Di Padre Gabriele Di Nicolò

Continua la rubrica sulla partecipazione alla Messa.
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Atteggiamenti da coltivare (richiamando gli articoli precedenti)

1. Disporsi ad una celebrazione che è “mistero”, cioè opera del Signore che si fa dono per noi.
Noi dobbiamo fare la nostra parte e partecipare attivamente e con fede, ma il protagonista principale della Celebrazione è Cristo, anzi la stessa SS. Trinità insieme.

2. Disporsi ad una celebrazione che è “incontro” col Signore risorto. Incontriamo colui che è nostro salvatore, sposo, maestro, fratello… incontriamo “Dio con noi”.
Se si perde di vista questo si rischia sempre di dare importanza ad aspetti secondari della Messa e a guardare troppo al comportamento degli altri.

3. Disporsi ad una celebrazione che è “incontro” con tutte le membra del Corpo del Signore: i nostri fratelli di fede e potenzialmente con tutti gli uomini, particolarmente i più deboli.

4. Disporsi ad una celebrazione che è “comunione” con la Parola di Dio, parola attuale “oggi”: se la accolgo mi libera, mi guida, mi cambia, mi salva.

5. Disporsi ad una celebrazione che è “comunione” col Pane del cielo (Corpo e Sangue di Cristo) che mi rende “dimora di Dio” e dà la vita eterna.

6. Disporsi ad una celebrazione che crea letizia, gioia e amore fraterno (è la vera conversione!)

ATTEGGIAMENTI DA RIVEDERE
1. Pensare alla Messa soltanto come ad un “dovere”. Assolto tale dovere, uno si sente a posto (“anche oggi ho fatto il mio dovere!”).

La Chiesa ha stabilito da alcuni secoli il precetto festivo, sotto pena di peccato grave, per aiutarci a comprendere l’importanza fondamentale dell’Eucaristia per ogni battezzato, ma ciascuno deve poter riconoscere che è per lui un’esigenza partecipare, che non può farne a meno, altrimenti non ha in sé la vita di Cristo e non può essere cristiano. Ricordiamo che i primi cristiani preferivano farsi uccidere piuttosto che rinunciare all’Eucaristia domenicale e, ai pagani che li arrestavano e chiedevano loro perché avessero disobbedito alla proibizione di radunarsi la domenica, rispondevano: “noi non possiamo vivere senza il giorno del Signore” (cioè senza vivere la domenica celebrando la Messa), eppure allora non c’era il precetto, non ce n’era bisogno!

2. Essere indifferenti o non ricercare quello che ci è misericordiosamente ed abbondantemente offerto (Parola e Pane di vita) per rinchiudersi in noi stessi. La Messa diventa così più una cornice, una “atmosfera sacra” che una celebrazione vera e coinvolgente.

3. Concentrarsi troppo sulle cose da fare, sui compiti (che pure vanno accolti ed eseguiti) che sul “grande mistero” che si celebra.

Alcuni suggerimenti
1. Non lasciare il sacerdote “solo”
nella celebrazione e non mettersi nell’atteggiamento passivo o individualistico di chi “assiste” alla Messa. Chi va a Messa deve imparare a celebrare, cioè ad entrare con tutto se stesso nel “mistero”.

2. Fare sempre la propria parte, offrire sempre la propria collaborazione. Il modo più semplice di collaborare è dialogare e cioè “rispondere”: risposte forti e chiare specialmente nelle Messe più “a rischio” come i matrimoni e i funerali. Così pure per intonare un canto o leggere o fare un servizio… Chi ha un compito o chi ha un dono, lo metta in atto non solo nelle messe più frequentate…

3. Chi ha capito qualcosa del grande mistero della Messa, trovi il modo semplice e fraterno per aiutare altri a capire di più, a partecipare di più, a vivere di più la Messa.

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