CORROPOLI – Nella nostra Chiesa numerosi sono gli Ordini Monastici esistenti o meno, presenti anche nella nostra Diocesi, ma basta oltrepassare di poco i confini, andare nel ramo di Val Vibrata appartenente all’ecclesia teramana per scoprire un ordine che fino all’epilogo del Settecento era importante nel contesto religioso di un’Italia suddivisa in staterelli. L’ordine in questione è quello dei Celestini, che discende da Pietro Morone, meglio conosciuto come Celestino V, il Papa-Eremita, dimessosi durante il suo pontificato e legato sia alla Perdonanza Celestiniana (evento religioso della città dell’Aquila, ndr.) e alla celeberrima Via Degli Abruzzi.

La badia di Mejulano è uno splendido complesso immerso nel verde a settentrione del territorio comunale. Presso questa meraviglia del teramano, si è svolto il convegno di presentazione del libro “”La Provincia Celestina Di Romagna – Indagini storiche Locali e nuove prospettive di studio”, che ha visto la presenza dello Storico Ugo Paoli, di Francesco Tonucci, curatore della mostra fotografica “i monasteri dell’ex provincia celestina di Romagna”, del prof. Andrea Cicerchia dell’Università di Urbino “Carlo Bo”, della prof.ssa Lucia Palazzi dell’Università degli studi di Teramo e del sovrintendente ai beni librari d’Abruzzo Francesco Tentarelli, in veste di moderatore. Ecco le parole del prof. Cicerchia, che assieme al Paoli e al Giombi, hanno curato detto volume.

“Il volume che abbiamo presentato oggi, prende spunto da una realtà locale, che è la provincia celestina di Romagna, una circoscrizione di monasteri facenti parte dell’ordine dei Celestini, fondati da Celestino V, che comprendeva monasteri posti sulla Via Flaminia, tra le Marche e l’Umbria e i monasteri dell’Emilia-Romagna (ad esempio Gubbio, Urbino, Fossombrone, Saltara, Rimini, Cesena, Faenza, e Bologna). Lo spunto del volume di questo studio locale è di fare il punto della situazione sulla storia e sulla storiografia in generale, sulla dispersione documentaria e su quello che viene conservato oggi negli archivi sui monaci celestini in senso molto più ampio e molto più generale. Il libro è suddiviso in due parti ben distinguibili: la prima parte parla della storia, della storiografia e degli archivi dei monaci celestini e la seconda parte che tratta delle singole realtà locali. È stato un lavoro di sinergia che ha coinvolto diversi studiosi, gli archivi di stato, gli archivi ecclesiastici, le biblioteche civiche, le biblioteche diocesane. Un lavoro molto fruttuoso e patrocinato da una parrocchia di Saltara (Pesaro Urbino), in cui per ben quattro secoli vi è già stata una comunità di monaci celestini”

L’ordine dei Celestini ha portato testimonianze immense che i docenti hanno trasmesso all’attenzione di un pubblico che oltre al sindaco D’Annuntiis è composto da studenti di ieri, oggi e domani. Tra le varie testimonianze quella della prof.ssa Lucia Palazzi, archivista e dott.ssa con lode in lettere, che partendo da splendidi elaborati oggetto di tesi degli studenti del Corso di Laurea in Scienze del Turismo dell’Università di Teramo, ha ricostruito la memoria storica dell’ordine e dell’abbadia corropolese, attraverso gli scritti dello Zanotti e delle carte del locale fondo Celestino, punto di riferimento di un legame con un ordine che rappresenta una goccia indelebile nel vastissimo oceano di saperi che solo la storia può trasmettere.

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