di Luigi Crimella

Più 16.621 firme in un giorno, anzi in una notte! È questo il sorprendente dato emerso dai computer dei Comitati nazionali di “Uno di Noi”, che ieri pomeriggio segnavano un totale di 686.070 firme a difesa dell’embrione, raccolte nei 27 Paesi dell’Unione europea, e in tarda mattinata di oggi, 5 luglio, vedevano “lievitare” le adesioni a 702.691. Come si usa dire nel linguaggio finanziario quando si parla di andamento borsistico, è stata superata di slancio la soglia “psicologica” di 700mila, e questo è indubbiamente un buon segno che incoraggia i sostenitori della campagna in tutte le nazioni. Non a caso il traguardo continentale era stato spostato la scorsa settimana dal milione di firme “minime”, cioè quanto richiesto dalla Commissione europea, a un milione e 200mila, come sprone al mondo dei volontari che stanno sostenendo la campagna. Il risultato odierno, col suo balzo secco di oltre 16.600 adesioni necessita, comunque sia, di un’ analisi un po’ più dettagliata. Confrontando i dati, giorno su giorno, si colgono i punti dai quali tale slancio è stato sostenuto. E questi punti si chiamano: Francia, Polonia, Italia, Regno Unito e Portogallo. Sono le cinque nazioni per le quali sono stati contabilizzati i dati più consistenti.

La “potenza di fuoco” francese. Bisogna rendere onore alla Francia e alle sue associazioni che si sono impegnate direttamente nella campagna e che hanno consentito di attestarsi come l’ottava nazione con la quota minima necessaria. Il Paese transalpino, da un giorno all’altro, ha registrato una crescita di ben 5.383 firme (rispetto alle 55.547 di ieri oggi è arrivato a 61.927). Il segreto sta nella massiccia azione di sensibilizzazione, del tipo quasi “porta a porta”, avviata un paio di mesi fa da parte della Fondazione Jérome Lejeune, di Alliance Vita, di Associations Familiales Catholiques e del Comité Protestant Evangélique pour la Dignité humaine. Questi quattro organismi si sono costituiti in un cartello operativo (analogo, ad esempio, al Comitato italiano, al quale aderiscono una ventina di associazioni singole e reti associative). Un risultato così lusinghiero in un Paese a forte impronta e cultura laicista si deve proprio all’opera personale, diretta, di contatto e spiegazione di cosa sia “Uno di Noi” da parte dei volontari delle quattro associazioni, che hanno lavorato moltissimo sul piano del dialogo, delle mail, dei contatti diretti negli ambienti sociali quali chiese, centri culturali, spazi collettivi. Il segretario generale di Alliance Vita, Caroline Roux, sentita dal Sir poche settimane fa, si era detta convinta che entro il termine ultimo del 1° novembre avrebbero raggiunto le 60mila firme necessarie. Invece tale obiettivo è stato “centrato” con quattro mesi di anticipo, e ciò non solo è un fattore di notevole soddisfazione, ma mostra che anche nella laicissima Francia, la presenza di persone convinte e convincenti può fare breccia e dare risultati concreti.

Gli altri Paesi in crescita. La “cattolicissima” Polonia mostra il suo fervore per le cause della vita e della dignità umana, tenendo il suo passo fermo che l’ha sin qui contraddistinta e che evidenzia, tra ieri e oggi, l’arrivo di ben 4.983 firme (il totale raccolto è di 131.791). L’Italia continua a mantenere, da un giorno all’altro, il proprio slancio quasi “naturale” – verrebbe da dire – sentendo l’incaricato alla raccolta dei dati italiani, Michele Trotta. La spiegazione è che il voto italiano sta arrivando, per circa quattro quinti del totale, “su carta”. Le associazioni italiane lavorano molto con i banchetti fuori dalle chiese, all’interno dei loro raduni estivi, nelle assemblee locali e nazionali. È tutto un fiorire d’iniziative che ha consentito di aumentare di 3.288 firme da un giorno all’altro (il totale a oggi è di 247.003). Si sta risvegliando anche il Regno Unito, che con notevole slancio è passato dalle 6.941 firme di ieri alle 9.647 di oggi. Il limite di questo Paese è che non si sono ancora attivati momenti collettivi adeguati che permettano la raccolta cartacea: finora tutti i voti del Regno Unito sono giunti online. Una citazione anche per il Portogallo, che vede crescere la sua percentuale (dal 65,38% al 70,72%) con un balzo, giorno su giorno, di 882 firme (a oggi il totale raccolto è di 11,669). Più contenuti i dati riferiti agli altri Paesi, dove tuttavia nella maggioranza si rileva una crescita costante, seppure di cifre nell’ordine delle decine o in qualche caso delle unità giorno su giorno. Un’ultima citazione per la super-secolarizzata Olanda, che tuttavia mostra una sensibilità vivace sul tema della vita: ha raccolto finora 21.024 firme con una percentuale del 107,82%.

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