentiti per legge, limitando di fatto l’inquinamento acustico frutto dell’attività produttiva, al fine di rientrare entro i limiti previsti dalla legge. Ottemperando a questa ordinanza, la fonderia aveva già eliminato il turno di notte – considerato il più rumoroso – essendo il momento della giornata riservato alla preparazione dei forni per il turno del mattino. L’azienda afferma che non è possibile ridurre ulteriormente i turni di lavoro, in quanto non si arriverebbe a rispettare i tempi di produzione. La stessa idea di spostare altrove l’azienda risulta impensabile, visti gli elevati costi. I sindacati chiedono all’amministrazione di trovare al più presto una soluzione concreta al problema dell’inquinamento acustico.

A differenza della altre attività industriali presenti sul territorio martinsicurese, il piano acustico emanato dall’amministrazione comunale colloca la fonderia Veco nella quarta classe acustica, nonostante possa essere considerata un’attività industriale a tutti gli effetti. Contrariamente, dunque, a quanto affermato dalla delibera consiliare 5 del 2007, che colloca l’intero apparato industriale martinsicurese – e quindi anche la Veco – in zona acustica cinque. La classe acustica delle attività produttive della cittadina truentina è di fatto la quinta e cioè il livello entro il quale sono inserite le attività industriali. Le maestranze sindacali chiedono, quindi, un adeguamento della disciplina al caso specifico della Veco, onde evitarne la chiusura. Rischiano, infatti, il posto ben oltre 80 dipendenti.

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