firma uno di noia cura di M. Michela Nicolais
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A meno di venti giorni dal “Clic day” del 22 settembre e a due mesi dalla “dead line” del primo novembre, ultimo giorno utile per la raccolta delle firme, la petizione europea “One of Use” (Uno di noi) è arrivata al rush finale. Sono 969.453, infatti, le firme finora raccolte dai 28 Paesi membri dell’Unione europea. Il traguardo del milione di firme non sembra più un’utopia o un obiettivo impossibile: anzi, il Comitato organizzativo per l’Italia – Paese capofila nel chiedere all’Europa di fermare gli esperimenti che eliminano gli embrioni umani – rilancia, ponendosi l’obiettivo di arrivare a 1.200.000 firme, in modo da mettersi al riparo dal rischio dell’eventuale eliminazione di alcune firme, nella verifica finale che sarà effettuata dalla Commissione europea.
Traguardi e idee alte. “Il milione di firme è solo un traguardo giuridico – ha spiegato Carlo Casini, presidente del Comitato europeo e italiano – noi dobbiamo avere idee alte e porre dinanzi a noi un traguardo emozionale, che deve concretizzarsi nel tenere alta l’attenzione sulle questioni della vita, anche dopo la campagna per ‘Uno di noi’”. Essenziale, a questo riguardo, è l’impegno delle associazioni e dei movimenti che in Italia si muovono sulle frontiere della vita. Infatti in questi due mesi hanno intenzione di intensificare ancor di più la loro già vigorosa presenza, cercando di andare anche oltre i “recinti” ecclesiali, attraverso un itinerario che va dalle parrocchie alle piazze cittadine. Un incoraggiamento a proseguire su questa strada è venuto da monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, che ha esortato a far leva sul “sentimento profondo” della nostra gente, “in forme che devono coinvolgere il più possibile le persone, non solo le istituzioni”. “La questione della vita non è così innocua, anzi è un po’ scomoda”, ha fatto notare Maria Grazia Colombo, portavoce del Comitato italiano: per questo i risultati raggiunti dalla Campagna di sensibilizzazione “sono importanti e vanno valorizzati”. L’Italia, in particolare, può svolgere il ruolo decisivo per “incrementare la collaborazione tra associazioni e movimenti fuori dal nostro Paese, dove la solitudine può essere un ostacolo difficile da aggirare”.
Paesi “virtuosi” e Paesi “in crescita”. Sono dieci i Paesi che hanno raggiunto il minimo di firme essenziale per far passare la petizione di “One of Us” al vaglio della Commissione: al primo posto c’è sempre l’Italia, con 342.078 firme, seguita da Polonia (155.845), Francia (81.192), Romania (62.108), Spagna (61.312), Ungheria (49.205), Austria (30.956), Olanda (22.863), Slovacchia (21.912) e Lituania (9.165). Molti altri Paesi, tuttavia, hanno collezionato più del 50% delle firme necessarie per la soglia minima: a cominciare dalla Germania, che con 66.377 firme ha totalizzato l’89,40%. Seguono il Portogallo (14.162, 85,83%), l’Estonia (3.476 firme, 77,24%), la Croazia (4.592 firme, 51,02%), la Slovenia (3.514 firme, 58,57%) e la Lettonia (3.383 firme, 50,12%), il Lussemburgo (2.902 firme, 64,49%), Malta (2.688 firme, 59,73%).
Scuole, piazze e treni. Portare “One of Us” nelle scuole: è l’idea di Fism e Agesc, che all’inizio di questo anno scolastico indirizzeranno una lettera a tutti i loro istituti associati per sensibilizzare i ragazzi sui diritti dell’embrione e sull’importanza di una firma per difenderne la dignità. “Far leva” sui giovani per arrivare a coinvolgere, insieme a loro, i “colleghi” più adulti che frequentano l’università: a proporlo per raggiungere la quota di 1.200.000 firme è l’Azione Cattolica, che metterà a frutto anche il Convegno nazionale degli assistenti diocesani, in programma a Roma dal 27 al 29 settembre. Anche Mcl (Movimento cristiano lavoratori) utilizzerà l’appuntamento annuale a Senigallia, questa settimana, per coinvolgere in suoi 4.000 dirigenti periferici. Associazioni come Comunione e Liberazione e Comunità Papa Giovanni XXIII, in questi due mesi, continueranno nell’azione di coinvolgimento già in piena effervescenza nell’estate appena trascorsa: molti gli stand nelle piazze cittadine, come quelle di Palermo per l’iniziativa “Dieci piazze per dieci comandamenti”, promossa da Rinnovamento nello Spirito Santo. Nel capoluogo siciliano il comandamento in questione sarà “Non uccidere”, e la sintonia con le questioni legate alla difesa della vita, a cominciare da quella appena concepita, è tanto evidente da non lasciarsi scappare questa preziosa opportunità. Anche il Movimento dei Focolari approfitterà di un suo appuntamento, tradizionale ma al tempo stesso innovativo, come “Loppiano Lab”, per allestire stand di raccolta firme e momenti di incontro e di riflessione. A raccogliere firme sui treni penserà invece l’Unitalsi, in occasione del suo pellegrinaggio nazionale che coinvolgerà circa 10mila persone dall’Italia, destinazione Lourdes. Il Forum delle famiglie, oltre alle normali attività di sensibilizzazione ha in programma, nelle sue varie sedi locali, un “apericena” per la firma. Obiettivo: andare a “sfidare” l’opinione pubblica al di fuori degli abituali circuiti associativi ecclesiali. Intento, questo, comune a tutti i membri del Comitato: i neocatecumenali si sono presi l’impegno di “aumentare la pressione” anche sulle parrocchie, mentre “Scienza & Vita” ha destinato l’intera prima settimana di ottobre ad una serie di eventi, incontri, banchetti allestiti sul territorio. Ma prima, per tutti, c’è il “Clic day”: appuntamento al 22 settembre, per “cliccare” a favore della vita.

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