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San Benedetto, se il vecchio detto “chi rompe paga” diventasse “chi imbratta ripulisce?

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Di Achillina Buonfigli

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Se gironzolate per il centro di San Benedetto vi accorgerete in quale pietoso stato sono stati ridotti, nel mese di settembre, i muri degli edifici.. altro che città a vocazione turistica sembra di essere in una banlieue. Viene spontaneo chiedersi “Perché?”

Dopo l’occupazione della Sorbona , Julien Besancon fotografò le scritte trovate sui muri e le raccolse nel libro “les murs ont la parole.Journal mural mai 68.” Quelle scritte descrivevano i pensieri, le irrequietezze i sogni le preoccupazioni i problemi le speranze di una generazione. Poi vennero le scritte degli indiani metropolitani, ma almeno le loro scritte erano ironiche divertenti . Poi i muri divennero il campo d’azione dei writes e ,comunque, l’autoaffermazione che li portava a non rispettare le leggi aveva una componente artistica. Orbene, niente di tutto questo è rappresentato sui nostri muri,niente frasi che indichino uno “sfogo”, niente “ street art”, ma solo scarabocchi di un tale che , senza fantasia, ripete il proprio tag,dunque un atto meramente vandalico, consapevolmente vandalico. Chissà se si chiedono mai “perché faccio questo?”o se cercano di capire se le loro scelte li portano alla felicità! O se cercano di stabilire una relazione fra ciò che fanno e il fine per cui lo fanno.

Ma forse la cosa da chiedersi è se è possibile che con tante telecamere di sorveglianza non si riesca ad applicare l’art. 639 del codice penale sul deturpamento e imbrattamento di cose altrui che recita: « Chiunque, …deturpa o imbratta cose mobili altrui è punito, con la multa fino a euro 103. Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro. Se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro. Nei casi di recidiva per le ipotesi di cui al secondo comma si applica la pena della reclusione da tre mesi a due anni e della multa fino a 10.000 euro. Nei casi previsti dal secondo comma si procede d’ufficio. » Certo ci sono problemi più gravi… però Cuomo quando era sindaco di New York cominciò a risanare la metropolitana (ricordo all’epoca le magliette con la scritta “sono andato in metro e sono sopravvissuto”!) facendo ripulire i vagoni che tornavano deturpati dalle scritte. Si sa che un ambiente pulito viene più rispettato fatto sta che il nostro raggiunse il suo scopo.

Ma torniamo ai nostri problemi. Perché i writers locali deturpano la nostra cittadina? Non lo so e credo non lo sappiano neanche loro. Certo è che non saranno indotti ad assumersi la responsabilità del loro comportamento fino a quando qualcuno non farà comprendere loro la stupidità di queste azioni magari colpendoli… nelle tasche. O se il vecchio detto “chi rompe paga” diventasse “chi imbratta ripulisce?”