Di Padre Gabriele di Nicolò

Continua la rubrica sulla partecipazione alla Messa.
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Liturgia della Parola e Liturgia eucaristica costituiscono insieme “un solo atto di culto”; la mensa preparata per noi nell’Eucaristia è infatti quella della Parola di Dio e quella del Corpo del Signore.
Cosa fece Gesù risorto a Emmaus? Lungo il cammino spiegò loro le Scritture (facendo “ardere il loro cuore”), poi, messosi a tavola con loro, “prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro… e lo riconobbero” (Luca 24,13-35).
Il monito del Signore è chiaro ed esigente: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo Sangue, non avrete in voi la vita” (Giovanni 6,53).

Cosa riceviamo nella Comunione?
“Il pane del cielo” e “il calice della salvezza”, cioè il Corpo e il Sangue di Cristo che si è dato “per la vita del mondo”.

Chi può partecipare?
A nessuno è lecito partecipare, se non a chi crede che i nostri insegnamenti sono veri, si è purificato con il lavacro per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e vive così come Cristo ha insegnato (San Giustino).

Come prepararsi?
“Ciascuno esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il Corpo del Signore (il Cristo totale: capo e membra), mangia e beve la propria condanna” (1 Corinzi 11,27-29). Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione (confessarsi) prima di accedere alla comunione.
A tal proposito è invalsa un po’ dappertutto l’idea che, se uno comunque lo desidera e non si è confessato/a, pur essendo in peccato grave, possa ugualmente ricevere l’Eucaristia per poi quanto prima andarsi a confessare. Le cose non stanno esattamente così: è giusto e normale, salvo i casi di urgenza, premettere la confessione. A tal proposito è utile richiamare il Catechismo della Chiesa Cattolica che è piuttosto chiaro:
«in verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» (Gv.6,35) (n.1384).

«Per rispondere a questo invito dobbiamo prepararci a questo momento così grande e così santo: San Paolo esorta ad un esame di coscienza: “chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e sangue del Signore: ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva a questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1 Cor. 11,27-29) Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla comunione».

E il Codice di Diritto Canonico dice al canone 916:
“Colui che è consapevole di essere in peccato grave, non celebri la Messa né comunichi al corpo e al sangue del Signore senza premettere la confessione sacramentale, a meno che non vi sia una ragione grave e manchi l’opportunità di confessarsi; nel qual caso si ricordi che è tenuto a porre un atto di contrizione perfetta, che include il proposito di confessarsi quanto prima”.

Quali possono essere i casi di urgenza o la “ragione grave”?
Es. un sacerdote che dovesse celebrare Messa per i fedeli (altrimenti resterebbero senza!) e, trovandosi in peccato grave, pur avendola cercata, non ha potuto trovare la possibilità di riconciliarsi, oppure un fedele laico che, trovandosi già in fila per fare la Comunione, si ricorda di avere un peccato grave non confessato e non può togliersi dalla fila senza suscitare stupore e sconcerto negli altri. Ma il semplice fatto che si sta partecipando alla Messa domenicale non può essere sufficiente per giustificare il fare la Comunione (in peccato grave) anche se non ci si è confessati.

Quali sono i frutti della Comunione?
a) remissione dei peccati. Il sangue di Cristo infatti è sparso per la remissione dei peccati.
b) crescita dell’unione con Cristo. “Chi mangia la mia carne e beve il mio Sangue dimora in me e io in lui” (Gv 6,57).
c) unione con tutti i fratelli “membra del Corpo di Cristo”.
Dice S. Agostino: Se voi siete il Corpo e le membra di Cristo, sulla mensa del Signore è deposto il vostro mistero, ricevete il vostro mistero. A ciò che siete rispondete: Amen, e rispondendo lo sottoscrivete. Ti si dice infatti: “Il Corpo di Cristo” e tu rispondi: “Amen”. Sii membro del Corpo di Cristo, perché sia veritiero il tuo Amen.
d) amore per il fratello povero. Dice S. Giovanni Crisostomo: Tu disonori questa stessa mensa, non giudicando degno di condividere il tuo cibo colui che è stato ritenuto degno di partecipare a questa mensa. Dio ti ha liberato da tutti i tuoi peccati e ti ha invitato a questo banchetto. E tu, nemmeno per questo, sei divenuto più misericordioso.
e) pegno della gloria futura. Annunciamo la tua morte… in attesa della tua venuta.

INDICAZIONI PRATICHE
La preghiera del Padre nostro va recitata (o cantata) da tutti con toni e modi che siano i più immediatamente partecipabili. E’ molto significativo tendere le mani vanno verso l’alto (è proprio l’atteggiamento dell’“orante” così come viene anche raffigurato negli antichi affreschi cristiani).
Il segno della pace (Abbraccio o stretta di mano) resta un “segno”. Pertanto non occorre estenderlo… a tutta l’assemblea! (cioè è sufficiente che uno lo dia alla o alle persone a lui vicine). E non si deve sovrapporre al canto (recita) dell’Agnello di Dio.

Il procedere alla mensa del Signore (Comunione) è un andare processionale, che è come un segno della Chiesa pellegrina. E’ bene quindi (se non si è impediti) mettersi dentro alla “carovana” in cammino (in parole povere “mettersi in fila”). La tovaglietta per la Comunione è ottima cosa, ma non è opportuno farne uso quando le persone che fanno la Comunione sono pochissime.

Comunione in mano o in bocca. Nel primo caso, le mani (una sovrapposta all’altra, cioè la sinistra sopra la destra) vanno bene aperte, alzate e tese verso il ministro. Si risponde Amen, e, dopo essersi spostati leggermente di lato, con la mano sulla quale non è stata posata direttamente l’ostia (cioè la destra) si prende l’ostia stessa e la si mette subito in bocca. Non è pertanto corretto, come oggi spesso accade, presentare una sola mano, oppure le due mani aperte entrambe ma non sovrapposte, non è corretto prendere l’ostia dalla mano del sacerdote o ministro senza aspettare che la depositi sulla nostra mano, non è corretto, una volta ricevuta l’ostia sulla mano, mettersi a camminare e, strada facendo, consumarla!

Nel secondo caso è importante aprire bene la bocca e restare fermi, anziché muoversi troppo o quasi “addentare” le mani del ministro.

Comunione al pane e al calice. Tenendo conto delle regole stabilite dalla Chiesa, occorre favorire la comunione al pane e al calice.

Silenzio orante. Dopo la Comunione e dopo aver tutti cantato o pregato assieme, è bene lasciare un momento di preghiera personale. A tal proposito non è opportuno che si continui a cantare (come a volte avviene) anche dopo che è terminata la fila per la Comunione.

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