GROTTAMMARE – Suonano le campane pomeridiane nella chiesa di San Pio V, in attesa del campanone, pronto per annunciare a festa, sabato 29 giugno, il mezzo secolo di sacerdozio del terzo parroco della sua storia:  Don Giovanni Flammini. Le telecamere dell’Ancora On Line, sono andate a intervistarlo.

Don Giovanni, com’è nata la Sua vocazione alla vita sacerdotale?
“È nata all’interno della mia famiglia Cristiana, babbo e mamma due semplici cristiani, ma profondamente cristiani. Mi hanno fin da bambino educato ad essere al servizio della Chiesa. Inoltre, ha contribuito la presenza in famiglia di uno zio frate, Padre Francesco Illuminati, che molti grottammaresi hanno conosciuto, perché è stato per tanti anni fondatore e direttore dell’Oasi Santa Maria. Inoltre vi è anche la testimonianza forte di sacerdoti che a Cupra Marittima, io sono nato là, nella parrocchia di San Basso, mi hanno dato e ho sentito subito il desiderio di mettermi al servizio del signore. Sono andato al seminario da ragazzino, ho fatto la prima media, poi il biennio del Liceo a Ripatransone e a Fano per proseguire il resto del Liceo e la teologia”.

Dal 1980 è parroco della Parrocchia di San Pio V, quali sono i ricordi più belli di questi 33 anni?
“Io sono venuto a Grottammare per obbedienza, stavo benissimo a San Benedetto del Tronto, ero stato dodici anni alla Chiesa della Marina come Viceparroco, poi due anni e mezzo a San Filippo Neri, dove pensavo di diventare Parroco, perché Don Gaetano stava molto male e voleva lasciare e aveva pensato di farmi continuare in quella parrocchia. Mai pensavo a Grottammare. Mi ci ha mandato prima come Viceparroco di Don Mario (Cocci Grifoni, il secondo parroco della storia della Chiesa di San Pio V, ndr.), il vescovo Radicioni, io ho obbedito, come ho cercato di obbedire sempre, ai nostri Vescovi, e mi sono trovato poi, successore di Don Mario nel 1980. I momenti più belli sono stati tanti, a tutti i livelli, dai battesimi che ho fatto, ai matrimoni, anche i funerali, perché sono stato vicino alla gente che rideva, sorrideva, gioiva, soffriva e piangeva. Ho cercato di fare il Padre, come dice Papa Francesco “fate i padri”, rivolto a noi preti;  e ho cercato di fare il padre e per la vita di ogni padre ci sono momenti belli e ci sono momenti tristi, li ho vissuti tutti”.

Nella comunità di San Pio V, Don Giovanni coincide con le associazioni cattoliche giovanili. Vedendole nascere, cosa rappresentano per Lei?
“Sono la mia vita, sono il frutto della mia vita sacerdotale, non ero ancora Parroco quando con Gianfilippo Carboni, grande Santo davvero, partito troppo presto, abbiamo nel 1978 iniziato con lo scoutismo, poi con un altro Santo, Enrico Carminucci, cominciammo con l’ACR e con la presenza del nuovo vescovo Chiaretti, nel 1983, iniziai il cammino neocatecumenale, per me e per tanti che mi hanno seguito.
Sono nate altre realtà: il terzo ordine Francescano, il gruppo ministranti, la Corale Sisto V che ho sollecitato. Sono stati i frutti oltre della pastorale ordinaria in parrocchia, sono stati frutti della mia presenza sacerdotale a Grottammare e a San Pio”.

Nella Diocesi il suo nome è legato ai pellegrinaggi in Terra Santa, può spiegare il Suo amore per i luoghi Natii di Gesù?
“Io fino al 2000, pensavo che per la fede non fosse necessario andare in Terra Santa, mai desiderato di andare, ma nel 2000, l’Anno Santo, sono stato quasi costretto ad accompagnare il gruppo dei giovani che partecipavano a questo pellegrinaggio, e mi sono innamorato di questi luoghi. Sono stato otto volte in Terra Santa e mi sono proposto di andarci ogni anno. Adesso sto programmando il prossimo pellegrinaggio, intitolato “Sulle orme di Mosé” per il prossimo febbraio. Perché sono entusiasta di questo e porto tante persone che ritornano  entusiaste perché toccare con mano i luoghi della nostra fede, favorisce e rafforza la nostra fede”.

29 giugno 2013, Don Giovanni Flammini compie cinquant’anni di sacerdozio, come li riassume?
“Tanta gratitudine al Signore per le tante benedizioni che mi ha dato, tanta gratitudine a tanti confratelli, a tanti laici che mi hanno sostenuto, aiutato e anche tanta gratitudine a quanti mi hanno fatto stare sempre con i piedi per terra vedendo che sono un pover’uomo come tutti”.

Ricordiamo che Don Giovanni celebrerà una Messa domenica alle ore 18.30 alla Chiesa di San Basso di Cupra Marittima per ricordare i 50 anni dalla sua prima Messa.

A Don Giovanni, i migliori auguri da parte di tutta la redazione de “L’Ancora On Line”

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2 commenti

  • franco pennacchietti
    02/07/2013 alle 12:10

    Grande Giovà ,come lo chiamavamo al tempo delle elementari a Marà ...poi lui prese la Via del Signore io quella del mare ...passò tanto tempo e ci ritrovammo tutti e due a legrotte ..due maranesi ,anche se per motivi diversi divenuti legrottesi ,io perchè sono sposato una de legrotte lui diventato parroco di San Pio ..ieri le campane hanno suonato per lui io dal balcone .vedo il campanile , mi sono lasciato andare ai ricordi di quando eravamo fanciulli alle elementari ...e un pensiero è andato al nostro maestro RICCI ...Auguri Giova' .....

  • Susanna
    03/07/2013 alle 13:00

    Tutti vogliamo bene a Don Giovanni, anzi: a "Mons." Giovanni, che ha condiviso con noi la gioia della nascita dei nostri figli, raccolto le nostre lacrime al funerale dei nostri cari, lui c'era sempre, con la sua discrezione, in penombra, senza apparire, ma c'era. Alle volte lo scopriamo in Chiesa in orari strani, seduto, intento alla preghiera e allora sentiamo nel cuore di volergli bene e di comprendere e vivere assieme a lui i momenti dolorosi, che in parrocchia non sono mai mancati ....e quelli gioiosi di festa. Alle volte forse non lo abbiamo accontentato, ma ognuno di noi deve seguire la strada che sente nel cuore e il percorso che più gli si confà, sempre restando dentro la Chiesa. Tanti cari auguri Don Giovanni, per altri 50 anni di sacerdozio ( almeno!) pieni di soddisfazioni e di frutti maturi. Ora è il tempo del raccolto. Hai seminato tanto.

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