Un’esperienza entusiasmante la Gmg di Rio, l’eco della gioia, dell’accoglienza, del bel clima di amicizia tra i giovani del gruppo sono ancora vivi e forte la saudade. Angelica Cambiaghi è tornata contentissima dell’esperienza, significativa anche per ricaricare la vita e lo spirito e riavvicinarsi alla vita della Chiesa. Decisiva per la sua scelta di andare a Rio la presenza di papa Francesco con il suo calore e umanità. E’ stata l’unica della nostra diocesi a partire con la pastorale giovanile regionale che ha organizzato due opzioni per vivere la Gmg. Angelica ha vissuto l’esperienza del gemellaggio a San Paolo e poi le giornate della Gmg a Rio. L’altra proposta marchigiana era l’esperienza della missione la settimana dopo essere stati a Rio, a Recife. Contenta anche se un tantino rattristata per la meravigliosa esperienza che anche altri avrebbero potuto vivere. Ma la voglia e l’entusiasmo di andare le han permesso di affidarsi e partire con i gruppi delle altre diocesi delle Marche.

Le giornate in famiglia a San Paolo sono il ricordo più prezioso di questa Gmg, ci confida Angelica. Ospiti della parrocchia dove sono presenti le suore Concezioniste, di cui una di Pagliare da tanti anni in Brasile. La parrocchia conta 500.000mila persone, con tre preti. Già questi numeri fanno effetto. Essa è organizzata in 35 Comunità di base, e la celebrazione eucaristica viene celebrata ogni 10/15 giorni, dato che i tre sacerdoti a turno girano le diverse comunità. I ragazzi marchigiani sono stati ospitati dalle famiglie delle 35 Comunità. Angelica e un altro giovane sono stati ospitati da una famiglia della Comunità Santa Clara, per due giorni hanno vissuto secondo i ritmi delle famiglie ospiti, che si sono organizzate in modo che il pranzo lo facevano presso altre famiglie rispetto a quella dove dormivano. In questo modo tutte sono state coinvolte. Sono stati accolti a braccia aperte, hanno offerto loro il meglio, anche per i pranzi, con carne arrosto: churrasco,  e riso bianco di contorno, dolce al latte… e come ci racconta Angelica “ci hanno offerto il meglio e abbiamo dovuto insistere perché si mangiasse seduti tutti insieme in famiglia, dato che per i nostri riguardi ci trattavano come ospiti servendoci.”

“Abbiamo visto con i nostri occhi la grande disparità, alcuni di noi sono stati accolte in case più semplici altre in case più ricche.” Il padre della famiglia che ospitava Angelica, li ha portati con sé nel giro come ministro dell’Eucaristia, per la comunione ai malati. Sebbene Angelica sia un medico, forse abituata a certe situazioni di malattia, non nasconde che ciò che ha visto nelle famiglie visitate l’hanno profondamente toccata. Alcune situazioni davvero difficili: un malato diabetico piagato che vive in una casa fatta su una montagnetta di terra, con i muri a secco, il tetto di lamiera e i gradini per arrivare alla porta fatti su copertoni, ma con una grande dignità e contento di vivere. Un’altra famiglia preoccupata per un giovane di vent’anni di cui non hanno più notizie da un mese. Purtroppo la criminalità è diffusa. Con tutti loro hanno pregato insieme, anche in lingue diverse. Ciò che colpisce, racconta Angelica, è che tutti ti abbracciano per salutarti sempre e si creano relazioni e legami anche con poche parole, anzi oltre le parole spesso non comprese, ma con il linguaggio dell’affetto e dell’abbraccio. Si sono davvero sentiti accolti, riempiti di doni, a proprio agio da queste famiglie, per loro immagine del Cristo da ospitare, un dono del cielo. E ogni saluto e abbraccio era accompagnato dall’augurio “vai con Dio.” A San Paolo i bambini scalzi che giocavano con gli aquiloni, di ogni tipo e fattura, riempiendo il cielo è una delle immagini che Angelica si porta con sé.

Una cultura davvero diversa dalla nostra, per la lentezza e la calma della vita, a volte anche troppo! per una spiritualità manifestata in modo anche fisico. Anche l’attenzione con cui tutti seguivano le celebrazioni a Rio, con il papa e non solo, ha meravigliato Angelica. “A Copacabana eravamo in fondo alla spiaggia, davvero in tanti, abbiamo visto il papa quando è passato, mentre eravamo in fila per i bagni! Una grande emozione, da pelle d’oca, vedere il papa che si sporge, che vuole arrivare a tutti.”

Tante le emozioni, tanta la contentezza di aver partecipato, grande l’amicizia stretta con gli altri giovani principalmente della diocesi di Ascoli, con don Paolo, e della diocesi di Fabriano con cui era aggregata, forte la spiritualità, gioiosi i canti e i balli. E tutto il resto è anche Gmg… docce fredde, file chilometriche per i pasti, acqua e umidità per la pioggia che non li mollava… ma la gioia nel sorriso di Angelica raccontando la sua Gmg è gratitudine, a tutto ciò che “la Gmg” riesce a consegnare e rilanciare.

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