Negli Stati occidentali è sempre più frequente l’abbandono degli anziani, considerati non utili socialmente e, quindi, destinati a una forma di esclusione sociale. La rete di protezione del welfare, che ha accompagnato la storia dell’Occidente sin dalle sue origini interviene – con qualche difficoltà in alcuni Paesi, colpiti dalla crisi economica – per assicurare la protezione sociale a coloro che rimangono soli. Laddove il welfare non esiste, si propongono soluzioni che offrono spunti di riflessione. Come, ad esempio, quella attuata in Cina di recente, relativa all’approvazione di una legge sull’“amore filiale”, intitolata “legge per la tutela dei diritti e degli interessi degli anziani”, che dovrebbero vivere nella casa di famiglia, dove i parenti sono tenuti a rispettarli e a prendersi cura di loro. Le norme impongono l’obbligo per i figli in età adulta di visitare il padre e la madre “più spesso” e concedono ai lavoratori venti giorni di permesso per andare a trovare i genitori, se questi vivono lontani. Segue una serie di divieti, dall’abbandono agli insulti, fino agli atti di violenza domestica. Ai membri più giovani della famiglia s’impone che abbiano una particolare attenzione per i “bisogni psicologici degli anziani”, in modo che non si sentano trascurati.

L’incidenza del processo d’industrializzazione. In una società che per millenni ha vissuto il culto della persona anziana, il fatto che per legge si senta la necessità di legiferare sul tema, dimostra quanto abbia inciso sullo stile di vita cinese il processo d’industrializzazione. Sono bastati alcuni decenni, per mettere in crisi il concetto stesso di famiglia tradizionale, per creare mobilità nel lavoro e lasciare in larga parte le campagne e riversarsi nelle città e nei grandi poli industriali. Questo processo non può tollerare il “fardello” degli anziani, che un sondaggio condotto da ricercatori cinesi e americani, diffuso di recente, dimostra come siano nella misura di un terzo in cattive condizioni di salute a causa delle carenze del sistema sanitario, mentre un quarto viva sotto la soglia della povertà. Senza contare il fatto che in Cina esiste un divario di reddito sensibile fra anziani urbani e rurali. Nelle città e cittadine, più del 60% degli anziani vive della pensione, mentre in campagna solo il 4,6%. Per questa serie di ragioni, interviene lo Stato, suscitando un dibattito anche vivace nei social network, accompagnato dai “24 Consigli” contenuti nella “Guida al rispetto agli anziani”, della Commissione di coordinamento del lavoro dell’invecchiamento della popolazione della Federazione nazionale delle donne cinesi e dell’ufficio della Commissione statale del lavoro dell’invecchiamento. Tra questi: tornare spesso a casa dai genitori insieme al consorte e ai figli; fare di tutto per trascorrere le feste con loro, tenere le feste di compleanno con i genitori; cucinare per loro, telefonare ogni settimana; ascoltare le loro vicende di vita; insegnare loro a navigare in rete; dire loro che sono amati.

Assistenza agli anziani e pagamento delle pensioni, sempre più a rischio. Così, s’intende affrontare il problema del 13,7% della popolazione, pari a 185 milioni di persone anziane, che diventeranno 487 milioni nel 2053, il 35% della popolazione, secondo le proiezioni della Commissione governativa sull’invecchiamento. Questo risultato, che è frutto principale della politica del “figlio unico”, praticata per decenni in Cina – che ha prodotto, in 42 anni, secondo i dati del ministero della Sanità di Pechino, 336 milioni di aborti e 196 milioni di sterilizzazioni – ha portato come ulteriore conseguenza il fatto che, dal punto di vista demografico, la Cina assomigli più a una nazione avanzata piuttosto che a una società in via di sviluppo: giovani e persone in età lavorativa non sono sufficienti a coprire i costi per l’assistenza agli anziani e per il pagamento delle pensioni. Di qui la necessità d’intervenire dal punto di vista legislativo con le norme sull’“amore filiale”, che sono oltretutto in evidente contrasto teorico con la politica del figlio unico, che con larga probabilità è destinata a essere rivista dal nuovo presidente Xi Jinping.

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