Riceviamo e pubblichiamo nel testo l’appello giaratoci dall’associazione “On the road” contro la privatizzazione della Croce Rossa. Per correttezza d’informazione pubblichiamo anche, in video, la versione data dal Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca che continua a rispondere ai volontari sul processo di riorganizzazione e modernizzazione dell’Associazione. Nel quinto video si parla della privatizzazione dei Comitati Locali.

ITALIA –  “Carissimi amici di change.org oggi vi chiamiamo in appello per intraprendere una nuova battaglia per l’abrogazione del decreto legislativo n. 178 del 28 settembre 2012 che prevede la privatizzazione della Croce Rossa Italiana approvato, in sordina, dal Governo dei così detti “tecnici” e da un Parlamento a dir poco disattento che non ha saputo ben valutarne le conseguenze.

La C.R.I. è un Ente che svolge, sul territorio Nazionale, un delicato e strategico servizio pubblico tra i quali:
• servizio di assistenza socio sanitaria in favore di popolazioni Nazionali e Straniere in caso di calamità e nelle situazioni di emergenza in collaborazione con le Forze Armate e la Protezione Civile;
• l’assistenza in favore degli indigenti, immigrati e ai cittadini portatori di handicap;
• organizza il servizio di pronto soccorso e trasporto infermi;
• promuove e diffonde tra i giovanissimi, in collaborazione con le autorità scolastiche, i principi fondamentali Umanitari;
• è presente inoltre con il proprio personale, effettivo civile, militare e volontario, su tutti teatri operativi, nazionali ed esteri, adempiendo ai compiti attribuiti con leggi, regolamenti e norme Internazionali.

Per svolgere a pieno questi delicati compiti istituzionali è indispensabile che la C.R.I. debba rimanere Ente pubblico conservando ed ampliando deleghe specifiche nei campi di propria competenza in modo da potenziare il suo raggio di azione con onestà, professionalità e trasparenza.

Le logiche di contenimento dei costi e di riduzione della spesa pubblica sono necessari in momenti come questi, ma non si ottengono con la soppressione dell’attuale CRI e l’istituzione di una associazione privata che comunque sarà finanziata con fondi pubblici e sottratta agli attuali controlli ministeriali. In più è enorme il danno che sarà procurato proprio ai cittadini con maggiore bisogno, non solo ai malati, ma a tutte le persone delle fasce più deboli.

Insomma all’insegna della “spending review” si rischia di distruggere una delle poche organizzazioni che tutelano le persone più vulnerabili. La CRI è punto di riferimento per tutte le “disgrazie” naturali e non che purtroppo accadono nella nostra Nazione e all’Estero, ed ha meritato sempre stima e considerazione incondizionata. La privatizzazione è un progetto folle, che speravamo potesse avere almeno delle correzioni importanti, invece assistiamo al suo avanzare, nella totale indifferenza
delle Istituzioni e degli organi di stampa, malgrado tante autonome voci gridino al pericolo.

Stiamo andando, pressoché in silenzio, verso un riordino che porterà ad una totale privatizzazione dell’Ente, come previsto dalla legge 178/2012, che tra l’altro produrrà, il totale smantellamento del personale del Corpo Militare della Croce Rossa, fiore all’occhiello nel mondo, che dopo 150 anni di onorato servizio saranno violati e denudati della loro amatissima divisa traditi da un Governo e da un Parlamento che in meno di cinque minuti ha sancito la distruzione di anni di storia e il destino di circa mille militari che si ritroveranno, dopo aver giurato solennemente fedeltà alla Patria traditi da un aborto di decreto che li porterà nel giro di qualche anno nell’agonia degli ammortizzatori sociali precamera del licenziamento.

Cari amici di change.org è da sottolineare che in un periodo di tagli e sacrifici il governo ha ben pensato di eliminare un Corpo Militare sicuramente da considerare virtuoso in quanto, dei mille militari in servizio continuativo, circa trecento unità gestiscono gli arruolamenti e la logistica di 11 Centri di Mobilitazione (suddivisi sul territorio Nazionale) che hanno permesso di arruolare e formare, in questi anni, un esercito di oltre 20.000 Ufficiali e Sottufficiali volontari (Medici, Farmacisti, Commissari, infermieri e personale di assistenza) sempre pronti ad intervenire, nei vari teatri operativi Nazionali ed Esteri, per alleviare la sofferenza di chi è colpito da calamità e guerre a supporto del Personale Militare effettivo e tutto questo, udite udite, a costo zero per le casse dello Stato.

La restante parte del Personale Militare, circa settecento, sono dislocati nei vari Comitati Regionali e Provinciali in supporto alle attività svolte dal Corpo delle Infermiere Volontarie e dal Personale civile dell’ Ente.

Naturalmente non dobbiamo dimenticare che a supporto delle attività dell’Ente siamo coadiuvati da un esercito di volontari che sono una risorsa insostituibile a disposizione di tutta l’umanità ma soprattutto insostituibili per l’aiuto che apportano a tutte le forze di Protezione Civile sempre pronti a scendere in campo con l’altruismo e la dedizione che li contradistinguono.

Con la privatizzazione dell’Ente e lo smantellamento del personale effettivo, che ha sempre garantito un supporto tecnico/logistico ai volontari, si creerebbe un inevitabile disorientamento degli stessi che si ritroveranno
catapultati nella nascente “Associazione privata” orfani dell’ausilio di quel personale assunto per garantire l’efficienza di tutto l’apparato di emergenza.

Ci permettiamo di evidenziare che con questi risultati non si può rottamare un Ente che si è sempre distinto per abnegazione e professionalità e allora ci chiediamo rammaricati: a chi giova questo decreto?

La risposta è univoca per quanto il decreto legislativo di riordino della C.R.I. non è altro che un paravento costruito ad arte per celare i veri obbiettivi:

• il primo obbiettivo è privatizzare l’Ente al fine di non avere vincoli per dilapidare l’ingente patrimonio immobiliare della C.R.I., frutto di donazioni di generosi cittadini, che in quanto pubblico è pertanto demanio dello Stato e quindi patrimonio di tutti gli Italiani;
• il secondo è sfoltire il personale della pubblica amministrazione sostituendolo con altro che possa essere assunto con criteri clientelari con meno tutele e minore retribuzione (gli addetti all’Associazione entrano in servizio senza concorso!).

Amici di change.org con le nostre firme dobbiamo assolutamente fermare questo decreto per evitare l’ennesimo sopruso perpetrato ai danni di chi per una vita si è sacrificato per abbracciare i principi e gli ideali a noi tanto cari: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unità e universalità. Quindi uniti sottoscriviamo l’abrogazione del decreto 178/2012. Grazie

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1 commento

  • enzo visone
    09/11/2013 alle 00:36

    magari nella sua democrazia un giorno ci darà la possibilità di discutere del nostro problema !!! sono uno dei 7 richiamati Napoletani che cerca di resistere coi denti al suo posto di lavoro !!! credo che abbiamo dato ed il Piemonte con noi....quando ci farà questa grazia di riceverci ??? la ringrazio anticipatamente !!! S.M. Visone Vincenzo

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